
di Lucio Garofalo. Non è lontano il tempo in cui i giovani erano accusati di essere disimpegnati politicamente. Ora che iniziano a mobilitarsi per i propri diritti sono temuti e stigmatizzati quali “terroristi” e “potenziali assassini”. Come si fa a giustificare una simile discordanza di valutazioni? E’ evidente l’incapacità di cogliere la reale natura di un fenomeno che in molti temevano, una sollevazione generazionale che finora ha raggiunto il suo culmine nelle agitazioni di massa del 14 dicembre, lo spauracchio di una rivolta sociale contro la condanna del precariato che incombe sull’avvenire dei giovani.
Una battaglia per la salvaguardia dei diritti e dei salari, per il mantenimento della scuola e della sanità pubblica, per la tutela del territorio, potrebbe apparire una posizione puramente difensiva e di retroguardia, di stampo conservatore. E in un certo senso lo è. A tale proposito richiamo quanto sosteneva Pasolini oltre 35 anni fa, cioè che in una società capitalistica e consumistica di massa che promuove “rivoluzioni di destra”, i veri rivoluzionari sono i “conservatori”. In effetti, le rivoluzioni in atto nella società contemporanea sono di natura regressiva e liberticida, sono mutamenti violenti prodotti dalla globalizzazione neoliberista, in ultima analisi sono “rivoluzioni conservatrici” in quanto funzionali a un disegno di stabilizzazione conservatrice dell’ordine vigente.
Dunque, coloro che si impegnano per arginare la deriva autoritaria e contrastare le offensive capitalistiche contro i diritti e le conquiste dei lavoratori, per resistere agli assalti eversivi della destra oltranzista, coloro che si battono per salvaguardare le condizioni residuali di legalità democratica, le tutele sociali e costituzionali, sono oggi i veri conservatori, sono cioè i veri rivoluzionari. Per chiarire il concetto suggerisco di pensare al sedicente “rivoluzionario” Marchionne, il supermanager della Fiat. Costui, per avallare le proprie tesi eversive, si appella alla nozione di “progresso”, mentre la Fiom rappresenterebbe un’organizzazione sindacale “conservatrice”. In questo ragionamento è presumibile che gli studenti mobilitati per la difesa della scuola pubblica, malgrado i limiti e le inefficienze del sistema, siano attestati su posizioni di “conservazione”, dunque siano i veri rivoluzionari dell’attuale situazione.
I movimenti esprimono un bisogno di protagonismo e di autorganizzazione dei soggetti sociali che non si sentono più rappresentati dalla politica ufficiale del palazzo. Mentre l’opposizione parlamentare è paralizzata, le masse prendono coscienza del loro destino e si sa che “i popoli non vogliono suicidarsi”. Alla recessione internazionale si sta reagendo con forme spontanee di resistenza, in cui riacquista vigore l’idea dell’unità delle lotte. Fino a ieri le vertenze erano disperse e atomizzate. Di fronte alla gravità della situazione economica la convergenza delle lotte in un unico movimento diventa vitale. E’ possibile organizzare una opposizione di massa, formata da voci plurali e diverse, unite nel tentativo di salvaguardare il futuro e la dignità dei lavoratori, contro le politiche concertate da Governo e Confindustria che mirano a riaffermare il primato del profitto individuale a discapito dell’interesse generale.
Mi è molto difficile argomentare con Lucio Garofalo. Ci
provo. Perché i problemi che pone hanno un substrato ideologico che non ci sarebbe nemmeno bisogno di rimarcare. Il marxismo è basato su idee geniali condivisibili. E’ la prassi che fa orrore. Abbiamo visto
di tutto nei paesi dove il marxismo si è realizzato nel
Comunismo. Fame, coabitazione, massacri di individui appartenenti ad intere categorie sociali. Milioni di morti ammazzati. Eminenti dissidenti fatti credere pazzi, giudicati tali nei processi e spariti nel nulla. Governanti comunisti creatori di dinastie, vedi Corea del Nord o Cuba. Pazzi scatenati come Pol Pot in Cambogia, altri milioni di morti e quella infelice nazione diventata meta di turismo sessuale e di abusi sui minori. Basta. Vedere Diliberto furiare sotto bandiere falce e martello gridando: “abbattere il TIRANNO!” Ho pensato: ma di che parla, Stalin, e tutti gli accoliti e di tutti quelli sunnominati? No, Diliberto parlava di Berlusconi! nell’imminenza del voto di sfiducia alla camera contro il governo liberamente eletto dal popolo e liberamente riconfermato in parlamento.
