Cerreto: schizofrenie programmatichedi Vincenzo Ciaburri. La programmazione? Ma cos’è questo mostro? Certo, sono convinto che l’attuale amministrazione lo sa che è un atto fondamentale per l’assunzione di responsabilità da parte di chi amministra un territorio. Sono però pure convinto che proprio per questo fa finta di non conoscere e rimanda all’approvazione del P.U.C. che avverrà a “tempi brevi”, quanto breve sarà questo tempo non si sa. Qualcuno dice che si tratta di un “breve urbanistico” ….. insomma di un imprecisato numero di anni.

Intanto si procede, senza alcuna assunzione di responsabilità, a trasformare il territorio con interventi di urbanizzazione a macchia di leopardo, in cui il consumo del suolo è solo uno degli aspetti negativi che lascia dietro. Alla faccia dello sviluppo sostenibile che l’Ente intende contrattare con gli Enti sovrapposti, in particolare con la Comunità Montana, la Provincia e la Regione.

Eppure il nuovo strumento urbanistico prevede una serie di passaggi preliminari che ne organizzano le linee guida e ne strutturano il PUC stesso. Pertanto, risulta chiaro che la redazione del PUC è solo la sintesi delle volontà di trasformazione e di cortocircuitare le varie zone del territorio individuate. Non può essere addebitato alla farraginosità o/e inapplicabilità delle Norme per il Governo del Territorio (ex lr 16/2004) la schizofrenia gestionale del nostro territorio che ha avuto il riconoscimento della Bandiera Arancione da parte del Touring Club e che ha la pretesa di candidare il centro urbano ad essere inserito nel patrimonio dell’UNESCO.  Perciò:

  • Non è possibile pensare di andare ad infilare un insediamento di Edilizia Residenziale Sociale (ex LR 19/09, art. 7 c. 4) proprio sotto villa Langer, che tanto ruolo ha assunto nella storia (austro-ungarica prima e di casa Savoia poi);
  • Non è possibile pensare di spostare di circa 10 metri la strada comunale S. Anna per liberare lo spigolo nord-est della vecchia “Tintoria Borbonica” imputandola a una richiesta prescrittiva fatta dalla Soprintendenza. L’intervento comporta l’esecuzione di uno sbancamento che potrebbe compromettere la stabilità dei manufatti edilizi di notevole interesse storico. Oltre a ciò, ci si potrebbe trovare di fronte a dei ritrovamenti archeologici e ciò potrebbe far lievitare notevolmente i costi per i lavori preventivati, se non addirittura farne sospendere l’esecuzione. In quest’area non andrebbe toccata neppure una zolla di terreno prima di aver redatto un progetto che deriva da una approfondita e qualificata analisi dell’area. E poi, che senso ha acquistare per oltre 140.000 euro la Torre dell’insediamento medioevale (contraendo un mutuo) se non si persegue l’obiettivo della valorizzazione dell’area, facendo assumere alla stessa un ruolo centrale nel progetto di trasformazione di un’area territoriale ben più estesa di quella presa in esame che, forse andrà anche oltre i confini comunali. Un Parco Archeologico? Non è l’unica soluzione, ma va bene pure quella. Ma non è possibile pensare di far convivere una viabilità comunale con un Parco Archeologico. Con le attuali necessità di mobilità, la strada risulterà sicuramente inadeguata ed incompatibile. Tra l’altro, la Soprintendenza ha chiesto che venga modificato il tracciato della strada per consentire il recupero integrale del complesso monumentale della Tinta, ma senza urgenza!! Che necessità c’è di andare a contrarre un altro muto di oltre € 180.000 se non c’è alcuna urgenza?
  • Non è possibile pensare di andare ad installare impianti fotovoltaici su Monte Coppe e nei pressi della Leonessa. Ciò porterebbe ad un inutile consumo di suolo e comprometterebbe sicuramente la valorizzazione di questi luoghi dal punto di vista paesaggistico e ambientale. Oltre che si avrebbe un patrimonio investito di oltre € 2.600.000 esposto ad azioni vandaliche (l’esperienza insegna);
  • Non è possibile ipotizzare l’inserimento di un Parco fluviale sul torrente Tullio, dotato di anfiteatro e di ponte opportunamente ambientato, per consentire la fruizione della sponda esposta a sud. Molto emozionante, se non fosse per il fatto che poco distante è presente la forra di San Giovanni. Cioè un punto ove il torrente presenta una strozzatura dopo aver raccolto tutta l’acqua proveniente da un bacino imbrifero che si estende da Montalto (Madonna della Libera) e arriva fino a Sant’Anna sulla linea che tira verso Monte Coppe passando per la Masserie Borzaro. Una quantità d’acqua enorme che, in caso di pioggia battente e persistente, sarà sicuramente capace di buttare giù tutto quello che si è realizzato per un somma prevista di ben € 1 450 000,00.

Pertanto, al di là dell’incoscienza culturale, esiste la necessità di non dilapidare un patrimonio che oltre ad avere un valore economico (quindi sottoposto a una valutazione in termini di costi-benefici), ha anche e soprattutto un valore sociale (quindi sottoposto a una valutazione in termini etici e morali).

arch. Vincenzo Ciaburri,

responsabile “Politiche Territoriali”

dell’associazione politico-culturale “Da sempre per Cerreto”

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