
di Ezio Esposito …due giorni per motivi… di potatura , quando mi sono accorto che tre amici in ViviTelese, fra cui Frittelli e Di Santo erano rimasti scioccati da un mio commento, riportato in calce ad un intervento accorato di Aldo Maturo, dove si sentiva tutta l’amarezza di figlio per questa terra Campana prigioniera di: camorra, usurai, estorsori, terra di veleni sparsi, di cemento e d’immondizia a gògò. Il mio intervento consisteva in uno stralcio riportato da un feroce libello di Massimo Fini che parlava della distruzione di Napoli e dintorni come unico mezzo di riscatto e resurrezione di quei luoghi. In verità risposi agli amici, ritengo però fuori tempo massimo perché le mie considerazioni andarono perse.
Per la storia Massimo Fini, giornalista, scrittore e drammaturgo, iniziò la sua carriera nel ’70 collaborando con l’Avanti! ,L’Europeo e altri giornali; attualmente scrive sul Gazzettino, il Giorno, Il Resto del Carlino, tra l’altro collabora, con Marco Travaglio e Giuseppe Carlotti, al giornale Il Fatto; dalla fine del 2008 dirige il mensile La Voce del Ribelle.
Tutte le notizie che ho dato provengono da internet. A quanto sembra nessun direttore dei giornali menzionati ha detto a Fini con noi non puoi collaborare perché sei un nazi-fascista o un terrorista nero o altre allegrie del genere. Aggiungo che Fini è di madre ebreo-russa. Che altro: non penso che le parole devono essere prese alla lettera, altrimenti si finisce di perdersi per strada. Ho colto le sfumature di Di Santo, rispetto a Frittelli, ma sono rimasto colpito lo stesso dalla veemenza delle sue parole; quelle di una persona della quale si intuiscono, da suoi scritti su ViviTelese, studi classici e la conseguente conoscenza approfondita di scrittori greci e latini quindi di cultura elevata , ma ho avuto l’impressione che anche lui sembra essere caduto nella trappola del prendere alla lettera la furibonda invettiva di Fini.
Allora, per tranquillizzarci, diciamo che la VI flotta ha avuto altro da fare Napoli e il suo hinterland è sempre vivo e vegeto e chine ‘e monnezza…. Striscia la Notizia ieri sera, manco a farlo apposta, ci ha deliziato, come già altre volte ha fatto, con la vista di una strada che porta a San Giuseppe Vesuviano, cittadina con la più alta concentrazione di attività commerciali del napoletano, invasa da cumuli di rifiuti a perdita d’occhio. E ci mancava anche Striscia! Ora però, agli immemori, ricordiamo verità inoppugnabili : Berlusconi, comunque lo si voglia giudicare, si impegnò in prima persona, con Bertolaso suo braccio eccellente alla Protezione Civile a ripulire Napoli, circa due anni fa, da migliaia di tonnellate di rifiuti di ogni genere.. Nella Città si tennero due o tre Consigli dei Ministri, cose mai viste altrove. Infine fu avviato l’inceneritore di Acerra e Napoli diventò uno specchio. Si videro per le strade coloratissimi recipienti per la raccolta differenziata e il turismo di massa si riaffacciò in Città. Antonio Quercia, fratello di Pietro, vive a Napoli da sempre e ha riferito che lo splendore di Napoli DURO’ DUE GIORNI DUE!!! soltanto due giorni e l’immondizia ricominciò a comparire nelle strade.!
Ora, è tempo di chiedersi: perché la camorra, che ha sparso di rifiuti tossici e velenosi, in maggior parte provenienti dalle fabbriche del nord, tutta la Campania e in maggiormente le zone limitrofe di Napoli e Caserta, cose che tutti sapevano e nessuno si ribellava, e niente cortei ,e niente assalti alle cittadelle dei boss, tutti conoscevano, certificato, il fenomeno dell’aumento dei tumori, e zitti, tutti muti, porca miseria! Ma quando in quelle zone, dove il colera è endemico, scatta l’emergenza rifiuti perché le autorità locali sono inerti, incapaci o collusi e dove si dovrebbe finalmente capire che lo Stato ha il dovere di intervenire: ed ecco che solo allora la…gggente si sveglia di botto: quella brava, la cattiva, l’indifferente, l’insofferente, la mafiosa, insorge, grida, picchia e sputa sulle forze dell’ordine, schiamazza, scaglia molotov, incendia bandiere tricolori, (infamia. Ndr) e auto della polizia e camion della monnezza… non la vogliamo!, la tosse, i peccerilli, i malati, non si respira, signò…puzza…
Che fare allora, come fare, da dove cominciare per riportare un popolo a suo modo orgoglioso di vivere nella capitale del Mediterraneo, che ha cuore, sentimento e che ha avuto grandi scrittori, filosofi, gente illustre di teatro, sportivi di livello mondiale… come fare dicevo, per riportarlo alla libertà, alla civiltà dei comportamenti, alla dignità di sentirsi napoletani inferiori a nessuno?
