
di Rocco Minicozzi (Cittadini in movimento). Anche la nuova amministrazione comunale di San Salvatore Telesino, nonostante i proclami e le promesse, alla prova dei fatti, non si può dire abbia fatto di trasparenza, informazione e partecipazione dei cittadini, un suo tratto distintivo.
Forse l’unico argomento sul quale i consiglieri comunali, sia di maggioranza che di opposizione, sono stati prodighi di scritti e comunicati, è quello della situazione del bilancio comunale, ma solo per proseguire una polemica, condita da acredini personali, iniziata già in campagna elettorale e che si vuole tenere viva senza che ciò susciti più alcun interesse da parte dei cittadini. Le “sofferenze” del bilancio sono ormai un fatto acclarato, e non serve perdere tempo ed energie a stabilire di chi sia la responsabilità di tale situazione: meglio sarebbe adoperarsi per trovare soluzioni. E meglio ancora sarebbe cercare soluzioni condivise con i cittadini.
Come chiediamo ormai da anni, dovevano essere attivati canali diretti di comunicazione e di informazione (incontri pubblici anche zonali, tavoli tecnici, conferenze tematiche, ecc.) in maniera da attivare una partecipazione, il più possibile consapevole, prima di assumere determinate decisioni.
Ed invece, anche la nuova amministrazione ha ritenuto di dover operare le sue scelte, in diversi ambiti (bilancio economico-finanziario, organizzazione e responsabilità degli Uffici comunali, nuovo Piano Urbanistico Comunale, affidamento del servizio di raccolta differenziata, ecc.), e con notevoli impatti e ripercussioni sulla vita quotidiana della collettività, attuale e futura, in termini sia economici che sociali (tasse, salute, fruibilità dei servizi, verde pubblico, spazi comuni, ecc.) fidando solo su se stessa, senza mai un confronto pubblico e senza mai la possibilità di proporre alternative.
Evidentemente, anche per l’attuale amministrazione, la cittadinanza non è un soggetto attivo con cui confrontarsi continuamente, cui dar conto e spiegare le motivazioni di scelte e decisioni. E ciò, alla luce di quello che è accaduto nel passato (per esempio per la vicenda inceneritore) e dopo le recenti disposizioni legislative in materia di funzionamento della pubblica amministrazione, diventa sempre più inaccettabile.
In perfetta coerenza con tale situazione, negli ultimi giorni sembra ripetersi lo stesso copione di sempre: di fronte ad un problema che interessa tutti (l’accertata impossibilità di vendere un terreno per fare cassa e ripianare un “buco” di bilancio, con responsabilità, sembra, non solo politiche, ma anche amministrative), e si fanno riunioni di giunta o di maggioranza, si dà qualche notizia (forse) ai consiglieri di minoranza, e si cerca un’altra “soluzione” da imporre ai cittadini, che come sempre apprendono le poche notizie sullo stato delle cose dal chiacchiericcio di strada e dalle notizie di tanto in tanto pubblicate su giornali locali.
Dato il difficile momento che stiamo attraversando e lo spettro del dissesto finanziario che sembra profilarsi all’orizzonte, sono invece necessarie prima di tutto informazione e chiarezza verso la cittadinanza per analizzare le criticità e condividere le possibili soluzioni.
La “comunicazione” del Sindaco al Consiglio Comunale del 28 dicembre scorso, di cui alla deliberazione n. 60, recentemente pubblicata sul sito del comune, è gravissima! Avevamo dunque ragione: quella porzione di territorio comunale di circa 6000 mq in località “acqua fetente”, sul torrente Grassano, non poteva essere venduta come terreno edificabile per farvi costruire due orrendi palazzi progettati dallo stesso Comune. Infatti anche la provincia di Benevento, con la procedura in corso per l’approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, intende tutelare quella zona, insieme a tutta la collina di Pugliano, la Rocca, Monte Acero, Telesia, ecc., considerandola di assoluto pregio ambientale e paesaggistico. E invece era tutto pronto per la vendita! Anche la Soprintendenza aveva approvato (!), e l’asta era fissata per il 16 dicembre scorso, senza tenere conto delle “intenzioni” della Provincia, senza ascoltare i cittadini e, sembra, senza nemmeno avere le “carte a posto”.
Se qualcuno, pur se all’ultimo secondo, non avesse fatto trapelare la verità (quel terreno non è edificabile), oggi si sarebbe dovuto constatare la deliberazione di un reato da parte dell’amministrazione comunale.
