
di Antonio De Lucia. ( Comunicato della Provincia di Benevento) L’assessore alle politiche formative della Provincia di Benevento, dott.ssa Annachiara Palmieri, è intervenuta con la seguente dichiarazione in merito alle recenti polemiche circa la realizzazione del Polo scolastico di Telese Terme (BN), previsto nel Protocollo del “Progetto EQF” (“Education Quality Facilities”) siglato presso la Rocca dei Rettori in data 12.11.2009 tra l’allora assessore regionale all’istruzione, formazione professionale e lavoro della Regione Campania, dott. Corrado Gabriele, e il presidente della Provincia di Benevento, prof. Aniello Cimitile.
«Non posso e non voglio entrare nel dibattito politico apertosi tra i rappresentanti politici e all’interno della collettività di Telese Terme sulla realizzazione del Polo scolastico, essendo il confronto politico alla base dello stesso di esclusiva competenza dei Soggetti locali: ogni mia parola, dunque, in quella direzione sarebbe una indebita intromissione.
E’ invece mio dovere, per le responsabilità istituzionali che ricopro e, se mi è concesso dirlo, per l’impegno personale (naturalmente, in stretto raccordo e d’intesa con il presidente Cimitile e gli altri Colleghi di Giunta) che profusi per mesi e che continuo a profondere tutt’oggi sul “Progetto EQF”, sgombrare il campo da talune affermazioni prive di fondamento e, comunque, contribuire a fare chiarezza su alcuni punti della questione che precipuamente riguardano compiti e funzioni della Provincia.
1) la Regione Campania non ha mai revocato o cancellato il progetto di realizzare un polo scolastico a Telese Terme. Di tale asserzione ne sono certissima, avendo richiesto proprio in queste ore la conferma agli Organi competenti. E’ vero, invece, che la Regione Campania (con nota prot. 2010 0938315 del 23.11.2010 a firma del Dirigente del Settore Istruzione) chiese alla Provincia documenti integrativi (e cioè: memorie scritte e ricostruzione documentale dei preliminari dell’intesa) all’Accordo siglato tra i due Enti denominato “Progetto Educational Quality Facilities” riguardante la realizzazione di un “edificio segnale”, e cioè omnicomprensivo di tutti i principi di qualità individuati dagli Organismi dell’Unione Europea (PEB / OECD – OCSE della Conferenza di Parigi – CISEM) da localizzare nel territorio di Telese Terme.
Tale richiesta del Dirigente regionale del Settore Istruzione era diretta conseguenza della delibera della Giunta Regionale della Campania n. 534 del 2 luglio 2010 che, nell’esercizio del potere di autotutela, sospendeva l’efficacia del predetto Protocollo perché, come si legge nella citata nota, lo stesso atto pregiudicava il “Patto di Stabilità interno” (vale a dire la limitazione imposta dalla Legge Finanziaria al potere di spesa e di investimento, norma, com’è noto, gravante su tutti gli enti locali, compresi quelli con i conti in ordine e con le disponibilità finanziarie in portafoglio). Allo stato la Provincia, dopo aver fornito gli atti richiesti, attende le determinazioni della Regione.
2) Il progetto esecutivo per il Polo scolastico di Telese Terme non è mai stato redatto a ragione del fatto che il “Progetto EQF” prevedeva una forma sperimentale di progettazione esecutiva congiunta con il CISEM per rispettare i criteri di innovatività e sostenibilità previsti dal PEB / OECD – OCSE di Parigi. Successivamente alla ratifica regionale del Protocollo (che, per l’appunto, ancora non c’è) la Regione stessa avrebbe dovuto insediare il Tavolo tecnico di progettazione che costituisce “conditio sine qua non” all’avvio di tutti gli adempimenti tecnici ed amministrativi conseguenti.
3) non è affatto vero, com’è stato detto, che la Provincia non abbia speso nulla per migliorare l’edilizia scolastica di Telese Terme: basti considerare quanto già fatto e quanto in corso di completamento per l’istituto professionale “Palmieri”.
