di Angelo Leone. Telesino da sempre, sognatore da molto. Ho sempre amato il paese che mi ha dato i natali e che mi ha visto nascere, crescere e pascere.
Da quando mi resi conto delle importanti peculiarità di Telese relativamente alla sua posizione geografica nella “Valle”e alle acque solforose delle sue Terme, ho “sognato” il suo sviluppo demografico, urbanistico, termale, culturale. Tale sviluppo, anche se “deturpato”- nel comparto urbanistico – da “gente” senza morale e con nessuno scrupolo, può ancora aspirare ad una sua razionale crescita.
Ora, approfittando della cortesissima ospitalità di “Vivitelese”, i cui gestori e operatori dimostrano – tra l’altro – di lavorare sempre più nell’interesse della nostra cittadina e dei telesini tutti, voglio rendere partecipi di questo mio “sogno” tutti quei cittadini che avranno tempo e voglia di leggermi.
Angelo Leone
Prima Parte pubblicata da ViviTelese il 26 ottobre 2010
Seconda parte
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Subito dopo questo, un po’ più avanti,
di “Calzedonia” è sito un bel commercio
che, alle clienti, vende buona merce
accompagnata da grande cortesia.
Dall’altro lato, proprio dirimpetto,
“Pelle a porter” altro negozio è messo
con le sue belle vetrine di prospetto.
– Questo è al “quadrivio” il lato commerciale
mentre, per bello arredo cittadino,
giusto nel centro è posta una fontana
un poco “stretta”, ma con zampillo e fiori.
Continuando piano piano a passeggiare
sul marciapiedi ben pavimentato
con mattonelle a strisce colorate,
a un altro “quasi incrocio” sono giunto.
Da un lato c’è l’inizio di una Via
che nell’antico era chiamata “vecchia”
e dopo intitolata “Via Grassano”,
ma che è “Via Garibaldi” il nome attuale.
Dal posto dove sono vedo soltanto
ch’ è quasi retta, con bei marciapiedi
pavimentati bene, con buon’arte.
Dall’altro lato un’altra si diparte
ch’era una volta strada ch’era usata
quasi soltanto in modo pedonale
e mò, pur se in un senso solo, è praticata
da biciclette, auto, pedoni e moto
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e, di recente, è stata intitolata
a Luigi Riccardi, l’avvocato,
uomo che benemerito pioniere
fu dell’autonomia amministrativa
del nostro, allora, piccolo comune,
dalla “matrigna” che fu Solopaca.
Guardandola così pavimentata
con mattoncini tutti colorati
e tanti fiori su di un solo lato,
viene percorsa sempre con cautela,
per tema di sciuparla nell’aspetto
che rende i cuori gai, ad occhi aperti.
Continuando a camminar su per via Roma,
sempre sul marciapiedi ben tenuto,
a un tratto vedo sul mio lato a dritta
un edificio grande ed imponente.
E’ alto, rivestito a piano terra
da marmo di lastroni grandi e belli
e poi, più su, porta il rivestimento
di marmo colorato, intercalato
da tonde e gran maioliche dipinte
su cui risulta, ben raffigurata,
tutta la storia di quel punto e sito:
era, all’inizio dei ricordi miei,
la sede del Comune di Telese
ed ospitava, su degli altri piani,
la Scuola Elementare telesina;
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fu poi in quell’edificio per intero
la prima Scuola Media frequentata
da tutti gli studenti della “Valle”;
fu, infine, sede del” Professionale”
e poi, per danni irreversibili subiti
dal sisma del Novembre dell’ottanta,
fu interamente tutto demolito.
Ospita, adesso, ai piani superiori,
l’Assessorato che su tutti gli altri
riveste per Telese più importanza
ed è “Turismo-Spettacolo e Cultura”
dove gli addetti, insieme all’Assessore,
s’impegnano per render più sereno
il soggiorno termale ai fruitori
delle cure dell’acqua solforosa
che, sempre, ha rivelato -in molti casi-
le grandi sue virtù miracolose.
Telese deve offrire pure al turista
che viene qui anche per riposare
tanta tranquillità, svaghi e cultura
e, per i giovanotti più irrequieti,
anche la frenesia, feste da ballo,
le discoteche e pur le “notti bianche”
per sfogo dare ai giovanil desii.
