
di Angelo Mancini. Domenica 26 Dicembre 2010, alle ore 17.30, presso la sala consiliare del comune di San Lupo, l’associazione culturale “ Il borgo delle donne”, presenta l’opera del Dott. Ugo Simeone: Achille Jacobelli: il cavaliere – ed. comune di San Lupo.
In questo lavoro l’autore racconta la parabola umana, sociale e politica di uno dei maggiori protagonisti del periodo risorgimentale e dei primi anni del regno d’Italia del nostro Sannio: il cavaliere Achille Jacobelli .
L’opera di Ugo Simeone è una ricostruzione dettagliata, circostanziata ed efficace, frutto di una meticolosa ricerca condotta consultando una gran mole di documenti, di uno dei periodi più critici della storia del nostro Sannio: gli ultimi anni del regno borbonico ed i primi anni dopo l’unità d’Italia, visti attraverso le vicende di una famiglia dell’alta borghesia sannita e del suo maggiore esponente.
Achille Iacobelli nasce a San Lupo il 22-10-1812 da una ricca famiglia di possidenti; nell’ultimo scorcio del regno borbonico ricoprì importanti incarichi pubblici: fu consigliere e poi presidente (governatore) del Gran Consiglio Generale del Molise, consigliere provinciale di Benevento e tenente colonnello della Guardia Nazionale borbonica. Per tanti decenni la sua persona ha subito una sorta di “damnatio memoriae” a causa del suo coinvolgimento nell’eccidio di Pontelandolfo e Casalduni , nell’agosto del 1861, ad opera dell’esercito piemontese. In quella brutale rappresaglia, il cavalier Jacobelli ebbe sicuramente un ruolo, e il libro ne ricostruisce la partecipazione, ma, per quanto la controversia sia ancora in atto, è difficile misurare correttamente il suo grado di coinvolgimento, partecipazione e condivisione di quanto poi successe.
Un’altra sezione molto interessante del libro è quella incentrata sulla ricostruzione di Telese , di cui il cavalier Jacobelli può essere, a giusta ragione, considerato il secondo fondatore.
Achille Iacobelli, avendo compreso con notevole anticipo l’importanza geografica e strategica di Telese, si impegnò a bonificare il territorio, che allora era una palude malsana, fece costruire nuove strade e ponti, si adoperò, con proprie spese, per la realizzazione di un progetto ferroviario che collegasse Santa Maria Capua Vetere a Termoli attraverso Telese, ripristinò i vecchi mulini , sperimentò la coltivazione di nuove e pregiate qualità di tabacco come il Kentuky e l’Avana; costruì, infine, una modernissima segheria, con macchinari comprati all’esposizione universale di Londra del 1851, per la lavorazione dei pregiati marmi locali di Pietraroja, Vitulano e San Lupo.
La sua opera più conosciuta, e che ancora oggi porta il suo nome, è il complesso termale che fece costruire a sue spese tra il 1865 e il 1867, più piccolo ma molto più lussuoso di quello di cui era proprietaria la provincia di Terra di Lavoro, le attuali terme Minieri. Anche queste ultime sono sorte per l’interessamento di Achille Iacobelli: il progetto, infatti giaceva dimenticato tra gli scaffali dell’Intendenza di Caserta . Il cavaliere Iacobelli nel 1851 lo riesumò, lo portò all’attenzione del re Ferdinando II e perorò la sua approvazione. Le terme vennero realizzate dalla provincia di Terra di Lavoro di cui, allora, Telese faceva parte.
I suoi ultimi anni di vita furono amari, segnati dal fallimento delle attività in cui aveva investito ogni sostanza personale e familiare e dal tramonto di un mondo che mal si adattava ai nuovi tempi e alla nuova classe di galantuomini che si andava prepotentemente affermando.
(“ Achille Jacobelli: il cavaliere” di Ugo Simeone- Edizioni Comune di San Lupo- tipografia Media Press Puglianello-2010)