Un paese violentatodi Aldo Maturo. “Chi manca da Telese da qualche anno ricorda forse quelle che erano le caratteristiche topografiche essenziali di questo centro: un viale bellissimo che congiungeva la stazione ferroviaria alle Terme, due ampie strade parallele a quel Viale e la SS 87, locale via Roma, che incrociando quelle tre strade divideva il paese in zone quasi eguali. Telese dunque si presentava piatto e monotono e gli amministratori pensarono che un po’ di caos avrebbe indubbiamente rappresentato una nota originale. Così dopo aver studiato a lungo il problema trovarono finalmente una soluzione: concedere licenze edilizie a chiunque la richiedesse, quale che fosse il progetto di massima presentato…” .

Stop! Non stiamo parlando di oggi ma di cose scritte e pubblicate l’11 maggio 1967 su un settimanale di Benevento molto diffuso, Messaggio d’oggi.

Poveraccio! Ce l’immaginiamo questo telesino virtuale in volo sulla Telese di oggi? Ci ho provato e ho scoperto un paese  irriconoscibile, violentato,  rappresentazione plastica di come la speculazione e il malgoverno possano stravolgere la vita di una comunità facendone scempio.

Decine e decine di inutili palazzi sorti come simulacri e desolatamente vuoti. Case, casine, casette spolverate come formaggio dovunque ci fosse un po’ di verde disponibile. Al di là di ogni logica, non sono le case che si sono adeguate alle strade ma sono le strade (?!) che si insinuano zigzagando tra le costruzioni facendo impazzire gli addetti alla toponomastica.

Milioni di metri cubo di cemento inutilizzati e in attesa di un futuro migliore (?!), quando migliaia e migliaia di persone esonderanno a Telese  ed occuperanno i palazzi costruiti da anni,   felici di essere finalmente utilizzati ai prezzi che saranno imposti al momento dai palazzinari, pronti a recuperare gli interessi perduti.

E intanto i vecchi “curzi”, dalle “chiare fresche e dolci acque”, si  fanno spazio a stento tra case,muretti e recinzioni, più avanti uno specchio d’acqua viene intrappolato e recintato ad uso privato, c’è già una Telese2 ma intere zone sono state inurbate in maniera intensiva, pronte a diventare Telese3, 4 o 5,  dopo la Scuola Media si percorre quello che si crede essere l’agognato imbocco del  ponte per Solopaca e ci si ritrova invece sulle acque del lago, con una  viuzza  che da sospirata isola pedonale è diventata strada di collegamento per la caccia al ponte, quello vero, catapultato irrealisticamente in mezzo a una campagna.  I chilometri si snodano tra le strade del paese come in una gigantesca gimkana  che al posto dei birilli ha case e  palazzi.

Non è un film. Probabilmente neppure Francesco Rosi avrebbe saputo ricostruire una scenografia simile per girare il suo famosissimo film. Per colpire lo spettatore aveva preso a campione una città-simbolo, Napoli, descrivendo come un piano di speculazione edilizia avrebbe cambiato per sempre il volto del paese del sole. “Le mani sulla città” lo aveva chiamato, ma non aveva immaginato la Telese di oggi che supera ogni fantasia e lascia ai suoi figli un futuro e un impatto ambientale irrimediabilmente stravolto.

Non illudiamoci. Non so cosa potrà fare l’ Amministrazione per recuperare un’armonia urbanistica distrutta da un cocktail di speculazioni, cointeressenze, connivenze, intuibili alleanze ed elastiche lobby.

E in questo quadro tragico si continua a parlare ottimisticamente di turismo, come se ne parlava e scriveva 40 anni fa, con le stesse speranze, le stesse parole, le stesse proposte. Io c’ero, diceva Enzo Biagi. Si, io c’ero, ed ero in prima fila ma vedo che la trama del  film non solo non è cambiata ma è diventata un sogno da cancellare.

Magari avesse avuto ragione Luigi Mazzillo quando scriveva “…il Sannio si avvia a diventare quella che,in linguaggio eufemistico, viene definita zona di sistemazione, area cioè da trascurare per quanto riguarda gli interventi pubblici e da destinare al rimboschimento ed ai pascoli, onde è inutile aggrapparsi per Benevento e la sua provincia alle facili illusioni del turismo”, Enciclopedia Geografica Tutt’Italia, Casa Editrice Sansoni e Istituto Geografico de Agostini (Messaggio d’Oggi, 6.7.1967).

Così non è, perché la Telese di oggi è stata svenduta e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Negli anni c’è chi poteva presentare il conto, chi avrebbe potuto presentarlo, chi non lo ha fatto, come nella storia delle tre scimmiette. Credo che se non si trova tutti insieme il modo di risolvere in tempi urgentissimi un vuoto incolmabile, Telese diventerà non area di rimboschimento, come prevedeva Mazzillo, ma periferia degradata aperta irrimediabilmente a pascoli di ben altro genere.