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Ma tutto quel che occorre ai più rampanti
va dislocato in ambiti lontani
dal centro quieto e calmo cittadino
che serve a ritemprare e a riposare
lo spirito e le menti degli “adulti”.
Tornando all’edificio ricostruito
continuo ad illustrarne il contenuto:
al piano terra è bene sistemata
un’area grande tutta mussale,
che espone tanti ruderi e reperti
della Telesia antica austera e grande
che fu colonia splendida romana,
fu Sede Vescovile per la Chiesa
e Castaldato per i Longobardi,
nonché grande Contea per i Normanni.
Questo museo locale qui allestito
rende orgogliosi e fieri i telesini
che nella storia antica sono stati
protagonisti forti e rispettati
e dalla loro stirpe son sortite
forti, potenti e nobili figure
di condottieri, giudici e guerrieri
Erennio e Caio Ponzio Telesino;
Ponzio Pilato, pur di lui si dice
che dalla “gens telesina” era sortito
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e ancora tanti altri, tutti illustri,
che diedero la gloria e tanto onore
al popol telesino tra i Sanniti.
Questo edificio, che adesso vi ho descritto,
sul marciapiedi crea un porticato
che ben s’innesta ad una passerella
creata pedonale accanto al ponte
-uguale a quella sita all’altro lato-
che sovrapassa l’acqua del ”Grassano”
mischiata a tutta quella che proviene
dal rio che, a monte, è detto “Tre Colori”
e che, una volta, ben alimentava
le macine al Mulino Liverini.
Cosa importante che mi ha soddisfatto
è stata quella di veder due ingressi:
-uno da Via Colombo e area Mercato
per dare accesso al nostro bel museo,
-l’altro dalla Via Roma ,con scalea,
per dare entrata a tutti quei locali
che servono ai servizi e all’Assessore.
Andando avanti con i passi miei,
mi guardo intorno sempre più ammirato
e vedo posti sopra ai marciapiedi
vasi con piante e fiori colorati
e il traffico ch’è intenso sulla via,
senza rumore e sempre più ordinato.
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Senza nessuno sforzo sono giunto
dove, sul lato a manca, c’è la Chiesa
che si è ridotta nelle sue misure.
Più piccolo e più bello è il sacro tempio
e, a lato, ha pure il suo bel campanile.
Sembra una “bomboniera” col suo stile,
è la Parrocchia del Santo Protettore
ed ospita gli eventi più salienti.
Lo spiazzo tutto intorno è alberato,
con tante aiuole e fiori e una fontana
che sprizza uno zampillo con gittata
che, a giochi d’acqua, forma una figura
che -vista da lontano- configura
una gran croce che domina la piazza.
Sul lato a destra parte Via Colombo,
io tiro dritto continuando il passo
e arrivo al posto dove una volta c’era
l’industria molitoria ch’era gestita
da “Capasso & Romano”,grande impresa;
mò c’è un albergo con un ristorante
e il tutto è definito a “quattro stelle”:
di lusso son gli ambienti, molto belli
e quello ch’era il “silos per il grano”
mò si presenta molto ben adorno
ed ospita all’interno tante stanze
che sono dell’albergo dipendenze
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e, sotto, c’è uno spazio, ben diviso,
con tante aiuole e posti di parcheggio
e, proprio al centro, sempre una fontana.
Continuo il mio cammino più sereno
poiché, dovunque il guardo mio rigiro,
vedo soltanto tante cose belle
senza sentir frastuono, tutto calmo.
Son giunto coi miei passi al Camposanto
e noto il grande spiazzo che ha davanti
con numerose aiuole ed alberi piantati,
e tante panchine di verde colorate.
Fra due cipressi si erge una fontana
con lo zampillo in alto che descrive
la scritta “PAX” che si vede da lontano.
Mi segno con la “croce”, da cristiano,
-per i defunti elevo una preghiera-
poi torno sui miei passi a camminare.
(continuerò il racconto alla terza puntata)
Il Telesino doc Angelo Leone 870 letture al 31/12/2012