Cerreto: Santagata prima contrario ora favorevole alla riconversione del P.O.di Giovanni Pio Marenna. Se Cetto La Qualunque, il personaggio di Antonio Albanese che rappresenta la nostra realtà  con ironica caricatura (ma neanche poi così tanto caricatura, visto il livello di alcuni politici italiani) fa della corruzione la sua sposa, dei suoi slogan sul pilu i suoi compagni di viaggio con i quali va a braccetto, dell’assenza di un programma il suo vanto, delle bugie il suo status, l’ex sindaco Santagata delle promesse da marinaio (oltre che di una sconfinata improvvisazione programmatica) ha fatto un po’ la sua bandiera (come avrete potuto leggere in questi mesi nella rubrica PROMESSO CHE…, pubblicata su questo giornale). Ospedale, ceramica, nuove iniziative lanciate e mai viste, il post nubifragio del 5 luglio, interrogazioni senza una risposta (ben 14) e chi più ne ha, più ne metta. Ma è sull’ospedale che ha dato il massimo di sè in formale oratoria ed il minimo in attuazione pratica. Iniziò volando basso: “Vi sono buone prospettive affinché si possa mantenere un alto livello assistenziale per l’ospedale di Cerreto” (9 ottobre 2009). Ecco, se per buone prospettive intendeva la riconversione, aveva sbagliato sicuramente aggettivo. Ed anche obiettivo. Poi, dopo fantomatiche controproposte mai giunte sui tavoli che contano, in prossimità delle elezioni regionali, con un manifesto annunciava come vinta una battaglia ancora in corso. L’unico e solo scopo era chiaro: far votare il Pdl con la garanzia che l’Ospedale di Cerreto Sannita non sarebbe stato chiuso (ed infatti lo stesso Comitato ci cascò, votando in blocco Pdl perchè aveva creduto alle rassicurazioni dell’ex sindaco). Parole in libertà, chiacchiere al vento ed illusioni a manetta. Esercizi retorici dei quali è maestro.

Passato il santo (cioè  le elezioni regionali) e passata la festa (cioè le promesse) era tempo per Santagata di infondere fiducia col contagocce per perdere tempo e non far capire troppo che lui, in fondo, non tifava proprio per la salvezza dell’ospedale. “Non vi siano ulteriori iniziative da parte degli organi dirigenziali dell’Asl fino a quando non si concordi una ragionevole soluzione utile a salvaguardare la salute dei 70.000 abitanti del comprensorio” (22 aprile 2010). Ma di soluzioni utili qua non se ne sono viste, per dirla alla Cetto, “na beata minchia” (l’ottima idea della cooperativa di medici di base “Samnium” era già stata prevista molto prima che si ipotizzasse la chiusura dell’Ospedale ed era una sorta di potenziamento dell’offerta sanitaria esistente e non una sostituzione di servizi).

Ed ancora: “Sull’ospedale i dati sono confortevoli” (30 aprile 2010). Ed infatti s’è visto. Talmente confortevoli che, tempo qualche mese, non ci hanno pensato due volte prima di dimezzarlo delle sue funzioni. Appena hanno capito che l’atteggiamento era solo quello del cane che abbaiava, non hanno avuto alcuna esitazione nell’accelerare i tempi. Appena si sono accorti che la parola d’ordine di Santagata era “improvvisare”, menando il can per l’aia, si sono chiesti tra di loro come mai l’ospedale di Cerreto fosse ancora aperto.

Poi, prima del colpo di coda finale con piroetta a 360° a favore della riconversione, da paladino irriducibile per mantenere l’ospedale intatto così com’era s’è trasformato definitivamente in guerriero con la spada di cartone, ignorando palesemente decisioni prese all’unanimità dal Consiglio Comunale (l’incontro con il presidente della V Commissione del Consiglio Regionale della Campania, infatti, una sorta di ultima spiaggia, non si è mai tenuto). Infine il cambio di direzione che non t’aspetti. “E’ una grande opportunità che l’ospedale di Cerreto venga riconvertito”. Pensate l’abbia detto De Stefano oppure Zuccatelli o Di Salvo? No, l’ha affermato Santagata il 25 novembre 2010, sempre nelle vesti di sindaco, dimenticandosi di mettersi d’accordo quantomeno con sé stesso. Quando si dice la coerenza. Deve essere questo il famoso elemento di innovazione che ha introdotto e che non si riusciva ad intuire: cambiare idea, e principi, a seconda del vento che tira e delle convenienze del momento. E qualcuno si pavoneggia anche in modo abbastanza convinto di ciò. Contento lui.

A questo punto, visto che per lui la parola data conta un po’ come il due di coppe quando è briscola di bastoni, visto il brulicare di pensieri diversi nel giro di un annetto, sarebbe il caso che ci spieghi su cosa ha condotto la battaglia sull’ospedale: sulla difesa della struttura così com’era o sulla riconversione? Improvvise accelerazioni e brusche frenate su uno stesso argomento non fanno di una persona un esempio di coerenza. Anzi, generano sospetti. A Cetto La Qualunque tutto si può dire tranne che non sia coerente. Se dice che non farà prigionieri, discriminando chi non lo vota, almeno lo dice prima, durante la campagna elettorale. Bugiardo, ipocrita, cinico fino al midollo, irresponsabile, irrispettoso verso chi non la pensa come lui. Questo è il personaggio inventato da Antonio Albanese. Vi ricorda qualcun altro?

Giovanni Pio Marenna, ex consigliere comunale di minoranza

“Da sempre per Cerreto”

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