di Giovanni Lombardi.  www.ritisettennali.org evoluzione e ampliamento del progetto per il web ‘ritisettennali’  propone la consultazione online di un’opera di enorme fonte documentale ‘la Platea dell’A.G.P.

L’operazione è stata resa possibile grazie alla disponibilità di Flaviano Di Santo che  nel condividere il materiale  afferma che …  La conversione in formato elettronico della Platea dell’A.G.P. è un atto d’amore verso lo straordinario patrimonio artistico e culturale di Guardia Sanframondi. Il lavoro, pur realizzato senza pretese professionali, ha lo scopo di divulgare la conoscenza del suo contenuto al fine di stimolare, storici ed archivisti professionisti, per successivi approfondimenti scientifici e si è reso possibile, grazie alla sensibilità dimostrata dagli Amministratori Comunali che hanno reso disponibile l’importante volume.

La platea dell’A.G.P. è un vero e proprio registro dei beni, delle attività e rendite dell’antica istituzione guardiese, e va inserita in un contesto più ampio di quella strettamente localistica. Le origini di quest’antichissima Pia Istituzione infatti, risalgono al periodo angioino con la nascita dell’Annunziata di Napoli ed interessa particolarmente tutta l’area di Terra di Lavoro, nel cui bacino risiedono circa ottanta Chiese intitolate all’Annunziata. Molte sono le peculiarità di queste istituzioni, e, tutte di straordinaria importanza sociale e spirituale. Importantissima è l’attività dedicata al recupero dell’infanzia abbandonata con la ‘ruota degli esposti’, la formazione ed il relativo inserimento sociale dei ‘figli della Madonna’, ospedale per i poveri ed attività finanziarie di prestito per combattere l’usura.


La Platea dell' A.G.P. una fonte documentale enorme

L’ Annunziata di Guardia Sanframondi, sembra essere una delle istituzioni più attive della nostra area, per la documentata attività ospedaliera, brefotrofio, amministrazione catastale, e in particolare, per la presenza di una Congrega di Flagellanti fondatori di altre tredici Chiese dell’Annunziata del mezzogiorno. Molti sono gli spunti documentali che relazionano le antiche attività di questa istituzione alle numerose tradizioni locali ancora vivide nel tessuto sociale e religioso. In questa direzione, lo studio di questa enorme fonte documentale, permetterà certamente agli studiosi di ricostruire scenari storici ancora sconosciuti ma importantissimi alla comprensione del nostro passato. L’auspicio e che si possano ricomporre, attraverso lo studio, la consultazione e l’interpretazione di questo prezioso documento, i tasselli mancanti nell’appassionante vicenda legata alla storia dei riti settennali di penitenza alla storia del nostro territorio.

 

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