di Domenico Iaquinto. Si sa che un caldo torrido e atroce, come quello che ci ha avvolto tra le sue spire in questi giorni a causa del passaggio e dello stazionamento dell’anticiclone delle Azzore sulla nostra Penisola con temperature di nuovo attorno ai 35°C e umidità 80%, può giocare brutti scherzi anche a individui apparentemente sani e che finora non hanno mostrato sintomi evidenti di cedimento nel corpo e nello spirito.
Deve essere stata questa la causa che ha spinto il signor Paolo Pacelli a esternare con tanta veemenza, oserei dire con violenza, su un manifesto 70×100 che ha affisso in vari punti del paese il suo Mea Culpa e la sua livida rabbia per aver sbagliato a votare nelle ultime elezioni amministrative per la lista che ora guida il Consiglio Comunale.
Che si aspettava il signor Pacelli da questa Amministrazione? Il Miracolo?
Che sostenendo un’Amministrazione avrebbe acquisito particolari privilegi come è spesso accaduto in passato? Questa sarebbe “la svolta”, il “ modo innovativo e non pregiudiziale” di chiudere “ un modo di fare politica obsoleto e sorpassato“ auspicati nel manifesto?
“…Si nascondono dietro la storiella dei debiti…”. E’ un déjà vu ( il tormentone del consigliere Creta che, ancora oggi, non si capacita di come abbia potuto perdere le elezioni per questa menzogna messa in giro nientemeno che da un Commissario Prefettizio durante il commissariamento del nostro Comune). Il dato certo, conti alla mano, è che non si tratta di una “storiella” ma di una brutta storia, una storiaccia direi, che rende tutto maledettamente più difficile e complicato e con la quale, questa Amministrazione, è “costretta a fare i conti tutti i giorni” proprio come fa il signor Pacelli con la sua azienda.
E’ vero, questa Amministrazione di errori ne ha fatti tanti ( come l’eccesso di protezionismo applicato a tutela, in questo caso, proprio degli interessi del signor Pacelli e della sua attività in occasione della festa patronale) e credo che molti altri ne farà! E… mettiamola così… ci sta pure che un cittadino decida che l’operato di questa Amministrazione proprio non gli piaccia (ma per questo, la prossima volta, avrà ancora a disposizione una scheda e una matita sulle quali poter contare nell’intimità della cabina elettorale) e decidere di fare un manifesto per raccontare le sue “disavventure” agli ignari che non sono “uomini di mondo” e che non hanno fatto “il militare a Cuneo” (…tre anni!) o che non avrebbero mai il coraggio, o meglio, “gli attributi”, per criticare apertamente e pubblicamente l’operato di un’Amministrazione.
Ma credo che la cosa più grave, l’errore più grande commesso da questa Amministrazione nei confronti del signor Paolo Pacelli non sia stato certo quello di non aver provveduto a riparare le “voragini” lungo la strada che porta alla sua azienda (che appare quasi come una nota a margine del manifesto), bensì quello di non aver risposto adeguatamente alla richiesta protocollata a nome Pacelli Trade srl presso la sede comunale il 21 Luglio u.s. al n°2010 0006910 e indirizzata al sindaco, all’assessore al commercio, e al responsabile al mercato e al commercio itinerante.
In questa richiesta, il succitato Pacelli Paolo, chiedeva alle autorità competenti di “far rispettare il decoro e l’autorevolezza” del proprio punto vendita di Via Roma evitando di far occupare “ il marciapiede antistante le proprie vetrine da parte di scalcinate e indecorose bancarelle …” in occasione delle festività di San Leucio di Luglio, ricordando di precisare – alla fine – che “Pacelli Group è uno dei maggiori contribuenti del Comune” (…?). Quelli “minori” hanno forse minori diritti e doveri?
Bene, l’errore dell’Amministrazione è stato quello di non aver saputo spiegare al signor Pacelli che il suolo antistante le “sue vetrine”- il marciapiedi così come pure il manto stradale prospiciente lo stesso – non sono proprietà di Pacelli Group, che non è possibile che lo stesso li abbia ereditati dal nonno o dal papà, ma che sono, sono sempre stati e sempre saranno proprietà comunale.