Da qui bisognerebbe cominciare a dibattere, se ne valesse la pena.
e.e.
Infatti a questo punto credo che non ne valga la pena, perchè quanto riportato nell’intervento risponde ulteririormente al quesito posto sul Venerdì di Repubblica di questa settimana: perchè Berlusconi lo vota anche chi non lo ama.
Finquando si attribuiranno meriti miracolistici, laddove di miracolo c’è ben poco, mancherà qualsiasi base di discussione obiettiva.
Ripulire una città facendo intervenire l’esercito non è un miracolo, perchè non avendo nel frattempo avviato un ciclo di gestione dei rifiuti, andato via l’esercito si ritorna al punto di partenza.
Far partire l’impianto di Acerra, a un terzo della sua potenza dopo anni di attesa, non è un miracolo, e infatti dopo due anni siamo ancora alla sottoutilizzazione dell’impianto, la cui gestione peraltro è affidata, se non sbaglio, a una ditta coinvolta nelle indagini sulla gestione dei rifiuti a Napoli.
Avere ancora le ecoballe di Giugliano al loro posto non è un miracolo, e infatti con lapsus freudiano Berlusconi le ha chiamate euroballe.
E non mi si venga a parlare sempre di amministrazioni locali, perchè sono almeno quindici anni, se non di più, che la gestione del problema rifiuti è demandata a una figura commissariale, che non è sempre stata riferibile alla sinistra.
Mi piacerebbe vedere l’amico Ezio affrontare a muso duro un camorrista con tanto di pistola, per dirgli che la munnezza andasse a scaricarla a casa sua: questo credo che sarebbe effettivamente un miracolo.
Contestare uno Stato assente, quando non colluso, che non accenna minimamente a risolvere un problema gravissimo, continuando a mettere toppe che spesso sono un rimedio peggiore del male, è un diritto dei cittadini, e se ci sono infiltrazioni che generano episodi di violenza, questi non possono essere attribuiti alle centinaia o migliaia di persone che vogliono solo esprimere il loro dissenso.
La fermezza mostrata dalle forze dell’ordine a Terzigno e Giugliano non è stata usata nella stessa misura, per esempio, a Genova con i tifosi serbi che stavano distruggendo uno stadio, oppure contro i cosidetti tifosi che addirittura assaltarano le questure dopo la morte del tifoso laziale.
Infine vorrei ricordare che le parole, contrariamente a quanto dice l’amico Ezio, sono molto importanti, soprattutto quando usate da una persona che ne ha fatto il suo mestiere.
Io non solo non ho nulla contro Massimo Fini, ma addirittura l’ho seguito spesso alla radio, cionondimeno quella frase detta da uno che fa il suo mestiere è pesantissima, e non può essere liquidata come una battuta, proprio perchè il problema Napoli è estremamente complesso, e da un giornalista del suo calibro mi aspetterei ben altri contributi.
Caro Luciano io non ho parlato di miracoli. Ho soltanto detto che Napoli fu ripulita con un intervento mai tentato prima. Se nella faccenda si può supporre anche un magnifico sgarro alla camorra, che con la spazzatura lucra miliardi per me va bene. Poi, se pur di realizzare l’obbiettivo furono impiegati i militari che male c’è.?
Con immutata stima
e.e.
Caro Ezio, provo a ripercorrere alcuni punti del mio precedente intervento perché mi sembra evidente che non sono riuscito a trasmetterti le cose essenziali del mio pensiero sulla questione rifiuti.
Come se fossero tutti d’accordo, i media trattano l’argomento crisi dei rifiuti in Campania con una visuale abbastanza simile e tutti, più o meno esplicitamente, riconducono alla camorra le responsabilità di base.
Io la vedo diversamente e non per questo ritengo che la camorra non abbia delle responsabilità; credo che abbia altre colpe e sicuramente peggiori ma in questo caso, nessuno sembra voler fare delle analisi storiche e sviare le reali responsabilità fa gioco a molti.