Ora, per rientrare nel discorso dei diritti dei giovani, del loro stato di disagio, della disoccupazione, del precariato ect.ect. Intanto i giovani dovrebbero avere anche dei doveri, perché a furia di parlare di ‘diritti’ abbiamo dimenticato l’altra faccia della medaglia. I giovani hanno il diritto di manifestare ma non quello di incendiare, non quello di frantumare vetrine, non quello di dissestare strade per per rifornirsi di sanpietrini da scagliare sulla testa dei…proletari in divisa…come diceva Pasolini. Fare il poliziotto o carabiniere etc. spesso è una scelta
residuale di giovani che non sanno cos’altro fare. Inoltre i precari: la Democrazia Cristiana sistemava tutti precari saturando di bidelli le scuole, di addetti alle poste, nel pubblico impiego, e così in ogni settore della vita pubblica ed elargendo pensioni d’invalidità a tutti i loro galoppini, facendo migliaia di opere pubbliche faraoniche mai completate o inutili. Fu in quel periodo che il debito pubblico nazionale è arrivato alle stelle. Poi c’è stato l’Euro e il Patto di Stabilità a causa del quale tutti i paesi aderenti alla Comunità Europea sono sotto sorveglianza della BCE e della Banca Mondiale per non dire della Banca d’Italia. Poi è arrivata la crisi mondiale che ha messo in ginocchio
l’economia…Vorrei dire sommessamente una cosa soltanto: dal 1994… quando scese in campo quel…Tiranno di Berlusconi… la Sinistra è andta al governo 4 volte, salvo confusione: Dini, Prodi, Dalema, Prodi. Allora: può venire anche a te il sospetto che al di là delle parole (una mia cara amica diceva: ‘i chiacchiere fanno i chierchie’. Direi che sarebbe meglio, per qualsiasi futuro governo, aspettare che passi la nottata. Ma il Comunismo no!
Scusami la lungaggine e qualche ‘scarrafone’
e.e.
Lucio Garofalo, senza peraltro mai dare l’impressione di avere una posizione “ideologica”, ha proposto a vivitelese un’analisi assolutamente lucida dell’attuale situazione socio-politica italiana (e non solo), peraltro largamente condivisa da tantissimi giovani (e non solo), come si può facilmente verificare leggendo i commenti sui blog (per esempio quello di Grillo) e sui social network.
Ha anche criticato apertamente la “sinistra” parlamentare accusandola, a ragione, di “paralisi” (io aggiungo che è assolutamente inadeguata, come ha dimostrato negli anni, sei anni negli ultimi 16, in cui ha governato).
E riceve (da destra? da un “berlusconiano non ancora sveglio”?) una risposta demolitrice e “minimizzante” basata sul suo presunto “ideologismo”.
Il “movimento” di protesta in atto (sempre più unito nella sua azione, come acutamente osserva Garofalo), non è riconducibile alla sinistra, ma è assolutamente trasversale, ed ha iniziato, finalmente, a difendere i propri diritti e i beni comuni, consapevole, tuttavia, della necessità di eliminare sprechi e privilegi.
Andiamo a paragonare i compensi di Marchionne (3 mln di euro di retribuzione fissa, cioè non legata ai risultati, più 1,7 mln l’anno legati ai risultati + le stock option cui ha diritto ogni anno, legate al valore del titolo FIAT, monetizzabili, in questo momento, in 100 mln di euro) con quelli degli operai FIAT: i 100 mln che Marchionne potrebbe incassare vendendo subito le sue stock option, sono lo stipendio annuale di 6.400 operai. Secondo me ha ragione la “conservatrice” FIOM!
P. Santillo
I problemi che denuncia Garofalo sono su tutti i giornali,
le TV e ripetuti in tutte le salse nelle trasmissioni di approfondimento. Sull”ultima notizia che riguarda Marchionne il Corriere.it di oggi ha aperto un sondaggio giusto/non giusto. Peraltro non precisa se i 100milioni annui che gli paga la FIAT siano lordi o al netto da imposte. Ma sinceramente la questione non mi appassiona più di tanto Allora, dov’è la novità?
Giusto per capirci, di Destra lo sono da sempre: da operaio, da emigrante, da facchino, da ‘menestraro’, da manovale muratore, da zappatore e da artigiano, anche se ho più amici a Sx che a Dx, semmai è Berlusconi che, dopo essere stato socialista, è spuntato nel Centrodestra. Per finire Pierluigi,
malgrado la mia età sono più sveglio di quanto tu possa credere e l’odore (o la puzza), a seconda dei casi, dell’ideologia la sento da lontano. Ma tu pensi veramente che io non sappia che quando arriva una bolletta da pagare, o un tributo, con tutti gli aumenti che crescono e i salari e le pensioni che stanno ferme per le famiglie monoreddito si scatena un dramma?. Come quando bisogna comprare i libri a inizio d’anno scolastico per chi ha due/tre figli si devono fare i conti se fare un mese di digiuno o correre dai nonni (se ci sono) per farsi aiutare?
La mia idea e quella di fare pochi arzigogoli mentali,
per osservare le cose terra-terra. I mega problemi non li risolveranno le sfilate, gli scioperi e gli improperi che pur servono a testimoniare il disagio delle categorie; invece di pensare a Marchionne addottoratevi sul fatto che la situazione in Europa (e Italia) e talmente grave che la Cina, si quella di piazza Tienanmen, se non avete dimenticato quel ragazzo con una busta di plastica in mano che bloccava i carriarmati, e quell’orribile notturna strage di ragazzi innocenti, ci sta dando una mano per risorgere. La Cina, sì.
Senza rancore.
e.e.