In conclusione, poiché ritengo che la realizzazione di un Polo scolastico a Telese Terme non sia di interesse esclusivo né di questa, né di quella parte politica, ma costituisca invece patrimonio di tutta la collettività locale, mi aspetto che, messe da parte le polemiche, tutto il Consiglio comunale e la stessa cittadinanza telesina vogliano mostrare la dovuta compattezza e la necessaria unità d’intenti per supportare l’azione della Provincia nella fondamentale conquista, presentandosi con una sola voce alla Regione Campania per chiedere il rispetto delle intese».
Comunicato Stampa n. 2379 del 12 febbraio 2011
La Regione Campania non ha mai revocato o cancellato il progetto di realizzare un polo scolastico a Telese Terme…..nell’esercizio del potere di autotutela, sospendeva l’efficacia del predetto Protocollo perché, come si legge nella citata nota, lo stesso atto pregiudicava il “Patto di Stabilità interno” …NON E’ STATO CANCELLATO E’ STATO RESO INEFFICACE!!! E? LA STESSA COSA…significa che non ci stanno soldi? o no! Se ho capito male correggetemi vi prego…mi sembrate mia figlia che voleva l’automobilina e…si è dovuta accontentare del motorino (a rate!), ma lei è stata piu’ ragionevole e quindi va in motorino…voi…anzi NOI ..nemmeno piu’ il mulino…andate ,anzi ANDIAMO a piedi…o magari qualche altro paese ristruttura qualche rudere (A Guardia c’è un ospizio mai finito)e lo fanno loro il Liceo .Lia Buono.
Per quanto non sia competente in materia credo che ci sia una bella differenza tra revocato e sospeso, se non altro perchè la revoca è definitiva mentre la sospensione è temporanea. Inoltre credo che i cittadini non dovrebbero rimpiangere il fatto di non essersi piegati per una volta alla soluzione più comoda ma di aver preteso quella più efficiente ed adeguata. Inoltre concludo dicendo che dal mio punto di vista non sono certo da rimproverare le giunte comunali e provinciali che in questa occasione hanno cercato di garantire ai cittadini la soluzione migliore ma semmai la giunta regionale che sta venendo meno ai patti già presi. Spero infatti che riescano a far valere le loro (nostre) ragioni se necessario anche per vie legali. Del resto credo che anche sua figlia l’avrebbe presa male se lei le avesse prima promesso la macchinina e poi le avesse dato il motorino. Carlo Calandra
Caro Carlo, trovo nel tuo ragionamento tutti gli elementi che confermano quanto noi cittadini, in genere, facciamo fatica a percepire gli aspetti più realistici delle problematiche che ci toccano da vicino.
Anna Chiara Palmieri si è espressa in politichese ma il senso è quello che diceva già Lia qualche anno fa: il Polo Scolastico è stato presentato ai cittadini come una chimera, un progetto senza una copertura finanziaria, di cui si è impegnata una classe politica che non ha uno, ripeto uno, elemento di credibilità per un servizio o bene reso alla collettività.
Quella classe politica che, per sgombrare il campo da eventuali interpretazioni di campo, ne ho condiviso i programmi ed il sostegno elettorale, ha fallito già altri obiettivi importantissimi nella sanità, la sicurezza, lo sviluppo e l’ambiente.
Esistono responsabilità pesantissime, anche penali, di cui solo l’ipotesi di un finanziamento senza copertura finanziaria è davvero una bazzecola. E’ ridicolo poi, dare la colpa ad altri.
Il Polo Scolastico di Telese è stato solo il frutto di una contrapposizione politica locale assolutamente lontana dai bisogni reali della formazione scolastica. Il CISEM a cui è demandata la progettazione, è una scatola cinese che una volta aperta è costituita delle province stesse. E’ in pratica un modo per proporre mega progetti avveniristici , in cui conta la dimensione di danaro pubblico pilotato dagli stessi committenti pubblici.
