Sogno di un telesino 4di Angelo Leone. Telesino da sempre, sognatore da molto.  Ho sempre amato il paese che mi ha dato i natali e che mi ha visto nascere, crescere e pascere.

Ora, approfittando della  cortesissima ospitalità  di “Vivitelese”,  voglio rendere partecipi  di questo  mio “sogno”  tutti quei cittadini che avranno tempo e voglia di leggermi.

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Resto su Via Colombo e mi sto’ fermo

al punto dove c’è una bella fontana

con acqua che zampilla e con aiuole

e una “rotonda” che d’intorno gira.

Con le mie spalle sto verso le Terme

ed a sinistra vedo due altre strade,

la prima è Via Tanzillo e la seconda

-che ha termine con passo pedonale-

è intitolata a Vespucci, il navigatore:

è un poco stretta e si avvia rasente

la bella “Cappellina” dedicata

alla Madonna che apparve a Bernadette

a Lourdes, presso la grotta Massabielle.

La Via Colombo ai lati ha ben piantati

degli alberi fioriti, sagomati.

Io la percorro fino ad arrivare

alla piazzetta a cui fu dato il nome

di “Federico Fellini” gran regista:

ci sono posti-macchina segnati,

un po’ di alberi e fiori ed al suo centro

è posta una fontana che, con l’acqua

che sprizza forte da tanti forellini,

rinfresca lieta tutto il circondario.

Continuo ancora un poco a camminare

e, alla mia destra, sono ai “Tre-colori”.

Fondo è lo specchio d’acqua, ben pulito;

le sponde, rafforzate col cemento

che non appare ma si vede l’erba,



 

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riportano ai due lati un bel vialetto

tenuto bene, con belle recinzioni

da cui i bambini lanciano il mangime

ai gruppi numerosi delle ochette

che accorrono, felici, starnazzando.

Appena sotto l’acqua, torno torno,

si vedono installati i riflettori

che, quando è sera, spargono le luci

rendendo l’acqua tutta colorata.

Il posto è molto bello, qui creato,

con tutte le panchine ben fissate

dove la gente, dopo passeggiato,

si ferma a riposare e, più tranquilla,

può leggere un buon libro od il giornale.

Mi guardo Via Colombo fino in fondo

vedendola pulita ed ordinata

e, con animo sereno, torno indietro.

Ricalco i passi fatti fino a quando

imbocco Viale Europa, andando a destra.

Sono alla recinzione delle Terme

e  dò  un’occhiata dentro perché vedo

non più quel rozzo e brutto fabbricato

che l’ “Imbottigliamento” era in passato,

ma una moderna e bella costruzione

in grande stile e tutta rivestita

di artistiche maioliche a colori.

 



 

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Rendendo l’occhio acuto leggo bene

ciò che c’è scritto sopra ad un ingresso:

Museo storico dell’acqua di Telese”

– dal 1349 ai giorni nostri –

Incrocio un caro amico in quel momento

è Mario Grillo, un altro “telesino”

che, fiero e con ardore, ha dimostrato

di perseguire sempre e solo il bene

di questa nostra bella cittadina.

Chiedo a lui lumi sulla costruzione

di quel museo dell’acqua che ho veduto.

Mi dice con orgoglio e con passione:

“C’è lì  ben allestito un buon museo

che a tutti sa indicar con precisione

la storia  delle  acque  solforose

da quella data di quel terremoto

che fece scaturire le sorgenti

dell’acqua minerale telesina.

Il paesino fu -poi- quasi spogliato

degli abitanti che, per le “mofete”

create dal ristagno delle acque,

dovettero lasciar le loro case

andando ad abitar sulle colline

di tutta la Vallata Telesina.

 



 

 

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Oltre ai reperti storici mostrati,

che narrano dell’acqua la sua storia,

ci son  per  tutti  ben evidenziate

anche le sue virtù medicinali,

che tanta gente hanno già curata

che solo qui a Telese è,  poi, guarita”.

