Gianluca Aceto risponde a Marilina Muccidi Gianluca Aceto. Ammetto che rispondere a Marilina Mucci non è cosa facile, vista la congerie di illazioni, imprecisioni e disinformazione di cui sono spesso intrise le sue note. Purtroppo, dal suo comitato quasi mai sono arrivate proposte serie e fondate, tali da essere prese in considerazione e costituire scelte praticabili dal punto di vista tecnico.

 

Faccio solo due esempi, non avendo molto tempo da perdere appresso a chi, invece, non gravato dall’onere di far suffragare le proprie idee dalla verifica puntuale, può permettersi il lusso di dire tutto quello che gli passa per la testa.

 

In primo luogo, come la stessa Mucci ricorda, quando lei è stata chiamata a rappresentare i paventati pericoli in sede di tavolo tecnico della commissione di controllo, ha preferito defilarsi. Contrariamente a quel che lei afferma (ma è difficile tenere il conto delle imprecisioni, non so se volute) il sottoscritto era più che presente, avendolo convocato. Di fronte ai rappresentati pericoli, inoltre, credo fosse doveroso segnalare tutto alla Procura della Repubblica, non avendo io nessun interesse da tutelare se non quello pubblico. Se non è trasparenza questa… Piuttosto, la Mucci dica pubblicamente perché non si è presentata. Ancora oggi non è dato saperlo.

In secondo luogo, se si legge l’intervista al comandante provinciale del corpo forestale, ing. Angelo Vita, rilasciata al Mattino di mercoledì 23 marzo, si può constatare come la natura del sequestro sia preventiva: il provvedimento è finalizzato ad impedire che i problemi di inquinamento e di dissesto si concretizzino. Nonostante i problemi operativi ed economici che questo comporta, da cittadino mi sento ancor più tranquillo se le forze dell’ordine e la magistratura sono attente sul ciclo rifiuti della provincia (e della regione): mi riferisco tanto ai problemi strutturali del sito quanto alle procedure di individuazione dello stesso, dell’affidamento dei lavori, degli appalti relativi.

Trovo molto gravi queste parole della Mucci: «la Daneco riconferma ancora una volta un curriculum pieno di ombre nella sua attività di gestione delle discariche, ma l’Assessore non sembrava esserne preoccupato». Sono le parole tipiche di chi, non conoscendo i fatti, ha la presunzione e la sicumera di dare giudizi sommari che rasentano la diffamazione. Il fatto che il sottoscritto rivesta un ruolo pubblico non autorizza la Mucci a coprirmi di fango, come pure intende fare. Vada in Procura, piuttosto, e riferisca tutto quel che sa agli inquirenti. Solo così darà un contributo effettivo e reale, al contrario di quanto ha fatto sinora.

Su tutte le altre questioni, relative a quanto la Provincia sta facendo in merito ai rifiuti, non rispondo nemmeno perché darei dignità all’assurdo. Dico solo che, avendo la Samte provveduto a chiudere la discarica per gli accertamenti del caso prima dell’intervento della magistratura, invece di trovare altri siti potremmo portare le 70 tonnellate quotidiane di frazione umida tritovagliata a casa di Marilina Mucci, che con la sua bacchetta magica provvederà a trasformare la munnezza in oro. Se solo ci avessi pensato prima…

 

Viene da sorridere a pensare a certa gente, che sembra davvero convinta che le idee e i programmi si realizzino da soli, come se bastasse annunciarli. E invece ci vogliono tempo, fatica intensa e grande forza, soprattutto nei momenti più duri. Come accade in questi giorni. Ma questa gente davvero non ne sa nulla: a loro basta trovare e gridare lo slogan della settimana per mettersi l’anima in pace e ritenersi al di sopra di tutti gli altri. Che tristezza.

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