Vent’anni fa in Campania come in altre regioni, l’unico sistema per smaltire i rifiuti urbani era la discarica. In alcuni casi purtroppo, per discarica s’intende(va ?) semplicemente un posto qualsiasi dove depositare rifiuti in barba ad ogni regola e sappiamo bene la situazione dei nostri comuni…ricordo quella di Guardia che era un sito adiacente alla provinciale e si scaricava sul terreno nudo ma la situazione non era diversa in altri comuni.
Il problema doveva essere affrontato e, come tutti sapevano era complesso già dall’inizio perché l’unica soluzione era un inceneritore (di prima generazione) che ha costi molto elevati e che potevano essere contenuti solo ‘differenziando’ la quantità totale dei rifiuti in percentuali riciclabili, limitando così, solo una piccola quantità ‘indifferenziabile’ all’incenerimento.
Servivano comunque risorse economiche non banali che l’organizzazione centrale dello Stato non disponeva e la soluzione fu demandata alle regioni attraverso (anche) l’applicazione di una tassa addizionale a favore delle regioni e comuni.
Ogni regione d’Italia ha affrontato il problema in base alle peculiarità del proprio territorio ed in Campania la situazione sembrava essere ideale perché abbiamo avuto per molti anni un governo politicamente omogeneo che ha sempre dichiarato, tra l’altro, anche una particolare sensibilità ai problemi ambientali.
Quando si sa di avere una malattia, credo che chiunque pensa prima ad individuare la cura e poi scegliersi uno stile di vita più consono per evitare una ricaduta. Sapendo di avere le discariche piene e sapendo di produrre comunque ancora rifiuti indifferenziabili, era logico dotarsi prima di un inceneritore ed attivare parallelamente una politica che incentivasse la differenziata la quale, si sa, è una cosa piuttosto lunga e complessa modificare stili di vita con abitudini consolidate.
Molte regioni hanno costruito subito degli inceneritori, poi si sono accorti che rilasciavano anche sostanze nocive ed hanno via via, adeguato i nuovi impianti con nuove tecnologie meno inquinanti (inceneritori di II e III generazione) ed in qualche caso si sono applicate tecnologie totalmente innovative (genericamente chiamati a dissociazione molecolare) che rilasciano residui inquinanti molto contenuti ed in grado di trattare anche rifiuti indifferenziati (si usa anche nei sommergibili per chiarire dove non ci si può permettere di emanare gas tossici). Sinteticamente, abbiamo avuto tutte le tecnologie disponibili per cominciare ad affrontare il problema ed i soldi dalle nostre tasche sono stati anche prelevati ma una soluzione operativa non si è mai vista. A questo punto viene da chiedersi: è stata la camorra ad impedirlo? Se si, quale progetto è stato avviato in Campania quando in altre regioni gli amministratori hanno comunque realizzato?( rischiando anche l’impopolarità perché non è facile fare qualcosa che nessuno vuole ma assolutamente necessario) Fino ai primi anni del terzo millennio, si è esplicitamente evitato e quando Bassolino ha provato una tardissima ma comunque necessaria retromarcia con Acerra, è vero che la camorra si è vista togliere un mercato fiorentissimo ed ha tentato di ostacolarne la costruzione, ma si è trovata in completo accordo con un movimento pseudo-ecologista che aveva lo stesso obiettivo. E’ questo il punto! La camorra si combatte togliendogli il mercato, non favorendolo….e Noviello-Forleo hanno visto giusto!(per non parlare dell’Alta Corte Europea) Per fare un riferimento anche a problemi che ci riguardano molto da vicino, il movimento popolare che ha evitato la costruzione dell’impianto di San Salvatore ha, è vero, evitato la costruzione di una bruttura industriale (anche modestamente inquinante) ma è altrettanto vero che questo favorisce proprio la camorra ed ulteriore degrado ambientale, perché le soluzioni proposte in alternativa non risolvono i rifiuti stoccati, non sono facilmente attuabili e non sono una soluzione anche alla migliore aspettativa di raccolta differenziata.
Penso che valga la pena essere un po meno ‘stizzosi’ ed un po più umili riconoscendo che i fatti valgono più delle belle parole e la funzione di un politico è di attuare e non progettare.
Si potrebbe ad esempio emulare quello che è stato fatto dal Consorzio di Bonifica per la costruzione della fondovalle Isclero con il lancio di una gara-progetto completa di planning finanziario. Sono certo che la professionalità di innumerevoli tecnici del settore saprebbero individuare le migliori strategie, mezzi e risorse finanziare per risolvere il problema dei rifiuti spendendo adeguatamente i nostri contributi.
Troppo semplice o forse… troppo marxista?