Sogno di un telesino 3di Angelo Leone. Telesino da sempre, sognatore da molto.  Ho sempre amato il paese che mi ha dato i natali e che mi ha visto nascere, crescere e pascere.

Ora, approfittando della  cortesissima ospitalità  di “Vivitelese”,  voglio rendere partecipi  di  questo  mio “sogno”  tutti quei cittadini che avranno tempo e voglia di leggermi.

Angelo  Leone

Prima Parte pubblicata da ViviTelese il 26 ottobre 2010

Seconda parte pubblicata da ViviTelese il 31 Ottobre 2010

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Mi trovo adesso all’inizio del paese

sulla strada proveniente da Amorosi

ed i miei occhi leggono un “cartello”

di grandi dimensioni sul quale è scritto:

Centro abitato = la precedenza dare

ai cicli  ed  ai pedoni  in  ogni  dove,

vietato  alle  automobili  suonare

ed  alle  grosse  moto  accelerare;

guidare con prudenza e con rispetto,

senza frenate brusche ed improvvise,

per preservar la quiete in ogni luogo.

-Tutte le strade son videosorvegliate

e  i  trasgressori saranno poi multati.

Dopo aver letto questo bell’avviso,

mi rendo conto che già molto è cambiato

e più sereno procedo il mio percorso

sulla Via Lagni che sta alla mia sinistra.

Ricordo che una volta questa zona

era piena di buchi ed acquitrini,

ora è  pulita tutta ed è un giardino

con viali, fiori, verde e molte case

che sono tutte “ville” in bello stile.

Sul “ fosso” di bonifica, di scolo,

con acqua poca, ma senza “pantani”,

c’è un  ponte largo per la carreggiata

e per il passo di cicli e di pedoni.


 

 

 

 

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Sulla sinistra parte Via Mainolfi,

pavimentata ad arte e ben pulita

e, ai lati, tante piccole villette,

tutte ben rivestite e coi giardini.

Sto sempre su Via Lagni e vedo adesso

il grande spiazzo che, ben’arredato,

porta all’ingresso grande dello stadio

e dello Sport al nuovo Palazzetto.

Tutto si vede netto e ben preciso,

è un posto -questo- molto frequentato

dai giovani rampolli telesini

che con lo sport, bene praticato,

curano il corpo e aiutano la mente.

Continuo a camminare e, un po’ più avanti,

vedo posizionato un altro ponte

che sovrappassa l’acqua del “Grassano”.

E’ molto largo per ben contenere

il passaggio delle auto e dei pedoni

e piste pei ciclisti ad ambo i lati.

Guardo alla mia sinistra e vedo bene

la strada che fra il verde poi conduce

al “Parco”, dove sorge il rio Grassano.

 


 

 

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Subito dopo il ponte, al lato a destra,

un viottolo discende sulla “pista”

dove, coi cicli, si può pedalare

fino alla strada che fu “Nazionale”

di fronte al sito ove il Mulino c’era;

si svolta e poi si può ancora imboccare

quell’altra pista che, dall’altro lato,

porta i ciclisti nuovamente al ponte.

Finisce il mio cammino su Via Lagni

e inizio il passo mio su Corso Trieste.

Tosto m’avvedo del miglioramento,

più non vi son pietrini semoventi

oppure bordi, sporgenti e rialzati,

che pericolo creavano per tutti:

per auto, moto, pedoni e biciclette.

La pavimentazione tutta ora è perfetta

ed è bordata ai lati con aiuole

con sempreverdi e tanti, tanti fiori.

Mi trovo ora all’incrocio con Via Isonzo

e, nello slargo c’è sempre una fontana

con l’acqua che zampilla con ardore.

Appresso c’è l’incrocio con Via Piave

ove è situato  un altro bel locale:

“Bar Big” che produce paste e torte

e che resta per sempre rinomato

per buona qualità e grande cortesia.


 

 

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Ha tavoli che segnano uno stile,

sia nell’interno che sui marciapiedi

ed anche qui campeggia, per chi gusta,

il “telesino” o la bottiglia grande

dell’acqua solforosa di Telese

Con Via Venezia poi che fa quadrivio,

dove c’è pure un Bar che offre ai clienti

le bibite  e  il caffè  con  tanti  giochi

da fare con le “note” macchinette.

Indi, raggiunto  il termine del “corso”,

da questo un’altra strada si diparte:

è Via Gorizia, molto larga e corta,

tutta pulita e bene lastricata,

produce un  bell’effetto  nel guardarla.

Sto mò su Via Colombo, dove ha  inizio

la strada detta ch’era “Corso Trieste”,

la guardo fino in fondo e son contento

di ciò che adesso s’offre alla mia vista:

dritta, pulita e, con lo sguardo acuto,

si può tutta mirare fino alla fine.

Con alberi fonzuti d’ambo i lati

d’un verde che riposa gli occhi e il cuore

e noto, con piacere, i fabbricati

eretti tutti in rispetto della strada

ed a favore dello stesso ambiente.

 


 

 

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Senza occupare spazi inopportuni,

con logge e pensiline più arretrate,

senza creare nocumento alcuno.

E tutto questo sta a significare

che tutti gli abitanti della via

operano per il bene collettivo

e concorrere al benessere comune.

 

 

(  il  sogno …continua)

Il Telesino doc Angelo Leone 718 letture al 31/12/2012

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