Il problema fondamentale della formazione scolastica italiana non è l’edilizia. Quello che sostengono i veri analisti è che la scuola è lontana dal mondo del lavoro. Il vero dramma è l’inadeguatezza dei nostri figli al mondo che dovranno affrontare. La reale responsabilità è della classe dirigente della scuola che non ha nessun interesse a mettersi in discussione perché è costituita da un baronato che avrebbe realmente bisogno dei modelli OCSE… e senza spendere un soldo.
Sign. Di Santo, su alcune delle cose che lei ha detto posso concordare, ma su altre mi permetto di esprimere il mio disaccordo forse con superbia, e sicuramente con un po’ dell’idealismo tipico dei giovani.
Condivido la sua visione della scuola, ormai lontana dalla realtà, dal mondo del lavoro. Frequentare la scuola oggi non aiuta più i giovani a capire la professione che un giorno vorranno fare, anche perché si tratta di una scuola vecchia, sicuramente non al passo con i tempi. E non si può neanche discutere il fatto che la colpa sia della nostra classe dirigente visto che in Italia una vera riforma scolastica non si vede da anni. Tuttavia non posso trovarmi d’accordo con lei sul tema dell’edilizia scolastica. Prima di tutto perché anche se non è il problema fondamentale, è comunque uno dei temi più spinosi dell’educazione in Italia. Secondo me senza una buona edilizia è impossibile dare un’educazione completa ai giovani, senza contare che a mio avviso è anche uno di quei fattori che tengono gli studenti sempre più distanti dal mondo reale. Per esempio per me che ho frequentato il liceo scientifico e ho studiato la biologia, la chimica, la fisica, queste sono rimaste pura astrazione, non avendo praticamente mai avuto la possibilità di entrare in un laboratorio e non avendo mai avuto quindi l’occasione di toccare con mano, di vedere nel mio piccolo cosa fa davvero un biologo, un chimico o un fisico. Laboratori che insieme ad una adeguata strumentazione diventano sempre più importanti quanto più la tecnologia avanza e pervade la nostra società, sopratutto nel mondo del lavoro.
In secondo luogo il fatto che l’edilizia scolastica non sia un elemento determinante non può comportare la scelta di un edificio assolutamente inadeguato. Il concetto che ha espresso prima la sign.ra Buono secondo me è gravissimo. Annulla l’essenza stessa della democrazia. I nostri amministratori non Amministrano un patrimonio proprio ma una res publica . Noi cittadini che li votiamo abbiamo il diritto, e secondo me il dovere civico di controllare come vengono spesi i nostri soldi e che le scelte effettuate siano le più adeguate per tutti. A prescindere dal caso di specie su cui ognuno si è fatto o si può fare una propria opinione circa l’adeguatezza dell’edificio in questione e a prescindere da ogni contrapposizione politica o personale che sia, credo che quello del “non lamentarsi altrimenti rimaniamo a piedi” sia una concetto che non può in alcun modo conciliarsi con la democrazia e lo stato di diritto. I cittadini hanno il diritto/dovere di fare un’analisi critica delle scelte dei proprio amministratori senza avere paura di perdere quelli che sono sicuramente loro diritti e non concessioni.
Concludo dicendo che sicuramente non sono in grado di dire se una copertura finanziaria ci fosse o meno per il progetto, sicuramente però c’era una accordo tra regione e provincia. E se ho ben capito a venire meno è stata la regione per questioni di stabilità economica e non la provincia. Di conseguenza spero che i nostri amministratori riescono a farsi valere visto l’affidamento che avevano posto nell’accordo già siglato e visti i danni che sicuramente la mancata realizzazione del progetto porterebbe al nostro paese, e all’intera valle telesina.
Francamente Carlo, non riesco proprio a capire cosa c’è di gravissimo nelle affermazioni di Lia.
Nel suo esempio familiare, la figlia le chiede la macchinina ma le risorse consentono solo l’acquisto di un motorino. So che ci sono genitori che spendono più di quanto guadagnano ma è evidente che lo fanno con i debiti e spero che tu non condivida questi modelli educativi.
