di Marilina Mucci. Con una missiva articolata i Comitati Civici contro la costruzione degli inceneritori , il Comitato Civico A Guardia dell’Ambiente e i Cittadini in Movimento (laboratorio di cittadinanza attiva) hanno indirizzato all’Assessore all’Ambiente della provincia di Benevento le osservazioni sul Piano Rifiuti. Ecco il testo integrale della comunicazione
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17 giugno 2010
All’Assessore all’Ambiente della Provincia di Benevento
e, p.c. Al Presidente della Provincia di Benevento
Al Sindaco
All’Assessore all’Ambiente del Comune di
San Salvatore Telesino
Guardia Sanframondi
Telese Terme
Amorosi
Castelvenere
Solopaca
Puglianello
San Lorenzo Maggiore
San Lupo
San Lorenzello
Cusano Mutri
CerretoSannita
Proposta dei Comitati sul Piano Rifiuti
Facendo seguito al confronto pubblico del 17 maggio scorso, riteniamo opportuno rappresentare la nostra posizione sul piano rifiuti della nostra Provincia.
Condividiamo e riconosciamo al piano rifiuti predisposto dalla provincia di Benevento la scelta contro l’incenerimento, l’importanza data alla raccolta differenziata, al riuso e recupero, e alla riduzione alla fonte della produzione di rifiuti, ma dobbiamo anche ribadire che sono presenti diverse criticità, a partire dall’analisi degli impianti esistenti, considerati sufficienti per il fabbisogno provinciale.
A causa del tempo trascorso fra la redazione del documento e la sua presentazione, alcuni dati sono ormai da considerare superati e non corrispondenti alla realtà (conferimenti in discarica, produzione del rifiuto in provincia, impiantistica presente ma ormai indisponibile, “capienza” residua della discarica di Sant’Arcangelo Trimonte, ecc.).
Il piano si presenta ancora solo come “una dichiarazione di principi ed obiettivi” e, in mancanza del piano industriale e della relativa analisi economico-finanziaria che dovrebbe dimostrarne la “fattibilità”, non è possibile esprimere un definitivo giudizio di merito.
Pertanto, il ritardo nella procedura, rispetto alla data, ormai prossima, dell’avvio a regime della gestione provincializzata, desta in noi preoccupazione.
Se gli impianti su cui fare affidamento sono quelli di Molinara, sito di compostaggio sotto sequestro, il CDR di Casalduni, da adeguare a TMB e compostaggio e comprensivo di un digestore anaerobico, la discarica di Sant’Arcangelo Trimonte, che presenta seri problemi di messa in sicurezza, ed altri impianti da verificare, come le isole ecologiche comunali, come si può realisticamente pensare di avviare la gestione del ciclo dei rifiuti tramite la Società provinciale SAMTE, da poco costituita, ed ancora non operativa, tra soli 6 mesi?
A quando la seconda, necessaria, parte di Piano in cui vengono elencati i siti di trasferenza, le isole ecologiche, le modalità di trasporto, il numero di addetti e la tipologia di lavoro, il costo ed il progetto di ripristino ambientale e attivazione per l’impianto di compostaggio di Molinara, le condizioni attuali dell’impianto Laser, e il costo per renderlo attivo ( oltretutto l’Asia ne rivendica la proprietà e la presentazione di un progetto da 1 milione di euro) come impianto di selezione, la descrizione delle condizioni attuali dell’impianto CDR di Casalduni e il progetto che lo riguarda di cui in modo superficiale si parla nel Piano?
Naturalmente sarebbe doveroso precisare ai cittadini con quali soldi si potrà realizzare anche solo una parte del Piano provinciale proposto.
Questa naturalmente è solo una parte di tutte le domande a cui desidereremmo una risposta chiara ed esaustiva e restiamo in fiduciosa attesa di tutti i chiarimenti che si desidererà inviarci.
Per non parlare delle criticità presentate da altri impianti dismessi (San Bartolomeo, Montesarchio), che continuano ad inquinare e a richiedere interventi urgenti che riducono ancor di più le disponibilità finanziarie della Provincia.
Ciò che salta immediatamente agli occhi è proprio il problema dell’organico, pertanto la cosa più importante, secondo noi, da fare immediatamente e con una raccolta porta a porta in tutti i comuni, è la selezione secco-umido.
Già questo tipo di raccolta differenziata consentirebbe di gestire immediatamente la fase di transizione, in quanto la frazione umida, al netto di quella che già sarebbe assorbita dal compostaggio domestico, opportunamente stimolato ed incentivato, potrebbe essere gestita direttamente da ogni singolo comune, o da più comuni associati.
