
di Laura Genga . Abitazioni in aree a rischio idrogeologico nell’80% dei comuni campani, fabbricati industriali nel 54% . Da potenziare i sistemi di protezione civile locale: solo il 20% delle amministrazioni ha svolto attività di informazione rivolta ai cittadini
Sono ben 474 i comuni campani a rischio frane o alluvioni, ossia l’86% del totale. Tra i 5 capoluoghi campani, il primato di provincia più fragile va a Salerno, con il 99% delle municipalità classificate a rischio. Seguono Benevento e Avellino, rispettivamente con il 96 e l’88% delle amministrazioni esposte al pericolo di frane e alluvioni. Caserta e Napoli, invece, si attestano sulle soglie del 77 e del 62%.
L’80% dei comuni ha abitazioni nelle aree golenali, negli alvei dei fiumi o in aree a rischio frana, il 25% delle amministrazioni presenta addirittura interi quartieri in zone a rischio, mentre il 54% ha edificato in tali aree strutture e fabbricati industriali, con evidente pregiudizio non solo per l’incolumità dei dipendenti ma anche per eventuali sversamenti di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni. Ancora, nel 22% dei casi sono presenti in zone a rischio anche strutture sensibili, come scuole e ospedali. Complessivamente, tra abitazioni, strutture industriali e strutture sensibili si può stimare, per estrapolazione, che nei 474 comuni campani classificati a rischio dal Ministero dell’Ambiente e dall’UPI, siano300 mila.
Sul piano della mitigazione del rischio idrogeologico soltanto il 16% dei comuni campani svolge un lavoro complessivamente positivo. Preoccupante anche la situazione delle delocalizzazioni: solo nel 2% dei casi sono state avviate iniziative di delocalizzazione di abitazioni dalle aree più a rischio e appena nell’1% dei comuni si è provveduto a delocalizzare strutture industriali.
Sono alcuni dei dati emersi dall’indagine sui comuni campani effettuata da Ecosistema Rischio 2010, la ricerca curata da Operazione Fiumi – la campagna di sensibilizzazione e prevenzione organizzata da Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile dedicata al rischio idrogeologico – resa nota questa mattina a mezzo stampa.
“Purtroppo, come hanno dimostrato le tragedie di Ischia e Atrani – commenta Paola Tartabini, portavoce della campagna – la Campania resta una regione fortemente esposta al rischio idrogeologico. Ancora, i tragici eventi alluvionali di Ischia e Atrani ci dimostrano che quando si adotta un modello di sfruttamento intensivo e poco programmato del territorio, costruendo abitazioni un po’ovunque lungo i corsi d’acqua, senza tenere conto del rischio idrogeologico, persino i nostri corsi d’acqua minori, come torrenti e fiumare, si trasformano in fattori di pericolo per la sicurezza della popolazione.”.
I numeri di Ecosistema Rischio 2010 restituiscono l’immagine di un territorio fragile, in cui troppo spesso lo sviluppo urbanistico non ha tenuto adeguatamente conto del rischio. Visto il quadro d’insieme, quindi, è importante mantenere alto il livello di attenzione rispetto all’assetto idrogeologico ed è urgente operare per rafforzare i vincoli all’urbanizzazione delle aree esposte a rischio, affinché tali vincoli siano applicati in modo rigoroso.
Poco incoraggiante anche la situazione relativa alla pianificazione dell’emergenza e all’organizzazione della protezione civile locale: il 54% dei comuni ha predisposto un piano d’emergenza con il quale fronteggiare situazioni di crisi come frane e alluvioni, ma solo il 38% delle municipalità hanno aggiornato tale piano negli ultimi due anni, fatto estremamente grave giacché disporre di piani vecchi può costituire un pesante limite in caso di necessità. Come se non bastasse appena il 26% dei comuni si è dotato di sistemi di monitoraggio per l’allerta tempestiva in caso di pericolo di alluvione o frana.