Che i proprietari di quelle che egli definisce “scalcinate e indecorose bancarelle” sono persone fatte dei suoi stessi identici materiali ( sangue, ossa, capelli, pelle, etc.), hanno anch’essi due braccia, due gambe, una testa , due occhi, etc., etc. e meritano lo stesso rispetto che merita ogni essere umano (cingalesi compresi) sia che abbiano avuto la fortuna di chiamarsi Paolo Pacelli e quindi essere stati avviati all’avventura della vita con un solido patrimonio alle spalle, sia che siano “cingalesi” e come unica dote abbiano ricevuto solo due stracci da mettere addosso per difendersi dal freddo e – i più fortunati – qualche pugno di riso per non morire di fame durante il viaggio che li ha condotti fin qui per sfuggire a una vita grama e senza futuro ( come nel dopoguerra accadde a molti Italiani che lasciarono il proprio Paese in cerca di migliori fortune in America , in Germania o in Svizzera ) o ancora peggio a qualche guerra in atto nel loro Paese.
Al signor Pacelli, che chiedeva in sostanza di lasciare giustamente visibili le proprie vetrine, l’Amministrazione ha risposto facendo apporre dalla Polizia Municipale una linea di rispetto (delimitata da un nastro in pvc a bande bianche e rosse tra le due magnolie all’angolo Via Roma/Corso Garibaldi) e spiegando ai proprietari delle “scalcinate e indecorose bancarelle” di esporre le proprie mercanzie al di sotto del marciapiedi, anche di quello lungo Corso Garibaldi non delimitato da alcun nastro.
Per una maggiore sicurezza, e forse per non aver trovato a presidio del luogo dei corazzieri in grand’uniforme, il signor Pacelli -nella parte non delimitata dal nastro bianco/rosso e precisamente in corrispondenza della vetrina lungo Corso Garibaldi- aveva cura di parcheggiare per tutte le tre serate della festa patronale, stabilmente, a partire dalle ore 17.00 circa e fino a tarda ora una delle sue vetture (come è possibile vedere dalle foto a supporto del manifesto).
Non soddisfatto ancora di ciò, in più di un’occasione, si recava sul posto e visibilmente irritato, sbraitando, prendeva platealmente a calci, come un pistolero del vecchio west o peggio come grezzo guappo di paese, i sacchi delle mercanzie di questi sventurati posati sul suolo stradale in procinto di essere esposte davanti alla sua auto.
Dissentire dall’operato di un’amministrazione e riconoscere pubblicamente ( ma a chi potrebbe interessare?) di aver sbagliato ad apporre una croce su una scheda elettorale è un conto, cosa diversa sono le situazioni (arroganti, miserevoli e deliranti) portate ad esempio dal signor Pacelli e definite dallo stesso “paradossali” a riprova di una mancata tutela dei propri diritti da parte delle autorità competenti.
Valori come la tolleranza e il rispetto altrui si insegnano oltre che a scuola anche nella vita di tutti i giorni e una Amministrazione che si rispetti ha anche questo compito. La signorilità di certe affermazioni o meglio di certi comportamenti, invece, non si insegna e non si compra a nessun prezzo. “Signori si nasce!” diceva Totò.
San Salvatore Telesino 4.Settembre.2010
Domenico Iaquinto
citando:
“Non soddisfatto ancora di ciò, in più di un’occasione, si recava sul posto e visibilmente irritato, sbraitando, prendeva platealmente a calci, come un pistolero del vecchio west o peggio come grezzo guappo di paese, i sacchi delle mercanzie di questi sventurati posati sul suolo stradale in procinto di essere esposte davanti alla sua auto.”,,,Domenico allora ti chiedo cosa hai fatto quella sera stessa per difendere quelle persone e la loro roba dai calci di Paolo e se gli hai anche parlato per dirgli ciò che adesso cosi pomposamente scrivi su questo articolo? Se lui non avesse attaccato l’Amministrazione e te personalmente avresti fatto e scritto qualcosa per aumentare il rispetto per le persone che adesso difendi ? Noi cittadini avremmo mai saputo qualcosa riguardo a ciò che è successo? Ti chiedo anche come mai avete permesso al signor Pacelli “di parcheggiare per tutte le tre serate della festa patronale, stabilmente, a partire dalle ore 17.00 circa e fino a tarda ora una delle sue vetture ” e adesso glielo rinfacci come illegale (?).
Mi sarebbe davvero piaciuto leggere le cose belle che hai scritto a prescindere dall’attacco politico , notare insomma attraverso la signorilità delle tue affermazioni -SIGNORI SI NASCE- che vivo in un paese in cui regnano la tolleranza e il rispetto.