
di Raffaele Di Santo. La Madonna dell’Assunta “spinge” con violenza i battenti fuori dalla Chiesa. Comincia un lungo delirio di sangue, una gara silenziosa chiamata rituale a chi si batte di più, secondo antica e imposta educazione di venerazione alla Madonna. La perfezione del sangue che scorre. Il silenzio impreciso. Gocce di vino che stordiscono il tempo, anch’esso infinitamente dedicato alla Vergine. Il gioco è di sofferenza e catarsi per chi con una telecamera via satellite non si ferma sugli angeli e i simboli ma sul sangue. Questo articolo è di pieno rispetto verso i tradizionali riti guardiesi. (per conoscere i Riti Settennali di Guardia Sanframondi, leggi gli artocoli, guarda le foto i video sul nostro sito http://fuoridalcomunecastelvenere.jimdo.com/)
Rispetto che meritano tutte quelle persone che sentono davvero il sacrificio , la penitenza. Non ad altri che continueranno a speculare, non per i “voyeristi” accorsi per scrutare la brutale incisione pettorale dei riti. Simboli forzati aleggiano pesanti tra le braccia di bambini incoscienti. Come può un bambino così piccolo conoscere la disciplina, il sacrificio? In fondo non si è mai ancora rifugiato nella preghiera della madonna per chiedere il giocattolo che vorrebbe … Fin dalle prime ore della mattina le tv locali trasmettono con acido gusto per la sofferenza il sangue dei battenti, non curanti di bambini che a quell’ora potrebbero essere soli davanti al televisore. Se c’è una cosa che possiamo fare è scegliere. I bambini di Guardia Sanframondi non hanno potuto scegliere se portare un simbolo o meno e quale dei tanti curarsene. Rappresentano il lato più negativo della tradizione non molto lontana da quella Chiesa che difende il male: educazione imposta a quei bambini, “sfruttati” come appendi abiti, porta scarpe, angeli da ali pesanti. Voglio difendere i bambini. La libertà dei bambini. Gli adulti possono scegliere se battersi o meno, se battersi a destra del cuore, a sinistra o in entrambe le parti, se far finta di battersi o dimostrare la scenografia del proprio sacrificio egoista col sangue. Non penso che la religione insegni alla costrizione. Interpretazioni personali di sacrificio e penitenza non devono significare costrizione. Per nessuno, tanto meno per i bambini. Trova reale condivisione il messaggio simbolico di avvicinamento a Dio, il pellegrinaggio “artistico” e spirituale realizzato ogni sette anni. Una metafora religiosa da applicare quotidianamente. Ma restano troppi Martiri vivi, troppi canti stonati, frecce scagliate nei corpi, gonfaloni irreligiosi, vergini in diretta, stigmate facili, leggende, rammenti di apparizioni. Nel momento più caldo della giornata si vede anche un cane e una capra tenuti al guinzaglio che fanno parte della rappresentazione. Si ferma il cane. Non vuole più camminare. Nei volti l’incertezza di molti, soprattutto i più giovani, ritrovatisi a fare ciò che non conoscono esattamente, a portare scritte che non capiscono. Sacro e profano che troppo spesso si mischiano con l’unica cosa possibile: il sangue come egocentrica tortura. Il vero Mistero è da dove arriva la forza per permettere a molti di realizzare i Riti Settennali coinvolgendo cosi tante persone, sempre più devote.
“La libertà non è, come potrebbe sembrare, nuova esigenza per la gente meridionale, bensì antichissima aspirazione, rimasta tale per la peculiarità di un ambiente storico che solo oggi si apre a più larghe prospettive.”
Con queste parole, lo storico locale Fioravante Sanzari inizia il suo libro ‘ I Re Penitenti’ nel 1961. E’ a mio avviso, uno dei dei tanti libri scritti sull’argomento, che lo descrive con maggiore rigore documentale.
Nel fare appunti a giovani che si ritrovano “a fare ciò che non conoscono esattamente, a portare scritte che non capiscono” sarebbe utile approfondire le origini storiche di questa manifestazione oppure provare, semplicemente, a percepirne la sua spiritualità vivendola.