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3 Commenti

  1. Io non c’ero quarant’anni fa (perché sono dell’81) però l’altro giorno leggevo un trafiletto di Pasolini dal titolo “Processateli” apparso il 13 febbraio del 1989 su un settimanale che si chiamava Cuore (gentilmente fornitomi dal caro amico Raffaele Amato) e che usciva insieme all’Unità. “Dunque: indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione di denaro pubblico, intrallazzo con i petrolieri, con gli industriali, con i banchieri, connivenza con la mafia, alto tradimento in favore di una nazione straniera, collaborazione con la CIA, uso illecito di enti come il SID, responsabilità nelle stragi di Milano, Brescia e Bologna (almeno in quanto colpevole incapacità di punirne gli esecutori), DISTRUZIONE PAESAGGISTICA E URBANISTICA DELL’ITALIA, responsabilità della degradazione antropologica degli italiani (responsabilità, questa, aggravata dalla sua totale inconsapevolezza), responsabilità della condizione, come si usa dire, paurosa, delle scuole, degli ospedali e di ogni opera pubblica primaria, RESPONSABILITà DELL’ABBANDONO SELVAGGIO DELLE CAMPAGNE, responsabilità dell’esplosione selvaggia della cultura di massa e dei mass-media, responsabilità della stupidità delittuosa della televisione, responsabilità del decadimento della Chiesa e infine, oltre a tutto il resto, magari anche distribuzione borbonica di cariche pubbliche ad adulatori”. Questo era Pasolini che trent’anni fa atttaccava la Democrazia Cristiana. A distanza di tutti questi anni non sembra essere cambiato niente, anzi sembra che le cose siano peggiorate (oggi si parla di Expò di Milano, federalismo demaniale e nucleare). Sono d’accordo con A. Maturo quando dice “Non illudiamoci. Non so cosa potrà fare l’ Amministrazione per recuperare”. La speculazione edilizia e il sistema delle case sparse ci hanno impoverito e hanno depauperato il nostro territorio. Mancano amministratori capaci che trovino le risorse per produrre regole chiare e valide per tutti in materia di edilizia e le facciano rispettare. Non so proprio come possiamo portare turisti in Valle Telesina se non per una mangiata nel week-end in un finto agriturismo e una rapida fuga. Forse si potrebbe puntare sui servizi ai cittadini (pendolari) se non fosse che soffriamo una inadeguatezza paurosa dei dipendenti pubblici (vecchi e demotivati). L’impressione è che la nave stia affondando e che chi ha una scialuppa di salvataggio si stia già “sgangiando”. Ho visto ragazzi del mio paese, senza un titolo di studi, non esitare un attimo nel proporsi al palazzinaro di turno per vendere il pezzo di terra che magari appartaneva alla sua famiglia da 7 generazioni (ma a che scopo?). Nonostante tutto non arrendiamoci, investiamo sull’istruzione e sulla cultura, cerchiamo di guardare lontano e pensare in grande, prendiamo a modello l’Europa e progettiamo secondo le sue regole sfruttando l’ultimo ciclo di programmazione 2007/2013…

  2. caro luca, fa piacere sapere che le nuove generazioni hanno sale in testa da vendere. La tua analisi è lucida e impietosa. Quando tutto intorno a noi sembra sprofondare, si potrebbe cominciare per esempio col non ripetere sempre gli stessi errori: cioè vigilare, partecipare, essere attenti a quello che succede intorno a noi, non rinunciare a dire la propria opinione. Hai ragione anche sui fondi europei, quelli che rimangono fino al 2013. Ma quello che ci può aiutare di più è l’ecologia. Avanti con la richiesta dei siti di compostaggio, la raccolta differenziata, la manutenzione del verde e tantissime altre cose, che non costano poi così tanto quanto termovalorizzatori, centrali nucleari e quant’altro. Un augurio alle nuove generazioni, affinchè possano cambiare strada, ma anche stili di vita, rispetto alle vecchie.

  3. L’Italia ha la maggiore concentrazione di beni culturali e le più famose città d’arte. Gran parte del patrimonio dell’Umanità è in Italia, è la nostra ricchezza. Rischiamo di perderla, per sempre.
    “Il partito del cemento” è l’unico realmente trasversale, coinvolge tutti dai politici agli imprenditori fino ai piccoli abusi privati,fino al semplice terrazzino oggetto di odio delle signore della Telese bene ( ci misi mezza ora a capire che mezzo metro di terrazzino era motivo di tanto rancore…possibile?…eppure quello e tutto era). Tutti hanno voluto guadagnarci a partire dai Comuni, e forse tutti ci hanno guadagnato…almeno un po’ …o no? Quanto valgono le nostre case a Telese e quanto valevano?
    Ora è crollato l’intero sistema,case vuote e paura del futuro:CRISI.Anche io il mio augurio magari di rinascita.Lia Buono

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