Dov’è adesso Don Michele ?di Alberto Senatore. Lettera aperta al Cardinale di Napoli  CRESCENZIO  SEPE   Giffoni  Valle Piana,   11  ottobre  2010  Spett. Le    Cardinale  SEPE sono Alberto Senatore, classe 1964, di fede cristiana, sposato felicemente e padre di due figli.

Le scrivo riguardo le affermazioni del Suo vicario Don Gennaro Matino, rilasciate in un’intervista a Paolo Russo, giornalista del Mattino, pubblicate domenica 10 ottobre, riguardanti la questione di Don Michele, “ sorpreso ” a dire messa nella parrocchia di Santa Lucia a Mare.

La sorpresa non è che il prete celebri la messa, ma che il prete celebrante non sia in “ area di santità ”. Procediamo con  ordine.   Chi è Don Michele ?

Un sacerdote di San Giorgio a Cremano  ( Napoli ), che tre mesi prima, esattamente il 5 luglio, era stato “ sorpreso “ in flagranza di reato, dagli agenti della Polizia Stradale, sulla tangenziale di Capodimonte, mentre in auto consumava un rapporto sessuale completo con una ragazzina  quindicenne.

La legge italiana classifica il rapporto sessuale con una minorenne reato grave, punibile con l’arresto in caso di flagranza. Misura non adottata per Don Michele.  Particolare da non trascurare, il sacerdote per ingannare la quindicenne, si era spacciato per un insegnante, quindi Don Michele, oltre ad essere un fornicatore ( pedofilo sembra esagerato ) è anche un falso, un bugiardo.

Da quel giorno del prete fornicatore si perdono le tracce, viene trasferito in un luogo segreto, riservato e idoneo, per iniziare, a detta della Curia, un percorso di pentimento e di recupero.

Veniamo ad oggi. Don Michele è ricomparso magicamente nel cuore di Napoli.  Che miracolo !!! Cosa è tornato a fare  ?  Quello che faceva prima:  il prete.

Questa sì che è una buona novella, questa sì che dobbiamo raccontarla a tutte le genti. Adesso veniamo alle dichiarazione rilasciate dal Suo Vicario Don Gennaro Matino. Alla domanda del giornalista su come ha reagito la Chiesa di fronte all’episodio e alle polemiche che sono seguite, il Suo Vicario ha detto: “ La Chiesa e il suo arcivescovo sono rimasti turbati e addolorati per l’accaduto …”

Quindi a detta del Suo Vicario, Lei, e la Chiesa che Lei rappresenta, siete rimasti turbati, cioè sconvolti nella mente e nell’animo, avete perso la tranquillità, siete stati addolorati, avete provato dolore e siete dispiaciuti.

Turbati e addolorati, ma non colti di sorpresa, non siete stati presi da meraviglia e stupore, perché Voi ben sapevate dove era Don Michele e cosa faceva nel cuore di Napoli, visto che lo spostamento del prete, fa parte del vostro progetto di recupero, come specifica il Suo Vicario:  “ In questo caso bisogna sottolineare che se ha detto messa lo ha fatto in questo processo già avviato, che non lo vede in maniera stabile in un luogo ma destinato di volta in volta dove meglio può avere possibilità di intraprendere questo percorso ”.

Per me, genitore, padre di due figli, questa Vostra strategia è inconcepibile, inquietante, irritante.

A conclusione dell’intervista il Suo Vicario chiude con un’altra affermazione allucinante.  Alla domanda, come sta vivendo questi giorni Don Michele, Don Matino risponde: “ E’ profondamente amareggiato, vive questo momento in cerca di una spiritualità  più profonda e in attesa di fare la volontà di Dio

Don Michele tornerà a Santa Lucia ? <<  Già è altrove >> Dov’è adesso Don Michele ?   Altrove, cioè in un altro luogo, un altro paese, un’altra chiesa ? No, spettabile Cardinale e spettabile Chiesa di Napoli, questo è troppo !

La Vostra strategia offende la logica e il buon senso, ma soprattutto la buona morale di cui la Chiesa Cattolica è coraggiosa ambasciatrice e valente paladina. I cittadini, in particolare i fedeli, non possono frequentare le chiese, con il pensiero, che facilmente degenera in incubo, che il prete della chiesa, al quale affidano i loro figli per il catechismo, possa essere un predatore di bambini. Su questa premessa, io Le ripresento alcune delle sette domande che già Le inviai il 26 giugno u.s, e che sicuramente per i Suoi impegni eccessivi, non ha dato ancora una risposta, ma alla luce di questa nuova e sgradevole situazione di Don Michele, certamente Lei darà una celere e rassicurante risposta.