I riti sono legati credo alla adorazione del dolore alla adorazione della Croce e alla forza di Maria Madre Misericordiosa che rimase fino all’ultimo sotto la Croce, credo, perchè di queste cose è giusto che parli la Chiesa. Anche tra i fedeli ci sono diverse correnti di pensiero, tra loro sempre la Chiesa. Ritengo molto più violenti e diseducativi alcuni “cartoni” visti dai bambini senza la presenza dei genitori. I minori pare fossero tutti accompagnati dagli esercenti la potestà genitoriale, è ancora un diritto educare alla fede. Lia Buono
Probabilmente si è voluto fraintendere molto di quanto ho scritto in questo articolo. Probabilmente il fine mio e vostro è lo stesso: parlarne affinché si capisca che i Riti non sono un gioco, uno show, ma un’intima manifestazione di fede il cui messaggio va diffuso ESCLUSIVAMENTE in questo modo. E’ chiaro dall’articolo che non sono contro i Riti di Guardia, ma contro le interpretazioni “voyeuristiche” che a mio avviso sono le più diffuse. Non ho parlato di fede, lo lascio fare ai Teologi e agli esperti. Ho solo rappresentato in alcune righe quello che ho percepito negli occhi delle persone. Ho buttato su un foglio i miei sentimenti nel vedere i Riti. Riguardo ai bambini, poichè tali, mi riferivo al fatto che sono stati “incurcati” a quel tipo di educazione non proponendo loro altre “educazioni”. in questo e nell’impossibilità di scegliere se farlo o meno non sono stati liberi. Per la violenza che i bambini hanno potuto vedere mi riferivo alle immagini in tv non a quelle dal vivo dove i bambini erano accompagnati da adulti. Lo scopo era far passare questo messaggio: i Riti non sono un gioco brutale, ma sentimento intimo di religione. Vi ringrazio dei commenti
Il messaggio è passato esattamente come voleva signor Di Santo, almeno per quanto mi riguarda. Bellissimo e coraggioso il suo articolo che apre uno splendido dibattito.Lia Buono
Sarebbe interessante sentire il giudizio di un alto prelato sui riti di Guardia Sanframondi. E sarebbe interessante capire cosa si intende per fede ed educazione alla fede, e fino a che punto questa possa essere considerata sempre e comunqe anteponibile ai diritti umani, alla dignità della persona, al rispetto dell’altro e di sé. I riti sono un evento meraviglioso e tutta la Valle Telesina dovrebbe sentirsi fortunata per la presenza di una realtà del genere… Ma fino a che punto possiamo considerare i riti un mezzo di educazione?
Da un occhio spassionato è possibile scorgere tratti agghiaccianti: masochismo, violenza, paganesimo, e a tratti, mi permetterei, turismo della strage. Il trash delle macchinette fotografiche che inquadrano il seno insanguinato riflette un’assurdità ben più profonda. Alla processione c’erano strisce con banconote incollate sopra, tonnellate di oro sulla statua della madonna. Il battente, così come il fedele che dona oro e soldi, perché lo fa? Non forse per ingraziarsi benevolenza ultraterrena? Non è forse un modo più rapido per cercare di raggiungere la vetta della beatitudine? La religione cattolica, fino a prova contraria, condanna qualsiasi forma di corruzione della divinità. E ancor di più: come può un sincretismo così palese tra paganesimo e cattolicesimo non sconvolgere i più? La stessa parola “venerare” deriva da Venus, dea romana. E lo stesso rito dei battenti, stando al giudizio di molti studiosi, risale a un’usanza pagana propiziatoria, poi presa in prestito dalla religione cattolica, con l’avvento dei Longobardi, per mantenere successo tra la popolazione e diffondere la dottrina cattolica.
Cosa ho visto io ieri? Un carnevale di buone intenzioni. Tanti masochisti dietro al vitello d’oro del Sinai, che si comprano l’aldilà a colpi di sangue, anche a costo di rinunciare al rispetto di sé. E di fronte, un mare di sadici che gode del trash, me compreso.
G.M. condivide quello che ho scritto…. signori … il mondo sta cambiando 🙂 simpaticamente Raffaele
Ammira la fortezza della Madonna: ai piedi della Croce, con il più grande dei dolori umani — non c’è dolore come il suo dolore — piena di fortezza. — Chiedile questo vigore, per saper stare anche tu presso la Croce.
(Josemaria Escrivà Cammino, 508)
E ancora : Benedetto sia il dolore.Amato sia il dolore.Santificato sia il dolore…Glorificato sia il dolore! (Cammino 208)
Non credo si debba aggiungere altro. E’ il Mistero della Fede. Lia Buono.
“…non dobbiamo credere che la divinità sia simile ad oro, argento o a pietra scolpita dall’arte o dall’immaginazione umana (Atti 17:29)
“Non ti fare scultura alcuna, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli e nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servire loro, perché io, l’Eterno, l’Iddio tuo, sono un Dio geloso.”
