di  Michele Palmieri. Attori: finzione! Finzione! Padre: ma quale finzione, realtà! Realtà Signori, realtà! (Luigi Pirandello.) Bisogna partire da qui, dal prendere consapevolezza che abbiamo bisogno di vivere la realtà e smettere di raccontare o credere in favole mal costruite e mal raccontate.

Siamo al bivio, ci troviamo a dover decidere se continuare a respirare a singhiozzo o se riuscire a pretendere più aria. Basta guardarsi intorno per capire, che il caos la fa da padrone, che il potere si è dichiarato autonomo e fa praticamente ciò che vuole.

Ci ritroviamo ad essere manipolati, siamo passati da società dell’usa e getta a persone che vengono usate e gettate via dalla società. Gia Karl Marx, quando questa cultura disfattista emanava ancora i primi vagiti la definì: “un genocidio delle culture viventi”. Bisogna capire che da questo modello di sviluppo avviato alla pretesa imperativa dell’essere e dell’avere, ha debilitato se non distrutto quella scala di valori, di diritti, di mos maiorum, che poteva far mantenere sano l’humus e lo status quo di cittadini e persone.  Un cambiamento non voluto ma imposto.

Siamo passati da una dittatura, da un regime, come quello del ventennio; il quale aveva come scopo ultimo l’acculturazione e l’omologazione. Per raggiungere tale scopo arrivò ad usare i metodi della distruzione del pensiero,della distruzione delle opposizioni, l’annullamento o l’assorbimento dei mezzi stampa e l’uso del confino per i dissidenti; oltre all’abbattimento della democrazia stessa.

Il regime consumistico invece, è riuscito a rompere le particolarità, e lo ha fatto in maniera veloce ed indolore. Un ruolo particolare l’ha giocato anche la voglia innata dell’uomo di conformarsi e di volere, accentrare tra le sue mani qualsiasi tipo di potere e per ottenerlo è stato capace di svendere se stesso e chinare la testa.

La voglia di potere è visibilissima anche in Italia, dove l’ideale politico cambia in base ai finanziamenti, alla compravendita di favori e agli assetti politici che determinano poi i posti al sole in parlamento. Siamo vittime schiacciate da abusi di potere di persone che al bene comune hanno anteposto il bene personale.


Viviamo, lo spettacolo di un circo in cui ognuno esibisce la propria e bella oratoria, la bella tavoletta, il bel monologo, tutto condito da un sorriso impeccabile. Un sorriso ingannevole, che nasconde un’Italia decaduta e decadente. Un’Italia che non sa più credere alla bellezza e alla grandezza estrema della sua storia e del suo cielo. Siamo un popolo disilluso, preso in giro, dove: tutto è servo di pochi!

Viviamo, in un paese dove fa più rumore una foglia che cade, che una scoperta scientifica; in un paese dove la storia è trattata come inutile sasso, ma facendo dell’idiozia una gran virtù! Siamo un paese al collasso, che ha perso il sonno. Viviamo, in paese dove chi chiede diritti e futuro è bollato come anarchico e manganellato come un fuorilegge. Un paese dove chi sciopera perché disperato e senza lavoro è dichiarato malato, un pazzo, un sobillatore. Siamo un paese schiavo dei giochi di palazzo che continua a prenderci in giro.

Siamo però arrivati alla fine del banchetto inaugurato dalla DC , prolungato dal PSI e definitivamente consumato da Berlusconi ed i suoi esoterici adepti. Siamo alla stretta finale, dove dover decidere se volere una dittatura(visto che il capitalismo ha rotto le particolarità), oppure decidere di essere popolo sovrano dove la salute, lo studio, il lavoro siano diritti garantiti e non scambiati come contropartita in inutili ricatti. Realtà! Realtà ci vuole per questa Italia che affoga nel suo mare e si intrappola nelle sue paludi. Dignità, va richiesta per questa gente svenduta e marchiata come carne da macello.

A dirla tutta mi vergogno a vivere cosi, ma non smetterò di parlare finché il mondo avrà le sue brutture e finché non arrivi la tanto attesa, sperata e desiderata primavera di cambiamento.

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