A questo punto dovrebbe essere chiaro a tutti che sui fatti che riguardano l’amministrazione del nostro Comune è necessaria assoluta chiarezza (cerchiamo di stemperare con un gioco di parole), e non solo! Occorre competenza, impegno, metodo, passione, ma anche umiltà, capacità di ascoltare, …
La maggioranza come l’opposizione, al di là anche delle loro “buone” intenzioni, continuano nella sostanza a svolgere il loro ruolo con le vecchie logiche e a rapportarsi ai cittadini come soggetti passivi non degni di confronto e di attenzione se non per quanto serve a conservare il loro individuale consenso, e dei quale ricordarsi, come comunità portatrice di interessi collettivi, alla scadenza del mandato elettorale, quando gli si chiederà nuovamente il voto, magari con le stesse promesse che nel frattempo sono rimaste lettera morta.
E’ ora necessario che si faccia tesoro di quanto è successo e che si cambi definitivamente il modo di amministrare questo paese. Se questa amministrazione è in grado di fare autocritica e di cambiare, bene, altrimenti è meglio che si azzeri tutto e si ricominci d’accapo.
Cittadini in Movimento
Oltre che dal sito istituzionale la delibera che include la comunicazione del sindaco, citata nel comunicato, si puó scaricare da:
http://www.box.net/shared/kufoq5ynvn
Trovo molto interessanti anche se – ahimè – ripetitivi gli spunti offerti dal conterraneo Rocco. Quella della partecipazione è una minestra riscaldata e giammai consumata, e tutto sommato credo che quello dell’ “arroccamento” sia un vero e proprio fenomeno socio-antropologico radicato nella storia dei poteri e non solo nel contesto attuale. E’ pur vero che il “political network” è un target fondamentale nell’ambito di una moderna gestione della cosa pubblica e devo pur dire che molti degli uomini coinvolti direttamente o dietro le quinte della ormai non più nuova maggioranza avevano lanciato tempo addietro (tra le fila della allora minoranza) segnali di un allargamento popolare dell’informazione poltica (mi riferisco al periodico giornalino dell’associazione Minerva), segnali che ora non possono che essere macchiati dall’ombra dell’ipocrisia e della semplice polemica demolitiva (una versione locale dell’ostinato antiberlusconismo afinalistico). Purtroppo oggi la realtà è questa, ma il dato fondamentale è che essa è sotto gli occhi di tutti! E allora mi chiedo: a parte Rocco, l’amico Franco, me e davvero pochi altri, dov’è San Salvatore? E soprattutto, dov’è San Salvatore di fronte a problemi e scandali e mancanze e abusi gravissimi, così gravi da rendere quasi secondarie tematiche come l’ambiente e la partecipazione attiva? Allora se la montagna non va da Maometto sarebbe forse giusto che sia il popolo ad alzare la voce, perchè oggi a San Salvatore si dorme, e si dorme mentre fuori qualcuno fa un baccano assordante.
Ciao Antonio, concordo pienamente sulla tua incitazione a non restare passivi.
Voglio fare 2 brevi precisazioni per spiegare cosa c’è dietro la nostra insistenza sulle 2 tematiche che hai citato e che spesso sono oggetto delle nostre “faticose” iniziative:
1) La partecipazione, oltre che un diritto in sè, costituisce, nella peggiore delle ipotesi, uno strumento che aiuta a prevenire iniziative poco chiare come quelle di cui stiamo parlando o a cui stiamo alludendo (il fatto stesso di dover sempre parlare di allusioni, sentito dire o chiacchiericcio di strada sui temi del nostro Comune la dice lunga).
2) La (non)gestione del nostro ambiente e del territorio che ne fa parte sono, quasi sempre in maniera inevitabile (essendo la nostra ricchezza principale), al centro dei problemi, degli abusi e talvolta degli scandali che periodicamente ci colpiscono e comunque costituiscono la cartina al tornasole di come tutti noi vediamo, più in generale, i nostri beni comuni e la qualità della vita nel nostro paese, attuale e futura.
Un abbraccio dal tuo amico.
Precisazioni giustissime Franco, ma in effetti il mio commento voleva essere additivo e non esclusivo alle parole tue e di Rocco. Ma il punto è lo stesso, e la domanda resta inevasa: dove siamo? Dove siamo come popolo intendo? Concorderai con me che qui si parla di delibere, fatti tecnici, etc etc. Ma ci rendiamo conto che QUOTIDIANAMENTE accadono cose di una eccezionalità eclatante e sotto gli occhi di tutti e nessuno parla? Ora, poco conta se se ne venga al corrente per vie ortodosse o meno; io sottolineo il fatto che nonostante quel poco che trapeli dal palazzo o che ti vien fatto spudoratamente “annanz a l’uocchie” nessuno parla! Per il resto, ti ripeto, concordo con te e Rocco, ma quello che auspichiamo insieme è già ad un livello superiore: qui c’è una mentalità di fondo da rifondare, e non in chi governa bensì in chi elegge!