(Esodo 20:2-5; Deuteronomio 4:15-19)
“Non vi farete idoli, non vi eleverete immagini scolpite, nè statue e non collocherete nel vostro paese alcuna pietra ornata di figure, per prostrarvi davanti ad essa, poiché io sono l’Eterno, l’Iddio vostro.” (Levitico 26:1)
“I loro idoli sono argento e oro, opera di mano d’uomo. Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchie e non odono, hanno naso e non odorano, hanno mani e non toccano, hanno piedi e non camminano la loro gola non rende alcun suono.” (Salmo 115:4-9; 135:15; Habacuc 2:18-20)
“I loro idoli più cari, non giovano a nulla…. Il fabbro lima il ferro, lo mette nel fuoco, forma l’idolo a colpi di martello… Il falegname stende la sua corda, disegna l’idolo con la matita, lo lavora con lo scalpello, lo misura con il compasso e ne fa una bella figura umana, una bella forma d’uomo, perché abiti una casa.
…..Nessuno rientra in sé stesso, ed ha conoscimento ed intelletto per dire: mi prostrerò io d’innanzi ad un pezzo di legno?” (Isaia. 44: 9-20)
“Non hanno intelletto quelli che portano il loro idolo di legno e pregano un dio che non può salvare.” (Isaia 45:20)
“I costumi dei popoli sono vanità……. si taglia un albero della foresta e le mani dell’operaio lo lavorano con l’ascia, lo si adorna d’argento e d’oro, lo si fissa con chiodi e martelli perché non si muova. Codesti dèi, sono come pali in un orto di cocomeri, e non parlano; bisogna portarli perché non possono camminare. Non li temete! Perché non possono fare alcun male, e non è in loro potere di fare del bene” (Geremia 10:2-11).
“Profondono l’oro dalla loro borsa, pesano l’argento nella bilancia, pagano un orefice, perché ne faccia un dio per prostrarglisi davanti, per adorarlo. Se lo caricano sulle spalle, lo portano, lo mettono al suo posto, ed esso sta in piedi e non si muove dal suo posto e benché uno gridi a lui, esso non risponde, né lo salva dalla sua distretta” (Isaia 46:6-7).
“Essi mi hanno mosso a gelosia con ciò che non è Dio, mi hanno irritato coi loro idoli vani” (Deuteronomio 32:21 cfr. Geremia 7:18).
mi prostrai per adorare ai piedi dell’angelo, che mi aveva mostrato queste cose, ma egli mi disse: Guardati dal farlo! Io sono tuo conservo e dei tuoi fratelli, i profeti, e di quelli che serbano le parole di questo libro. Adora Iddio!” (Apocalisse 22:9; cfr. 19:10)
“…e il resto degli uomini non si ravvederà delle opere delle loro mani, sì da non adorare più demoni e gli idoli d’oro e d’argento e di rame e di pietra e di legno, i quali non possono né vedere, né udire, né camminare” (Apocalisse 9:20).
Grazie per aver risposto al posto mio. Sei stato più capace.. Mi sto accorgendo che troppi non leggono il mio articolo ma solo alcuni pezzi e giudicano secondo una interpretazione sempre più di “Venerazione al santo più vicino”. La Madonna si difende da sola e soprattutto da chi come me NON L’HA AFFATTO OFFESA, NE TANTO MENO I SUOI FEDELI!
Le cose che argomenti tanto magistralmente sono
ascrivibili a qualsiasi rito. La peculiarità della adorazione del dolore mi ha sempre affascinato, è alla base della forza delle piccole matite di Dio vicino ai malati terminali, di quei medici estremi che scelgono branche come la neurochirurgia o l’oncologia.E’ la forza delle donne,la forza delle madri, molto più fedeli dell’uomo nell’ora del dolore…Lia Buono.
Ho piacere di conoscervi attraverso i vostri interventi. Anche oggi dopo intense letture dei vari commenti, ho deciso di partecipare alla discussione.
