I nostri primi quarant’annidi Nicola Pacelli. Con Marina Ripa Di Meana, abbiamo in comune unicamente l’arco temporale, poiché lei, se non altro, in 40 anni, se l’è spassata, mentre qui, da noi, c’è stato poco da divertirsi. Tutto iniziò ai primi degli anni ’70. In quel tempo si cominciò a parlare di sviluppo turistico del territorio telesino. Vennero organizzati decine di convegni, tavole rotonde, in cui si discuteva in particolare della “naturale vocazione turistica” della Valle e dei rimedi da adottare. Il tutto partiva da una generale convinzione, scaturita da un equivoco di natura geografica. Si pensava cioè che, essendo il Comune di Telese al centro della Valle, dovesse naturalmente ed ovviamente venir considerato come il Centro delle attività e delle decisioni da adottare.

Nessuno si pose in quel periodo una domanda semplice, ma fondamentale:

possiamo noi considerare questo paese quale capofila di altri 21 Comuni, solo perché si trova in una posizione centrale, piuttosto che per le reali e comprovate capacità gestionali dei suoi dirigenti? Non sarebbe, per caso, più opportuno effettuare una ricerca tra tutti gli altri Comuni interessati, al fine di ricercare dei soggetti preparati ed idonei a condurre a termine il nostro progetto?.

Pertanto Telese, non ancora divenuto Telese Terme, venne tacitamente considerato quale unico Comune idoneo e fornito naturalmente dei necessari requisiti.

Anche i Romani posero Roma al centro del mondo (Roma caput mundi), ma lo fecero solo dopo aver dimostrato, al mondo intero, le loro capacità, i loro sacrifici, il lavoro di anni, compiuto dai propri uomini migliori e dal proprio esercito, per arrivare infine a dirigere un Impero.

A questo punto l’Homo telesinus, pur conoscendo esattamente i propri limiti, si riempì di boria e si autoproclamò il migliore della Valle. Coloro che fino a quel momento avevano svolto mestieri semplici o umili come ad esempio il ciabattino, aprirono improvvisamente un grande negozio di calzature, divenendo di colpo dei piccoli imprenditori del settore. Qualcuno che, a mala pena, riusciva a scattare una foto con una kodak usa e getta, si definì fotografo professionista ed aprì un negozio adorno di luccicanti vetrine. Questo perché bastava dire: è sorta una nuova attività a Telese, che tutti gli abitanti dei Comuni limitrofi si riversavano in massa nella cittadina, convinti di trovarvi il meglio. Al contrario i negozi già esistenti nei altri paesi, man mano, per mancanza di clienti, si vedevano costretti a chiudere.

Tutto questo, per il solo fatto che il titolare era nato e viveva a Telese.

Persino una ragazza, se esibiva una carta d’identità, da cui risultava: nata a Telese Terme e residente magari in Via Caio Ponzio Telesino, diventava bellissima, una vera star, mentre un’altra, proveniente, mettiamo, da Guardia Sanframondi, era guardata con disgusto e definita, senza mezzi termini, “una zambera”.

Ora, per rispondere al Sig. Enzo Tripodi, il quale mi dice: “Nonostante il suo modo molto acculturato e molto ironico di dire le cose, mi sembra che le idee da Lei espresse, siano mosse soprattutto da un astio, dovrei dire campanilistico, nei confronti di Telese” vorrei dire: io non sono un nemico di Telese, né dei telesini, intesi come persone normali, i padri di famiglia che vivono e lavorano onestamente a Telese Terme. Essi sono, a loro volta, le prime vittime di questa situazione. Con essi io parlo ogni giorno, li incontro al bar, mi riferiscono i loro problemi, la grave situazione in cui si son venuti a trovare, quasi sempre lo fanno in tono sommesso, senza farsi troppo sentire all’intorno, che è poi la caratteristica principale della famosa vox populi”, una voce normalmente pronunciata in sordina, in maniera mai troppo eclatante, ma che riporta e riferisce sempre la verità.

Il richiamo all’acqua solfurea, quale unica responsabile dei disastri accaduti, diciamo la verità, è stata chiaramente una voluta provocazione, tesa a scuotere le coscienze intorpidite da anni di inerzia e di supina acquiescenza.

Per me invece, l’Homo telesinus appare impersonato da tutti quei soggetti, non necessariamente politici, i quali, a vari livelli, nel corso degli anni, hanno approfittato della posizione vantaggiosa che si era creata, si sono facilmente arricchiti, nel caso di imprenditori, mentre hanno assunto cariche di rilievo, posti di comando, mediante vari intrallazzi, nel caso di veri o presunti professionisti.

In questo modo sono divenuti, Presidenti di Enti di sviluppo del territorio, Addetti alle infrastrutture, Presidenti di Associazioni Regionali termali ecc. Sono questi i soggetti che, senza avere alcun requisito, ma approfittando della situazione di preminenza venutasi a creare, hanno alla fine contribuito a distruggere i buoni propositi e le iniziative iniziali, coinvolgendo nella rovina decine di paesi e migliaia di abitanti.

Ora, se proprio non si riesce, o non si vuole chiamare un esperto proveniente da lontano, sarebbe opportuno che i Sindaci degli altri Comuni interessati riuscissero a trovare un accordo, in modo da formare una sorta di Consorzio, di cui Telese Terme faccia parte esattamente alla pari di tutti gli altri, ed in cui vengano scelte persone di provata capacità e responsabilità. Tra l’altro abbiamo attualmente, nella Valle telesina, ottimi Sindaci ed Amministratori, quali ad esempio il Dott. Santagata a Cerreto Sannita, Borrelli a Faicchio, Forgione a Solopaca, Di Cerbo ad Amorosi, il Dott. Mario Scetta a Castelvenere e tanti altri ancora, i quali hanno la preparazione necessaria per gestire e portare a compimento questo progetto che ormai da troppo tempo attende di essere realizzato e che non è assolutamente possibile ulteriormente procrastinare.

Nicola Pacelli

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2 Commenti

  1. Signor Pacelli,
    continuo a pensare che Lei abbia una sua personale antipatia verso tutto ciò che è accomunato alla vita sociale di Telese Terme, anche se con il suo ultimo post mi sembra che sia stato più chiaro, ed abbia indicato, nel suo cosidetto homo telesinus, un modello politico-amministrativo e socio-economico ben preciso, senza massificare e senza fare di tutta l’erba un fascio. Io vorrei solo dirLe che personaggi come quelli che Lei ha stigmatizzato, diciamo arrampicatori sociali proiettati in avanti dalla politica, dal denaro, dalle conoscenze e dal clientelismo sociale, ce ne sono in tutti i paesi della valle; anzi ce ne sono, e ce ne sono stati, sicuramente di più in altri paesi della valle, piuttosto che a Telese. Se Lei ha buona memoria storica, sicuramente ne converrà con me e spero mi risparmi la necessità di fare nomi e cognomi perchè sarebbe illegale e poco elegante. Detto questo eviti per favore di far pesare su Telese e sui telesini colpe inesistenti, maggiori di quelle che sicuramenteià devono già sopportare.
    Cordialmente
    Enzo Tripodi

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