
di Lorenzo Morone. Per intimorire Renzo, e dissuaderlo dallo sposarsi con Lucia, senza dargli troppe spiegazioni, don Abbondio si mise a parlare in latino: “ Error, conditio,… , Si sis affinis”. – “ Si piglia gioco di me? – interruppe il giovine. – Che vuol ch’io faccia del suo latinorum?” – “Dunque, se non sapete le cose, abbiate pazienza, e rimettetevi a chi le sa…” Non so perché, ma questa vicenda mi viene sempre in mente tutte le volte che, come cittadino, devo scontrarmi con i contorsionismi della legge e le sue spiegazioni: m’aggia stà!
Con le precedente nota sulle verifiche degli impianti che si stanno compiendo da parte dell’ ASEA spa, ho tentato di far capire come la confusione regni sovrana tra gli utenti, a cominciare da me. Eppure l’Art. 10 del disciplinare tecnico stipulato tra Provincia ed ASEA così recita….l’Asea effettuerà a propria cura e spesa una campagna informativa alla cittadinanza…mettendo a disposizione anche un Ufficio Informazioni .
Proprio in ossequio a tale norma inviavo all’ASEA il quesito di cui appresso:
Salve. Sono l’Arch. Lorenzo Morone di Cerreto.
Ricevo spesso da clienti e amici richieste di chiarimenti relativi alle norme che disciplinano il controllo delle caldaie. Sinceramente mi trovo in difficoltà perché, come negli altri settori, tra leggi nazionali, regionali, circolari ed interpretazioni varie c’è da perderci la testa. Mi chiarite un po’ le idee?
Grazie e Buone Feste.
Allegavo un documento con semplici quesiti che giravano intorno alla richiesta fondamentale: ogni quanti anni il cittadino deve far verificare la caldaia del suo appartamento? E perché si confondono le norme di sicurezza tra GPL e METANO? Ecco la risposta:
Gent.mo Arch. Morone capisco bene la Sua perplessità, però vista la complessità dell’argomento e la molteplicità di norme che lo stesso mette in campo non possiamo rispondere dettagliatamente quello che la normativa a riguardo riporta per gli impianti termici perché bisognerebbe mettersi a scrivere per giornate intere.
Se vuole possiamo incontrarci presso la ns. sede il martedì o giovedì, previo appuntamento, telefonando allo 0824/351235 e chiedere del P.I. …..
Ringrazio per l’ invito a recarmi a Benevento. Non l’ho fatto, e non lo farò, perché mi sembra assurdo che un cittadino, per avere chiarimenti, nel 2010, debba perdere una giornata e recarsi a Benevento…non è corretto.
Né penso che i chiarimenti apparsi sul Sannio del 16/12 siano facilmente comprensibili ai non addetti ai lavori. O mi sbaglio? Penso di no, visto il numero di persone che mi ha avvicinato.
Allora i chiarimenti tento di darli io, perché non mi pare giusto che una poco chiara interpretazione della legge causi un esborso continuo di carte, soldi e preoccupazioni da parte di chi è già troppo vessato da tasse e balzelli vari.
L’Asea ha l’obbligo di accertare “ l’effettivo stato di manutenzione e di esercizio degli impianti termici, con esclusione dei controlli previsti dalla legislazione concernente la sicurezza degli impianti”- Praticamente deve fare quello che, sulla strada, fa la Polizia. Quanti impianti deve controllare? Il 5% di quelli esistenti nei 77 comuni della Provincia. Quindi, più che altro, è una operazione di controllo burocratico e magari, sensibilizzazione a farci effettuare le verifiche periodiche alle caldaie. Per la nostra tutela mi sembra pure giusto, anche se, personalmente, non capisco l’accanimento terapeutico verso le caldaie a gas o a metano lil cui impatto ambientale è pari a zero. Perché non controllare severamente a tappeto quelle caldaie che bruciano tutto, tipo la sansa sporca, con emissioni altamente nocive…ma siamo o non siamo in Italia?
Diciamo a Cerreto: addò s vede e addò s ceca! Accontentiamoci.
E’ chiaro che la colpa è di chi fa le leggi che, per essere capite e applicate, hanno bisogno di un interprete. Perché, chiaramente, sono scritte in ostrogoto.