La Vergine e Santa Maria, è chiaro che la vogliate chiamare Madonna delle Grazie, Madonna di Fatima, Madonna del Roseto, Addolorata, ecc…è Una e Unica.E’ La Madre di tutti gli uomini ed ha avuto come tutti gli essere umani sulla terra il suo percorso di gioia e dolore e come tutte le nostre mamme ha avuto a che fare con la vita quotidiana. La sua Santissima Vita è stata caratterizzata da una particolarità non poco discutibile, per i credenti, quella della chiamata di Dio e del concepimento del Re dei re. Viene narrata della sua venuta nell’Antico Testamento e della sua vita attraverso il Nuovo Testamento dagli Apostoli. Della narrazione ne conosciamo ben poco anche se nei momenti fondamentali è stata sempre accanto al Figlio. Noi uomini la inquadriamo nelle nostre raffigurazioni, affreschi e altro, non per ricordare Maria come un quadro, un pezzo di legno o una statua, ma per la sua Misericordia verso tutti. Quello che il sig. Gianclaudio ha scritto è Verità, perchè scritto sulla e nella Bibbia, ma è un modo, a mio avviso, di interpretare la cosa. Mi spiego meglio. Quando vado dinanzi alla Madonna o in processione, e questo, credo, vale anche per i Santi, non vado a ringraziare il pezzo di legno o chi per esso,ma lo faccio consapevole delle Divine Grazie apportate dai Santi attraverso Maria a Gesù e per il concepimento del Salvatore Gesù da parte di Maria.
Maria, Madre premurosa verso i suoi figli non giudica nessuno ne tanto meno si nega.
Quello che si vede nei riti settennali potrebbe o è per voi, per me no, una forma “forte” di ringraziamento alla Madre, ma quale madre non donerebbe il sangue al proprio figlio se non ce ne fosse la necessità? Ecco che si dedica un mese alla Madonna (mese mariano) ecco che esistono diverse forme di appartenenza a Maria, ci sono i figli spirituali che pregano in silenzio, i devoti che vanno a piedi nudi in processione ai santuari (che comodità le scarpe vero?), i disciplinanti, i battenti, e tante altre forme.
La forza nello Spirito è di Maria che alimenta i cuori e li rende forti.
Vi lascio con un link, e spero lo leggiate è una LETTERA DEL PAPA GIOVANNI PAOLO II ALLE DONNE Dal Vaticano, 29 giugno 1995, Solennità dei Santi Pietro e Paolo.
http://alzalosguardo.blogspot.com/2010/05/lettera-del-papa-giovanni-paolo-ii-alle.html
Nel mese di maggio dello scorso anno, rimasi molto colpito dalla devozione Mariana dei telesini, con gli itinerari della statua nelle case e nei quartieri addobbati. Pensai allora, vedendolo per la prima volta, che anche in un centro storicamente e culturalmente molto ‘giovane’, il culto della Madonna si sprigiona con grande forza spirituale, probabilmente, da antichi retaggi straordinariamente cementati nella cultura dei popoli di questa valle e non solo in quei centri storicamente più antichi. Seppure in una forma contenuta rispetto alla manifestazione guardiese, ma di identica spiritualità e trattandosi di una statua, addobbi dorati, questue e viene fatta davanti ai bambini, sarebbe interessante sapere se il duo Gianclaudio-Raffaele considerano anche questa manifestazione un carnevale delle buone intenzioni o uno spettacolo trash del quale ne sono consapevoli fruitori e se ritengono educativa la sua funzione…ma tornando ad essa, quando la Madonna è entrata nel mio condominio, per un attimo la mia mente immaginava il lungo ed oscuro periodo medioevale di queste contrade, in cui i nostri antenati hanno subito non poche vessazioni da Saraceni, Normanni, Angioini, Svevi e poi le famiglie feudali, i Borboni ecc…immaginavo le numerose chiese di Telesia, che già nel nono secolo avevano accumulato mezzo millennio di storia e tradizione Cristiana. Immaginavo Telesia quando fu completamente distrutta e devastata da Seodan e la vita di quelle famiglie private dei loro averi ed affetti, come e dove ritrovavano la forza di guardare avanti. A giudicare da numerosi fonti documentali, la fede Cristiana è stata certamente l’elemento che quelle famiglie hanno mantenuto più saldamente in ogni tempo e luogo si siano spostate, e quindi, generato altri centri urbani.
Con l’avvento dei Normanni e, dall’analisi di numerose fonti documentali, le manifestazioni religiose con esibizione plateali di cortei religiosi, da queste parti erano già attive nell’XI secolo. La loro funzione era duplice e nasceva principalmente da un’esigenza spirituale, ma , avevano anche una importante funzione ‘politica’, in quanto rappresentavano la forza e la coesione culturale del popolo di tutta la valle telesina, di fronte all’arroganza politica e militare dei suoi dominatori. Manifestazioni plateali simili a quelle guardiesi, sono state in uso per diversi secoli sulle rotte della via Latina, dove potevano avere una maggiore visibilità e rappresentazione sociale. ( cfr ‘I Re Penitenti’ di F. Sanzari e le fonti documentali citate)
Troverei più utile e culturalmente corretto se si approfondissero i documenti della nostra storia locale che è una forma straordinaria e corretta per comprenderla, al posto di sterili ‘copia e incolla’ di citazioni, non sempre pienamente pertinenti al nostro contesto.