“Tutti i comuni classificati a rischio – spiega Giancarlo Chiavazzo, responsabile scientifico Legambiente Campania – devono dotarsi di piani di protezione civile funzionali, informando ed addestrando i cittadini sui comportamenti da tenere in caso di emergenza, in quanto è l’unico modo per fronteggiare nell’immediato la estrema diffusione della problematica del rischio idrogeologico e quindi per salvaguardare le vite umane esposte. I Comuni – prosegue Chiavazzo – devono essere protagonisti di una vera e propria ‘rivoluzione’ sul fronte della prevenzione, le tragedie passate devono rappresentare un monito affinché non se ne possano più consumare.
Significativo, purtroppo, il fatto che anche quest’anno nessun comune campano abbia raggiunto la classe di merito ottimo per il lavoro svolto nelle attività di mitigazione del rischio idrogeologico. Le amministrazioni più meritorie sono Laurito (Sa) e Pollica (Sa), che raggiungono il punteggio di 8 in pagella, grazie all’impegno profuso per realizzare i primi interventi di delocalizzazione e per dotarsi di un buon sistema locale di protezione civile.
La Maglia nera per le cattive politiche di mitigazione del dissesto idrogeologico, invece, quest’anno va ai comuni di Paupisi (Bn) e Raviscanina (Ce),che non si sono attivati sul fronte delle delocalizzazioni, né si sono dotati dei necessari strumenti per organizzare un buon sistema locale di protezione civile.
All’indagine ha risposto il 32% dei 474 comuni a rischio idrogeologico del la Campania.
COMUNI A RISCHIO IDROGEOLOGICO IN CAMPANIA
Regione | Provincia | Frana | Alluvione |
Frana e alluvione |
Totale | % totale comuni |
Campania | 193 | 67 | 214 | 474 | 86% | |
AV | 80 | 8 | 17 | 105 | 88% | |
BN | 39 | 4 | 32 | 75 | 96% | |
CE | 34 | 14 | 32 | 80 | 77% | |
NA | 2 | 33 | 22 | 57 | 62% | |
SA | 38 | 8 | 111 | 157 | 99% |
Fonte: Report 2003 – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e Unione Province d’Italia
Elaborazione: Legambiente
ATTIVITA’ REALIZZATE DAI COMUNI DELLA CAMPANIA
Esposizione ai rischi | Numero Comuni | Percentuale Comuni |
Abitazioni in aree a rischio idrogeologico | 100 | 80% |
Quartieri in aree a rischio idrogeologico | 31 | 25% |
Industrie in aree a rischio idrogeologico | 67 | 54% |
Strutture sensibili in aree a rischio | 28 | 22% |
Attività | Numero Comuni | Percentuale Comuni |
Delocalizzazione di abitazioni | 2 | 2% |
Delocalizzazione di fabbricati industriali | 1 | 1% |
Recepimento PAI nel piano urbanistico | 69 | 55% |
Manutenzione / Opere di messa in sicurezza | 59 | 47% |
Piano d’emergenza | 68 | 54% |
Aggiornamento del piano d’emergenza | 47 | 38% |
Individuazione COC, area accoglienza, ecc. | 76 | 61% |
Sistemi di monitoraggio e allerta | 32 | 26% |
Attività di informazione | 25 | 20% |
Esercitazioni | 12 | 10% |
Fonte: Legambiente
LAVORO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO
SVOLTO DAI COMUNI DELLA CAMPANIA
Lavoro svolto |
Percentuale comuni | Classe di merito | Numero comuni | Percentuale comuni |
Positivo | 16% | Ottimo | 0 | – |
Buono | 6 | 5% | ||
Sufficiente | 14 | 11% | ||
Negativo | 84% | Scarso | 30 | 24% |
Insufficiente | 75 | 60% |
Fonte: Legambiente
NUMERO DI CITTADINI PRESENTI IN AREE A RISCHIO
Popolazione a rischio | Numero comuni | Percentuale comuni |
Da 0 a 100 | 74 | 59% |
Da 100 a 1.000 | 45 | 36% |
Da 1.000 a 10.000 | 5 | 4% |
Da 10.000 a 50.000 | 1 | 1% |
Fonte: Legambiente
Ufficio Stampa Operazione Fiumi
Laura Genga