Ma veniamo ai “tagliandi” di manutenzione alle caldaie. Sia che si tratti di quelle a combustibile liquido o solido, sia che si tratti di quelle alimentate a gas, per il D.L. 192/2005, modificato dal DL 311/06 , la manutenzione va fatta dai proprietari, che scelgono un Tecnico di fiducia, purché abilitato, con la seguente cadenza:
impianti di potenza maggiore o uguale a 35 kW | quelli condominiali centralizzati | ogni anno |
impianti con potenza inferiore a 35 kW (quasi tutti quelli autonomi di appartamenti) |
tiraggio forzato ( quelle che prendono l’aria dall’esterno) | ogni quattro anni |
per quelle istallate in locali non abitati o all’esterno | ogni quattro anni | |
caldaia con anzianità superiore a otto anni
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ogni due anni | |
caldaie a focolare aperto (quelle che prelevano l’aria direttamente dall’interno) installati all’interno della casa | ogni due anni | |
N.B. Se il libretto della caldaia prevede una frequenza di revisione più ravvicinata, allora bisogna seguire quella scadenza. Quindi, occhio alla caldaia che si acquista: più manutenzioni = più costi.
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E proprio come per le auto, il primo controllo andrebbe fatto solo dopo il periodo stabilito, in quanto ogni caldaia viene accesa e collaudata per la prima volta (prima accensione) direttamente dal fornitore.
Sarebbe assurdo far collaudare un’auto appena immatricolata! Anche quelle a Gas. Perché le caldaie si?
L’ASEA controlla poi ogni anno il 5% degli impianti, per verificare che tu abbia fatto fare “il tagliando” con la scadenza prevista. E dovrebbe presentarsi nelle case non con l’arroganza di chi sa, ma con l’umiltà di chi spiega chiaramente al cittadino cosa fare nell’interesse suo e degli altri.
L’ ASEA Spa, infatti, è l’ Agenzia Sannita per l’Energia e l’Ambiente costituitasi nel giugno 2006 ed è una Società per Azioni in “House Providing” (non mi chiedete cosa significa…). Essa è sorta grazie all’iniziativa dell’Amministrazione provinciale di Benevento ed alla partecipazione ad un programma comunitario.
Il socio unico dell’Agenzia è la Provincia di Benevento. E’ quindi una “emanazione” politica con la finalità di contribuire alla promozione dello sviluppo sostenibile del territorio sannita attraverso azioni concrete applicate all’energia e all’ambiente e dell’innovazione tecnologica.
Ora, siccome è anche nostro interesse avere uno sviluppo sostenibile, penso proprio che questo passi per la promozione culturale che sicuramente non si ottiene con l’imposizione di norme poco chiare, con autocertificazioni, con reprimende e con multe. E poi è difficile capire/spiegare come si possa ottenere uno sviluppo sostenibile controllando certosinamente le caldaie, decisamente innocenti quelle a gas, pure come un angelo quelle a metano, ma trascurando ostinatamente le fonti di inquinamento più gravi che ammorbano l’aria e i corsi d’acqua. Forse perché qui il cittadino paga e sta zitto?!?…
E’ così? Per me si. E se è così perché non lo diciamo “chiaramente” a tutti che i tagliandi non sono annuali ma variano da caso a caso? Contribuiremmo pure a semplificare la vita di tante persone che proprio non ce la fanno più a inseguire il labirinto di norme che impongono verifiche, controlli, autocertificazioni, denunce e versamenti, non ce la fanno più a sentire il Don Abbondio di turno che, forte del suo mandato, tuona: ” Dunque, se non sapete le cose, abbiate pazienza, e rimettetevi a chi le sa…”
Spero di aver contribuito a chiarire un rompicapo, nel quale ho sbattuto la testa io, e di aver dato una mano a tutti quelli che si scontrano con la burocrazia di questa nostra bella ma complicata Italia. E se così non è qualcuno ce (me) lo spieghi a parole semplici, senza ricorrere al metodo Don Abbondio.
Buone feste
N.B. Per PAR CONDICIO la legge così tortuosa è stata firmata e modificata da Pecoraro Scanio, Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, nel biennio 2005/ 2006. Ma dopo di lui c’è la Prestigiacomo e un Ministro per la semplificazione che risponde al nome di Calderoli. Il modo di applicarla, poi, varia da Provincia a Provincia. A buon intenditor poche parole.
Arch. Lorenzo Morone