Troverei io invece più utile rispondere nel merito alle questioni e non sviare ad altri contesti o surrogati.
Signor Di Santo, so solo che quelle che lei chiama “sterili copia e incolla di citazioni” riguardano la Bibbia, l’unico testo sacro per i cristiani. E nel Deuteronomio della Bibbia si dice: “Non ti fare scultura alcuna, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli e nelle acque sotto la terra; non ti prostrare dinanzi a tali cose e non servire loro”. Anche gli Atti degli Apostoli fanno eco a questo principio.
Ma ci siamo mai chiesti come mai la religione cristiana sia l’unica religione monoteista ad avere l’iconoclastia?
Odifreddi, in un suo brillante saggio, spiega, rifacendosi a Montesquieu, che lo sviluppo di determinate religioni dipende dalla geografia di un luogo. Ed ecco che la religione cattolica romana non è altro che uno squallido sincretismo tra i tanti riti pagani di tradizione greco-romana e la dottrina di Cristo. Sincretismo che invece non è potuto avvenire negli altri contesti monoteistici (Medio-oriente, Asia) perché erano già ben radicate forme monolitiche di religioni “dell’unico salvatore”.
Dunque il cattolico crede in un finto monoteismo mascherato. Una per tutte, il tempio di Castore e Polluce a Napoli fu convertito in Chiesa di Ss. Pietro e Paolo.
Coincidenza: Castore e Polluce erano protettori della navigazione, Ss. Pietro è patrono dei pescatori…
La cosa più triste è che si cerca in tutti modi di difendere culti pagano-paesani solo per un legame viscerale ed affettivo a certe tradizioni.
E si finisce così per usare la spada dell’inquisitore per difendere la stessa strega che l’Inquisizione condannava. In altri termini, si arriva a rinnegare un testo sacro pur di non tradire un mal-sacro rito tradizionale.
Riguardo ai “riti telesini” posso solo dire che educherei mio figlio al rispetto di sé e dell’altro, al credo in un Dio che non si può corrompere con cantilene, sangue e catenine, alla solidarietà verso l’altro. Non certo ad una mortificazione fisica per un idolo luccicante. Insegnerei a mio figlio che il masochismo è una patologia e che ogni giorno muiono circa 25mila persone per fame e 5 milioni l’anno per sete, mentre invece i filantropi cattolici creano ogni giorno vitelli d’oro dal valore di milioni di euro…
Il contesto del mio intervento, credo, si è mantenuto rigidamente all’interno del tema del post aperto da Raffaele e, puoi (ri)verificare che è assolutamente scevro da tentativi di sviare chiunque, di surrogare con argomenti non pertinenti perché manca principalmente di interpretazioni personali.
Mi sono limitato semplicemente a riportare il frutto di ricercatori che hanno impegnato alcuni anni della loro vita a studiare l’argomento con criteri scientifici e che hanno provato a spiegare con documenti e testimonianze storiche, la natura di alcune usanze che agli occhi di uno spettatore poco attento e disinformato, difficilmente riesce a coglierne il significato sincero. Ho trovato di cattivo gusto la tua interpretazione dei Riti e di scarso rispetto per le persone che vi partecipano per i termini che hai usato e per il senso del ‘rispetto alla persona’ con cui ti promuovi ad educatore. Mi permetto sommessamente un ulteriore invito ad approfondire la storia locale, parallelamente alla conoscenza dei testi sacri che conosci benissimo, ed in particolare nell’Alloquium di Alessandro Telesino, monaco dell’ordine di san Benedetto, scritta in onore del re Ruggero II, le vicende legate all’abbazia di monte Drogo, di Limata, dell’eclissi del 1239 e della politica che Federico II operava attraverso il giustiziere del regno Sanframondo. Non sono argomenti surrogati ma elementi di storia assolutamente pertinenti alla comprensione storica dell’argomento. Per la comprensione spirituale, rispetto la tua idea e non credo che questo sia il posto più adatto per parlarne, per cui evito ulteriori commenti.