La Scuola di Atene e quella … di Cerreto.di Lorenzo Morone. La filosofia (dal greco φιλοσοφία, composto di φιλεῖν (filèin), “amare”, e σοφία (sofìa), “sapienza”, ossia “amore per la sapienza”) è un campo di studi che indaga sul senso del mondo e dell’esistenza umana, e, più specificatamente, il tentativo di studiare e definire le possibilità e i limiti della conoscenza.

 

Tra i tanti metodi cercati per arrivare alla conoscenza, ce n’è uno che prevede due fasi: una prima fase, detta la” pars destruens” e una seconda detta “pars costruens”.

 

Risale tutto alla maieutica di Socrate, filosofo greco nato ad Atene nel 469 a.C. Socrate, infatti, importantissima figura della filosofia greca, precursore dei grandissimi Platone e Aristotele, raffigurato nel dipinto “Scuola di Atene” di Raffaello nell’atto del parlare, utilizza “pars construens” e “pars destruens” per primo.

Il metodo socratico della cosiddetta “maieutica”, ovvero “arte della levatrice” (della crescita dei propri “figli”), consiste nel far emergere le virtù dell’uomo da lui stesso, dopo aver distrutto le sue ferree ma superficiali convinzioni. Tale tecnica, che Socrate applicava soprattutto dialogando con gli uomini più esposti politicamente e dunque più stupidamente sicuri di se stessi, comprende, appunto, una “pars destruens” e una “pars construens”. La prima ha il fine di svuotare l’interlocutore di ogni convinzione, deve “distruggere” il pensiero sbagliato. Come? Tramite l’”ironia” (mai prendere sul serio ciò che l’altro dice, prenderlo in giro, provocarlo) e la “confutazione” (contraddirlo, chiedergli la definizione per qualsiasi cosa dica ). La seconda parte mira a “costruire” un pensiero nuovo in una persona che ha finalmente ammesso di non sapere nulla . “è saggio colui che sa di non sapere”, disse Socrate, ed è la parte della vera e propria maieutica: Socrate mira infatti a far emergere dall’anima dell’uomo quella sapienza di cui l’anima è piena, ma che non è mai riuscita ad emergere…. Quattrocento anni prima di Cristo c’era chi aveva una mentalità così importante… Da apprezzare e amare!

 

Tale metodo fu poi ripreso da Francesco Bacone, filosofo inglese nato nel 1561:la pars destruens vuole distruggere gli idoli degli uomini, la pars costruens invece vuole spiegare il metodo che Bacone pensa si debba usare per conoscere.

Quindi, prima si distrugge il vecchio, poi si costruisce il nuovo. E quando il nuovo, appena costruito, è importante, diventa patrimonio di tutti.

 

Anche chi fa “politica” dovrebbe fare così? Penso proprio di si. Ma capita, però, che inopinatamente si invertono le “pars”, così prima si costruisce un “progetto” e poi lo distrugge.

 

Perché? A mio parere perchè o non si crede nel progetto, o lo si persegue per fini personali: arrivismo, vendetta, rivincita o contro quello e quella perché tanto tempo fa disse…fece… o, infine, perché, pur credendoci, si è autolesionisti. O anche, e perché no, se uno è tecnico, e sa che una volta realizzate le fondazioni per un determinato progetto, se questo viene realizzato poi in modo difforme, potrebbe crollare strada facendo, lo abbandona prevedendo…tempi duri. Giusto?

Noi viviamo, purtroppo e per fortuna, in un paese bellissimo ( scusatemi, ma parlo di Cerreto), dove ognuno si sente migliore dell’altro,dove tutti sanno quello che dovrebbero fare gli altri, e dove, purtroppo, si partecipa attivamente solo alla “pars destruens”, anticipata o posticipata che sia, non alla fase”costruens”…. Forse è perciò che siamo finiti così giù? Ai posteri l’ardua sentenza!

 


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