Sogno di un telesino 5di Angelo Leone. Telesino da sempre, sognatore da molto.  Ho sempre amato il paese che mi ha dato i natali e che mi ha visto nascere, crescere e pascere.

Ora, approfittando della  cortesissima ospitalità  di “Vivitelese”,  voglio rendere partecipi  di questo  mio “sogno”  tutti quei cittadini che avranno tempo e voglia di leggermi.

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Continuo a raccontarvi il lungo sogno,

che tanto bene dentro mi ha apportato:

Sul Viale rettilineo ed alberato

che a Minieri Eduardo resta intitolato

continuo -calmo- la mia passeggiata

e, più cammino e osservo,

più sento -finalmente-

l’orgoglio di sentirmi telesino!

Questo Viale ch’è stato sempre il vanto

di tutti gli abitanti del paese

da tempi più remoti fino a pochi anni orsono,

ora è rimigliorato interamente.

Sotto i miei piedi, per il calpestio,

non sono più cubetti di cemento,

non c’è più pavimento dissestato,

ma tutto marmo ad arte bucciardato.

Ci si può camminare con certezza

sia con ciabatte e sia coi tacchi a spillo,

ma, cosa ancora a me più sorprendente,

è un bel “cartello” messo in evidenza,

ben integrato nel gaudioso ambiente,

che recita preciso, senza dubbio:

ISOLA  PEDONALE PERMANENTE

dalle ore sei fino alle ventiquattro.

Le file di negozi ad ambo i lati,

tutti con le “vetrine”assai addobbate,

con luci e fiori disposti con buon stile.

 



 

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Tra il Viale e il controviale che lo affianca

ci sono aiuole con tanto verde e fiori

che formano una festa di colori.

Gli alberi che costeggiano il Viale

mi fanno rimembrar “platani” antichi

e, come quelli, son ben ramificati,

pieni di belle foglie e grandi fiori.

Coi rami che s’intrecciano protesi

formano un “tetto”, in alto, sulla strada

assicurando il fresco tutto il giorno

e non bagnarsi manco quando piove.

Guardando le “vetrine” sui due lati

mi rendo conto che mò molto è cambiato.

Sicuramente pure i commercianti,

senza auto e moto ma solo coi pedoni,

avranno da attirare l’attenzione

mettendo in bella mostra i loro oggetti

per invogliare tutti a far gli acquisti.

Sono anche certo che tutti i loro affari

sono aumentati molto, a dismisura,

poiché chi osserva bene le vetrine

ed invogliato entra a  fare  spesa

non è di certo chi corre con la moto

od  al volante  è  impegnato per la guida,

ma certamente chi cammina a piedi

ha maggior tempo per poter “guardare”

e, stimolato, entrare per comprare.

 


–  28  –

 

Procedo soddisfatto il mio cammino

e, alla mia destra  -dove una volta c’era

“La Pagliarella”, lo storico locale

gestito con amabile perizia

da quel Ferrigni Arturo e dalla figlia,

che offrivano ai clienti “piatti” buoni

con i “contorni” sempre genuini

e un ottimo soggiorno reso lieto

da simpatia con grande cortesia-

mò quel locale non è più lo stesso

“Alcina Garden” adesso è il nuovo nome

e si presenta sempre molto bene

e, ancora con buon stile e con giardino,

ha i tavoli che stanno tra le aiuole.

Ora più avanti vedo Via Tanzillo,

la guardo fino in fondo e con piacere,

noto ch’è stata ben pavimentata

col “porfido” ad arte sistemato.

Cammino ancora ed alla mia sinistra

vedo l’imbocco di Via De Nicola

che appare molto bene rinnovata

con pavimento sistemato bene

che, senza avvallamenti e interruzioni,

rende il passaggio facile e sicuro.

All’improvviso, resto un po’ abbagliato

da una visione magica, sospesa.

 



 

–  29  –

La “bouganville” di Guido ch’è Selvaggio

(che io chiamo Cavaliere-Presidente)

dal suo balcone copre il controviale

e, come una grande nuvola fiorita,

lambisce  -con contorni frastagliati-

le case ai lati e gli alberi stradali.

Forma una “copertura” per riparo

e, coi suoi fiori, rasserena i cuori.

Guardo dall’altro lato ove sul Viale

sbocca la Via intestata a Matteotti

e guardo fin dove la mia vista arriva,

notando che anche tutta questa strada

risulta molto ben pavimentata.

Dopo  pochi passi, sullo stesso lato,

ammiro compiaciuto Via Pertini:

ai lati ci son fiori, verdi siepi

e,  ben dipinte, tante belle case.

Il pavimento è fatto  in “sampietrini”

che, ben fissati, formano un tappeto

compatto, forte, senza alcun rilievo.

Calpesto ancora il marmo bucciardato

e il mio cammino porto ancora avanti

e noto sul mio lato, alla mia destra,

che il vecchio albergo “Pappagallo d’oro”,

di proprietà di Francesco Mancinelli,

ha dato il posto a un moderno fabbricato

che ha bello stile, con appartamenti

e bei negozi siti al piano-terra.



(arrivederci alla  sesta puntata)

Il Telesino doc Angelo Leone 725 letture al 31/12/2012

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