Ecco le domande:

1)      Come posso avere la certezza che il parroco della parrocchia non è un fornicatore o un pedofilo ?

2)      Nel dubbio, a chi posso rivolgermi per essere rassicurato  ?

3)      Perché li spostate da una parrocchia all’altra ?

4)      Esistono forse dei paesi dove i bambini sono contenti di essere violentati ?

5)      Perché non li chiudete in un convento, dove si presume l’assenza di bambini ?

Nell’attesa della Sua pronta ed esauriente  risposta, Le presento la proposta che il 18 luglio 2010 è stata inviata a Monsignor SCICLUNA, il promotore di Giustizia della Congregazione per la Dottrina della Fede Cattolica, riguardante i preti pedofili:

Se in Italia, un’impresa edile per poter esercitare la sua attività deve preventivamente esibire un certificato antimafia, perché la Chiesa Cattolica non istituisce un certificato di garanzia morale per i suoi sacerdoti ?

L’idea è semplice:   il  D.A.P. Documento  Anti Pedofilia.

Quando in una parrocchia s’insedia un sacerdote, insieme al mandato conferitogli dal vescovo, deve ricevere anche il D.A.P., il documento nel quale il vescovo, firmando personalmente, garantisce l’integrità morale del sacerdote e si assume tutte le responsabilità giuridiche, antecedenti alla data del certificato. Praticamente un certificato di “ verificata buona condotta ”, quindi una garanzia e una copertura totale che annualmente viene rinnovato.

Il vescovo serenamente lo rilascia, il sacerdote con orgoglio lo espone nella sua parrocchia, i genitori lo leggono  e si tranquillizzano. La proposta riguardava i preti pedofili, ma vista la triste realtà emersa in questi giorni, credo che possa essere estesa anche a tutti i sacerdoti che non rispettano l’obbligo della continenza perfetta e perpetua, come previsto dal

Codice di Diritto Canonico  –  Titolo III  –  Capitolo III   –  Obblighi e diritti dei chierici   –   can.  277:

§ 1.      I chierici sono tenuti all’obbligo di osservare la continenza perfetta e perpetua

per il regno dei cieli, perciò sono vincolati al celibato che è un dono particolare di Dio ….

§ 2.      I chierici si comportino con la dovuta prudenza nei rapporti con persone la cui familiarità puòmettere in pericolo l’obbligo della continenza oppure suscitare lo scandalo dei fedeli.

Secondo me questa proposta è semplice, pratica e rispettosa della privacy del sacerdote, in quanto non spinge i genitori ad improvvisarsi investigatori privati o reporter, per scoprire se il loro parroco è pericoloso o no.

In attesa di una Sua risposta, in fede,  Alberto Senatore.

Alberto Senatore,  via De Cataldis  29   –   Giffoni Valle Piana – SA – la città del Giffoni Film Festival per Ragazzi

E mail – albertosenatore@hotmail. it

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1 commento

  1. Leggendo la tua lettera aperta indiizzata al cardinale Sepe, mi fermavo a riflettere ciò che praticamente viene fatto per prevenire in maniera efficace tali circostanze. Tutto quello che al di fuori di tante belle promesse viene fatto, da ciò che sono le informazioni che riceviamodai giornali oggi, dopo lo scandalo mondiale che ha travolto la chiesa cattolica riguardo alle migliaia e migliaia di bambini da 15 anni in giù che hanno subito abusi sessuali dai loro sacerdoti, risalenddo a denunce fatte dal 1930 ad oggi,ripeto, tutto ciò che viene fatto, e quello di usare i soliti sistemi, quelli cioè che nel passare di questi anni hanno fatto crecere “purtroppo” le vittime che si lamentano oggi. Unendomi al tuo pensiero e richiamando all’attenzione che “le parole sono una parte del lavoro, ma devono seguire i fatti”, è di massima priorità che i genitori di oggi ricevano garanzie su ciò che deve essere l’incolumità dei loro preziosi figli; pertanto mi unisco al tuo pensiero caro Alberto Senatore, per la sensibilità e l’impegno con il quale ti prendi cura di tali episodi, impegno a quanto visto di cui molti genitori beneficeranno.

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