Nel nostro caso, considerando che le risorse pubbliche non sono affatto rosee, e siamo pieni di debiti, credo sia ragionevole calibrare una soluzione al problema dell’edilizia scolastica, compatibile con le risorse realmente disponibili. Tutto qui. Poi, con i debiti si fa tutto ma bisogna un giorno anche pagarli.
In merito alla vicenda del mulino, non credere che sia tanto ingenuo poi, da non ritenere che ci siano degli interessi privati anzi, ne sono certo quanto te.
Ritengo che quando un interesse privato coincide con quello pubblico, non lo trovo eticamente scorretto. Bisogna solo vigilare che l’interesse pubblico rispetti dei parametri prefissati. E’ ovvio. E’ questo il compito di un amministratore e non demolire l’interesse privato, e con esso, anche quello pubblico.
In quel caso si sarebbe risolto anche un indubbio problema di degrado architettonico di archeologia industriale. A Napoli c’è un museo della Scienza che era una fabbrica siderurgica ed è stato apprezzato a tutti i livelli.
Riconosco che è difficile stabilire quale sia l’interesse privato meno ingiusto ma la soluzione eticamente inoppugnabile si potrebbe ottenere solo con l’abolizione della proprietà privata e tutte le società a noi paragonabili che l’hanno sperimentata, sono implose nella più banale negazione dei diritti fondamentali dell’uomo.
Ti dico infine sommessamente, se ritieni che nell’operazione del Polo Scolastico di Telese non ci siano ‘altri’ interessi privati…i nostri punti di vista rimarranno ancora lontani.
Sig. Di Santo cercherò di spiegarmi meglio. Il mio discorso prescinde dal caso concreto. Non parlo del mulino in particolare. Il concetto che cerco di esprimere è questo. La figlia della Sig.ra Buono sicuramente non ha un diritto ad avere l’automobilina o il motorino. Il motorino è una CONCESSIONE che la madre le fa per ragioni personali e guardando alle possibilità patrimoniali della famiglia. Un’edilizia scolastica adeguata non è, invece, una concessione dell’amministrazione, ma è un diritto garantito dalla costituzione per diverse ragioni: interesse degli studenti ad una istruzione adeguata, interessi degli studenti ad un ambiente sicuro, sicurezza sul luogo di lavoro, ecc… Sicuramente questi interessi vanno controbilanciati con altri interessi come quelli patrimoniali della provincia e della regione. Dovendo però sempre ricordare che la scuola è un servizio per gli studenti finalizzato all’istruzione ed è a questo risultato che dovrebbe puntare. I nostri amministratori fanno nell’ambito della loro attività regolamentare caso per caso delle valutazioni degli interessi in ballo e scelgono le soluzioni per loro più adeguata. Ogni cittadino in una democrazia ha il diritto/dovere però di controllare quali siano le scelte effettuate dall’amministratore e valutare se le ritiene adeguate a controbilanciare gli interessi in campo. Diritto/dovere derivato dal fatto che i nostri amministratori gestiscono i nostri beni, dal fatto che siamo noi a eleggerli e che siamo noi che direttamente o indirettamente possiamo far sì che questi continuino con il loro operato o vadano a casa. E’ ovvio che io non mi permetterei mai di giudicare l’opinione che in merito si è fatta Lei o la signora Buono indipendentemente dalla corrispondenza di questa con la mia valutazione personale. Il problema però sorge in questo punto. Io cittadino, che ritengo che una determinata scelta del legislatore non sia la più adeguata valutati gli interessi in ballo (in questo caso dal mio punto di vista anche costituzionali) ho il diritto di contestarla in tutti i modi leciti sia politici che giuridici, senza temere che un’eventuale protesta comporti la perdita del diritto stesso, che (mi scusi le ripetizioni) in quanto diritto è dovuto al cittadino e non arbitrariamente concesso come in una monarchia assoluta del ‘400. Mentre ad un’eventuale protesta di sua figlia la signora Buono potrà negare la sua concessione, in quanto ha il pieno e assoluto diritto di gestire il suo patrimonio come meglio crede, i cittadini di una democrazia non devono temere di contestare i proprio amministratori (sia chiaro sempre in maniera lecita) per la paura di perdere dei diritti, perché questi in quanto tali sono dovuti e non concessi. Accettando di rimanere in silenzio davanti a eventuali prevaricazioni dell’amministratore (ribadisco sempre che il mio discorso è in astratto) nei miei confronti o noi confronti della collettività perché temo delle ripercussioni nei miei diritti, io mi dimostro suddito (un mero cliens) e non cittadino. Lo ribadisco ancora ancora per chiarezza quello che io difendo è quel diritto di libera espressione ed di libera critica garantito ex art 21 della costituzione e che è fondamentale per una democrazia. quello che io contesto è lo state zitti o andate a piedi, che come ho gia detto mi sembra del tutto incompatibile con la democrazia. Non mi permetterei mai di sindacare l’opinione di merito espressa da lei o dalla signora Buono.