Innanzi guardo e sono sbalordito!

piazza Minieri Alfredo si presenta

mutata tutta e molto rinnovata:

c’è la “rotonda” intorno a una fontana,

aiuole ben curate  e  tanti fiori

e, sopra l’alto getto zampillante,

-come sospesa- c’è la Madonnina

che ben si nota, con l’impianto sito,

a sera sarà tutta illuminata,

con spruzzi d’acqua tutti colorati

ed il diadema della Vergin Santa

tutto di stelle azzurre scintillanti.

Sul tardi  senti -poi- l’Ave Maria,

con soavi note si diffonde intorno

rendendo i cuori  mistici e sereni.

Mentre i miei passi sposto ancora innanzi

nei miei pensieri adesso son le “Terme”

e sono certo che il parco e le piscine

che son “la Pera” con  i “Goccioloni”

e pure quella di “Santa Lucia”,



 

 

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insieme al “Bar”, gli spazi per i giochi,

i fanghi, l’aerosol e tutto quanto,

con area verde ben delimitata

per celebrare in modo più sentito

la “Santa Messa” il dì domenicale.

Poi alla  Bouvette, a porgere i bicchieri,

c’è sempre una graziosa signorina

che mostra, col sorriso,  gentilezza

e, col suo fare pien di cortesia,

rende più sana e dolce la “bevuta”.

Tornato all’uso di raduno e svago

è quel famoso angolo del” Cerro”,

l’arena con la pista ed il teatro,

con la “piscina grande” ed attrezzata,

“Palazzo dei Congressi” e tutto il resto.

Il “parco” è  ricoperto per intero

da grandi alberature sistemate,

per tutti assicurando la frescura.

Tra aiuole e viali si passeggia bene

si ascoltan pure le  note musicali

di buona qualità, di gran fattura.

Tutto è ordinato e bello, ben curato,

ci si ritempra il fisico e la psiche

con una sosta nel parco delle Terme.

 



 

 

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Uomini illustri, grandi industriali,

politici importanti e tanti artisti,

con clinici affermati ed i banchieri

-sereni e sorridenti- vanno alle Terme.

Son sorti molti alberghi nella zona

che a tanti giovanotti dan lavoro.

L’economia si è molto sviluppata

in  tutta la Vallata Telesina

perché il Signore ha dato lumi a quelli

preposti al buon governo cittadino

e a chi alle Terme amministra la gestione,

che hanno  compreso bene l’importanza

di fare cambiamento radicale

del “senso” del turismo telesino.

Facendo della nostra cittadina

il luogo della “quiete” e della “pace”,

han fatto sì che vengano a Telese

tante persone molto facoltose,

senza –peraltro- chiudere l’ingresso

ai tanti “anziani” inviati dai Comuni

che vengono coi pullman tutti quanti:

fanno le loro cure, consumano i “panini”

e, dopo balli e canti spensierati,

si fanno  pure il loro riposino;

trascorrono così, con cuor sereno,

nel parco, quasi tutta la giornata.



 

 

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Hanno, per loro, un’area definita

posta di lato al viale che va al Cerro,

con sedie, tavolini e con panchine,

con una “pista” che -pavimentata-

consente balli a coppie ed anche a gruppi;

poi c’è lo spazio,  un po’ sopraelevato,

dove -di volta in volta- è sistemato

uno che, con “tastiera”, suona e canta.

Sto’ spazio, molto ben delimitato,

d’alberi e fiori è tutto circondato,

da qui fastidio alcuno non si arreca

alla tranquillità dell’altro parco.

Chi vuole quiete e musica di rango

può star tranquillo in tutti gli altri spazi,

chi -invece- è attratto dai suoni popolari

e con gli amici suoi vuole ballare,

si reca in quello spazio ch’è attrezzato,

partecipando, con gli “anziani”, ai balli.

 



(finisce qui la quarta puntata)

 

arrivederci  a  presto !

Il Telesino doc Angelo Leone 714 letture al 31/12/2012

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