
di Angelo Leone. Telesino da sempre, sognatore da molto. Ho sempre amato il paese che mi ha dato i natali e che mi ha visto nascere, crescere e pascere.
Ora, approfittando della cortesissima ospitalità di “Vivitelese”, voglio rendere partecipi di questo mio “sogno” tutti quei cittadini che avranno tempo e voglia di leggermi.
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- Prima Parte pubblicata da ViviTelese il 26 ottobre 2010
- Seconda parte pubblicata da ViviTelese il 31 Ottobre 2010
- Terza Parte pubblicata da ViviTelese il 10 novembre 2010
- Quarta Parte pubblicata da ViviTelese il 27 novembre 2010
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Continuo a raccontarvi il lungo sogno,
che tanto bene dentro mi ha apportato:
Sul Viale rettilineo ed alberato
che a Minieri Eduardo resta intitolato
continuo -calmo- la mia passeggiata
e, più cammino e osservo,
più sento -finalmente-
l’orgoglio di sentirmi telesino!
Questo Viale ch’è stato sempre il vanto
di tutti gli abitanti del paese
da tempi più remoti fino a pochi anni orsono,
ora è rimigliorato interamente.
Sotto i miei piedi, per il calpestio,
non sono più cubetti di cemento,
non c’è più pavimento dissestato,
ma tutto marmo ad arte bucciardato.
Ci si può camminare con certezza
sia con ciabatte e sia coi tacchi a spillo,
ma, cosa ancora a me più sorprendente,
è un bel “cartello” messo in evidenza,
ben integrato nel gaudioso ambiente,
che recita preciso, senza dubbio:
“ISOLA PEDONALE PERMANENTE”
dalle ore sei fino alle ventiquattro.
Le file di negozi ad ambo i lati,
tutti con le “vetrine”assai addobbate,
con luci e fiori disposti con buon stile.
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Tra il Viale e il controviale che lo affianca
ci sono aiuole con tanto verde e fiori
che formano una festa di colori.
Gli alberi che costeggiano il Viale
mi fanno rimembrar “platani” antichi
e, come quelli, son ben ramificati,
pieni di belle foglie e grandi fiori.
Coi rami che s’intrecciano protesi
formano un “tetto”, in alto, sulla strada
assicurando il fresco tutto il giorno
e non bagnarsi manco quando piove.
Guardando le “vetrine” sui due lati
mi rendo conto che mò molto è cambiato.
Sicuramente pure i commercianti,
senza auto e moto ma solo coi pedoni,
avranno da attirare l’attenzione
mettendo in bella mostra i loro oggetti
per invogliare tutti a far gli acquisti.
Sono anche certo che tutti i loro affari
sono aumentati molto, a dismisura,
poiché chi osserva bene le vetrine
ed invogliato entra a fare spesa
non è di certo chi corre con la moto
od al volante è impegnato per la guida,
ma certamente chi cammina a piedi
ha maggior tempo per poter “guardare”
e, stimolato, entrare per comprare.
– 28 –
Procedo soddisfatto il mio cammino
e, alla mia destra -dove una volta c’era
“La Pagliarella”, lo storico locale
gestito con amabile perizia
da quel Ferrigni Arturo e dalla figlia,
che offrivano ai clienti “piatti” buoni
con i “contorni” sempre genuini
e un ottimo soggiorno reso lieto
da simpatia con grande cortesia-
mò quel locale non è più lo stesso
“Alcina Garden” adesso è il nuovo nome
e si presenta sempre molto bene
e, ancora con buon stile e con giardino,
ha i tavoli che stanno tra le aiuole.
Ora più avanti vedo Via Tanzillo,
la guardo fino in fondo e con piacere,
noto ch’è stata ben pavimentata
col “porfido” ad arte sistemato.
Cammino ancora ed alla mia sinistra
vedo l’imbocco di Via De Nicola
che appare molto bene rinnovata
con pavimento sistemato bene
che, senza avvallamenti e interruzioni,
rende il passaggio facile e sicuro.
All’improvviso, resto un po’ abbagliato
da una visione magica, sospesa.
– 29 –
La “bouganville” di Guido ch’è Selvaggio
(che io chiamo Cavaliere-Presidente)
dal suo balcone copre il controviale
e, come una grande nuvola fiorita,
lambisce -con contorni frastagliati-
le case ai lati e gli alberi stradali.
Forma una “copertura” per riparo
e, coi suoi fiori, rasserena i cuori.
Guardo dall’altro lato ove sul Viale
sbocca la Via intestata a Matteotti
e guardo fin dove la mia vista arriva,
notando che anche tutta questa strada
risulta molto ben pavimentata.
Dopo pochi passi, sullo stesso lato,
ammiro compiaciuto Via Pertini:
ai lati ci son fiori, verdi siepi
e, ben dipinte, tante belle case.
Il pavimento è fatto in “sampietrini”
che, ben fissati, formano un tappeto
compatto, forte, senza alcun rilievo.
Calpesto ancora il marmo bucciardato
e il mio cammino porto ancora avanti
e noto sul mio lato, alla mia destra,
che il vecchio albergo “Pappagallo d’oro”,
di proprietà di Francesco Mancinelli,
ha dato il posto a un moderno fabbricato
che ha bello stile, con appartamenti
e bei negozi siti al piano-terra.
(arrivederci alla sesta puntata)
Il Telesino doc Angelo Leone 725 letture al 31/12/2012