di Luca Limata. “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate sulle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione.” (Piero Calamandrei).
In sintesi basterebbe il pensiero lasciatoci da Piero Calamandrei per spiegare il valore umano, storico e morale della nascita della nostra Provincia di una sede dell’A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia). L’evento che si è svolto presso la Camera del Lavoro di Benevento, venerdì 04 marzo 2011 è storico. Alla serata costituente hanno partecipato un nutrito pubblico e molti rappresentati delle forze politiche cittadine, con una folta presenza di giovani. Il padrone di casa il Segretario Cittadino della Camera del Lavoro di Benevento, Antonio Aprea, visibilmente commosse e felice, ha aperto i lavori. Ribadendo il sostegno dell’organizzazione sindacale alla promozione dei valori resistenziali e la difesa della costituzione nata dalla lotta partigiana. Inoltre, ha sottolineato, il momento difficile in cui versano milioni di lavoratori vittime delle ingiustizie e degli abusi del mondo economico, ma ha ribadito il coraggio con cui la CGIL si batte per la difesa dei diritti dei lavoratori conquistati a partire dalle lotte sui monti contro il nazi-fascismo di cui l’Art.1 e 41 della Carta Costituzionale ne sono testimonianza.
Ad aprire i lavori ci ha pensato il Sen. Antonio Conte. Lungo e “partigiano” è stato il Suo intervento, ricco e vivo nel raccontare alcuni decisivi passi della storia partigiana e nel presentare al pubblico, presente nella sala conferenze “Di Vittorio”, il vero protagonista della serata, la memoria storica e vivente, il partigiano sannita Giuseppe Crocco di Cusano Mutri. Il Sen. Conte nel suo intervento ha tracciato un solco storico della vicenda partigiana e di come i valori resistenziali sono le colonne portanti del nostro impianto costituzionale. I principi Fondamentali della nostra Carta Costituzionale sono il frutto dei sogni e dalle speranze difesi con il sangue dai partigiani.
Prima il Sen. Conte, di contro canto anche il Partigiano Crocco, hanno cercato di trasmettere il dramma e il patimento di una scelta difficile: di andare sui monti. Scelta sofferta, dramma umano indescrivibile, decisione compiuta nella speranza che le future generazioni non avrebbero dovuto patire la fame, la guerra, le ingiustizie, le deportazioni. Tra richiami filosofici e culturali, il Sen. Conte ha fissato anche alcuni punti fermi del ruolo dell’ANPI, associazione apolitica ma politica, nel senso profondo del termine. L’ANPI non è un partito politico, ne ha interesse nel fare politica, ma è ben caratterizzato, vicino a tutte le forze democratiche che si ritrovano nei valori e nei principi della Carta Costituzionale, che difendono i principi della resistenza, che non esaltano “revisionismi da gazzetta”, che non si lasciano trasportare in polemiche e facili equiparazioni storiche senza dare un vero valore alla memoria. Ha lanciato un monito alle forze politiche presenti in sale di difendere la Costituzione dagli attacchi, ormai quotidiani di forze politiche che vorrebbero banalizzare alcuni momenti fondamentali della nostra storia condivisa. In chiusura si è rivolto ai giovani presenti in sala, parlandogli al cuore. Un invito alle nuove generazioni perché si facciano interpreti e difensori dei valori resistenziali, coltivino la memoria, che la diffondano nel mondo, perché la lotta resistenziale non è solo patrimonio della nostra nazione, ma è un elemento comune europeo. La resistenza francese, norvegese, tedesca, polacca, cecoslovacca, jugoslava, sono l’esempio che l’Europa ha una matrice di opposizione alla Barbieri comune, spesso dimenticata dai rappresentati politici.
L’intervento di Crocco Giuseppe, partigiano, classe ’23, è stato intriso di passione, coraggio e amore per i giovani. L’ormai anziano partigiano nome di battaglia “Caramba” ( carabiniere prima dell’armistizio dell’ 08 settembre 1943) ha aperto il suo racconto invitando tutti a lottare per la pace, ha non farsi abbindolare dalla guerra. La pace è il motivo per cui lui ha combattuto e perché tanti suoi compagni di lotta sono morti. La pace valore assoluto della convivenza, luce contro la barbarie. Visibilmente commosso, ma con voce ferma ha raccontato la sua vicenda umana e partigiana, iniziata dopo l’ 08 settembre del 1943. Il comunicato di Badoglio impose una scelta: rimanere nei carabinieri, dove prestava servizio, e quindi aderire alla RSI (Repubblica Sociale Italiana di Salò) o la via dei monti nelle formazioni partigiane. La fuga, i monti, la partecipazione alle azioni compiute della formazione partigiana “Berto”, operante nella 6^ Zona Operativa della Liguria. “Caramba” ha partecipato ad azioni eroiche e di battaglie contro i nazi –fascisti, e con la sua compagnia ha liberato la città di Genova, il 23 aprile del 1945. Crocco ha raccontato i patimenti e gli stenti della guerra, la paura in battaglia, ma l’ardore per difendere i principi di libertà e di giustizia. Un monito ha lanciato, il partigiano, classe ’23, al mondo della scuola quello di spiegare cos’è stata la guerra, la lotta partigiana e i valori della resistenza, ha invitato i giovani a farsi partigiani della memoria e della pace. L’ultimo, in ordine di tempo, intervento della serata è dal Sen. Luigi Marino, per l’Anpi Nazionale, che ha spiegato l’impegno dell’ANPI per la promozione, la difesa della memoria e dei principi della costituzione. Alla fine, l’assemblea ha eletto il Sen. Antonio Conte presidente del comitato Beneventano dell’ANPI e gli è stato conferito mandato per la stesura del documento da portare all’Assemblea Nazionale di Roma.
Penso che questo carabiniere vada ricordato anche in Prefettura, alla presenza dell’arma carabinieri, in occasione del prossimo 25 aprile.
Spero che il mio amico Salvatore Aceto renda nota la storia del suo amico solopachese ventenne partigiano in Emilia Romagna. carmine ricciardi