Per quanto riguarda la valutazione nel caso di specie, io personalmente sono stato tra i protestanti pur non avendo alcuna ragione nè personale nè politica per farlo. Sicuramente non sono così sciocco da credere che tutti i protestanti fossero mossi da effettivo interesse nella questione. Nonostante questo, da persona che l’ha vissuta all’interno escludo categoricamente che la protesta sia stata dettata esclusivamente da ragioni politiche e personali, anche perché altrimenti dubito che la questione avrebbe assunto le proporzioni che poi ha effettivamente assunto. La protesta è nata dall’effettivo timore o dall’effettiva disapprovazione di tanti studenti insegnati e cittadini in generale a una scelta ritenuta sbagliata. Mi limito a fare un’ultima considerazione strettamente personale nel merito. I Licei Scientifico e Classico sono una grande risorsa. Dal mio punto di vista meritano una sistemazione adeguata come l’hanno avuta altri istituti come il turistico di Faicchio che comunque ha un’utenza inferiore
Ho apprezzato e condiviso largamente il contenuto del tuo intervento ma permettimi di continuare a credere che molti ragazzi siano stati plagiati e ti spiego le mie ragioni.
Io ho tre figli che hanno frequentato tre diversi licei della nostra zona e vivo con loro da nove anni i problemi di cui parliamo.
Per ragioni professionali ho avuto l’opportunità di conoscere diverse realtà del nord Italia, molte europee ed altre extra continentali. In nessun caso esiste un paradosso come da noi in cui il liceo, che è una scuola di nicchia, è diventata una scuola di massa.
La nostra offerta formativa ad indirizzo professionale è inferiore al 30% e il panorama universitario non incoraggia per niente.
Negli assi portanti della nostra economia locale basati sull’agricoltura e derivati, non c’è una sola scuola di agraria o di enologia. I nostri artigiani si formano come due secoli fa ed e non parliamo di professioni emergenti, le arti, la comunicazione…niente di niente.
Non credere poi, che queste analisi non siano state già fatte dagli organi preposti regionali e provinciali. Sono cose che si conoscono benissimo da anni ed un progetto di edilizia scolastica tanto ambizioso non va presentato con dei modelli ancora da studiare enfatizzando solo la portata finanziaria di cui tra l’altro, non esiste nemmeno copertura . Non si può prescindere da uno serio studio preliminare di compatibilità sociale ed ambientale, da una larga concertazione territoriale per individuarne gli indirizzi e dalla consapevolezza di un mondo che evolve alla giornata a cui sarà sempre più difficile starci dietro. Sarebbe importante sapere prima cosa serve, poi cosa abbiamo ed infine calibrare una struttura…stiamo facendo esattamente al contrario e non è solo la struttura a formare uno studente se non ci sarà una classe docente riadeguata. Questo è un problema serio perché io, in trent’anni di esperienza lavorativa devo continuare a studiare per rimanere in passo col mio lavoro e spesso puoi ricorrere solo alla metacognizione. La scuola è solo un primo passo in un percorso complesso e tortuoso e a cominciare bene si fa metà dell’opera. Mi auguro sinceramente un buon esito.