E’ necessario quindi trovare gli strumenti e le risorse per consentire ai comuni di realizzare in tempi rapidi piccoli impianti di compostaggio dimensionati sulle proprie esigenze territoriali, che darebbero la possibilità non solo di gestire questa fase transitoria ma anche di predisporre gli impianti che, a regime, risolverebbero definitivamente il problema della frazione umida, ovvero quella notoriamente più problematica, in attesa che una più spinta raccolta differenziata porti poi ad una ancora più virtuosa gestione di tutto il ciclo.
Questa soluzione permetterebbe di alleggerire anche il “carico” sulla discarica provinciale di S. Arcangelo T., sia in termini di quantitativi che qualitativi (conferito privo della frazione umida, ovvero quella più inquinante).
La successiva attività di trattamento dell’indifferenziato, privo però dell’organico, sarebbe enormemente più semplice.
Nello stesso tempo il sito di Molinara, quando sarà funzionante davvero, sarebbe in grado di accettare anche carichi di frazione umida proveniente da fuori provincia allorquando, come purtroppo spesso avviene, la nostra provincia è chiamata a farsene carico (naturalmente solo se il materiale da conferire è differenziato correttamente ed idoneo al compostaggio, cosa che attualmente accade raramente).
A questo punto ci sembra che una soluzione possa essere quella di “valorizzare” maggiormente il ruolo dei comuni senza costringerli ad una adesione coattiva e non negoziata alla società provinciale.
Un’efficace gestione dei rifiuti, infatti, non può prescindere, da un lato, dal massimo coinvolgimento delle amministrazioni comunali (e, conseguentemente, dei cittadini) e, dall’altro, dalla loro responsabilizzazione e dalla possibilità di gestire in autonomia tutte o parte delle attività relative al proprio territorio (raccolta “porta a porta” con personale proprio, realizzazione di piccoli impianti di compostaggio, scelta del soggetto cui conferire il materiale differenziato raccolto). Riteniamo che la scelta delle amministrazioni comunali debba essere dettata dalla convenienza economica relativa alle possibilità offerte dal mercato, e che non ci debba essere, invece, un obbligo di adesione alla filiera proposta dall’”azienda provinciale” che rischia di diventare un “carrozzone” ancora più inefficiente degli stessi consorzi.
D’altra parte, in attesa che il modello ipotizzato dal piano vada a regime, i Comuni devono provvedere autonomamente ad organizzare sia la raccolta che lo smaltimento, e se avranno organizzato una gestione virtuosa, magari con bassi costi per i cittadini, non sarebbe assolutamente razionale azzerare completamente queste esperienze.
Il passaggio “coattivo” alla gestione provinciale, costringerà inoltre a cedere una parte significativa delle quote societarie ai privati per effetto dell’art. 23 bis del D.L. 112/2008 e successive modifiche, già dal primo gennaio 2011.
Sulla privatizzazione dei beni comuni come acqua e ciclo virtuoso dei rifiuti, la Provincia e l’assessorato all’ambiente non si è ancora espresso con delibere o una chiara posizione politica.
La battaglia del Sindaco di Camigliano (CE), che punta a difendere il sistema virtuoso posto in essere nel suo comune con risultati eccellenti (65% di raccolta differenziata) e costi assai ridotti per i cittadini, ritenendo che la Provincia debba provvedere solo alla gestione degli impianti conferma le nostre perplessità.
Dunque ci sembra ragionevole chiedere che il piano venga integrato e modificato puntando sulla massima responsabilizzazione dei comuni prevedendo, anche a regime, una sinergia con la provincia, nella quale quest’ultima, oltre alla gestione degli impianti (Casalduni, S.Arcangelo T., Molinara, …), assuma solo compiti di indirizzo, coordinamento e vigilanza dell’azione dei comuni.
Certamente si può ipotizzare anche un “potere di avocazione” da parte della Provincia rispetto ai comuni che non rispetteranno gli “standards” indicati dal piano.
Al fine di garantire la sicurezza del sistema di raccolta e conferimento, ed impedire illeciti, non solo ambientali, chiediamo inoltre che la Provincia faccia tutto quanto in suo potere per rendere immediatamente efficace il sistema di controllo informatico denominato SISTRI (messo a punto da CNR-ISPRA), già sperimentato con successo in Puglia e peraltro già proposto nella nostra stessa provincia dall’assessorato all’ambiente, seppure alle sole aziende agricole. Questo protocollo innovativo, che si auto-sostiene economicamente e che è in grado di proteggere efficacemente il territorio da “sversamenti” illegali di rifiuti, controlla dal “produttore” al conferimento finale tutto il percorso dei rifiuti stessi, informatizzando anche la modulistica (MUD) e quindi consentendo un controllo in tempo reale. Siamo convinti della necessità di estendere la tracciabilità a tutti i produttori di rifiuti ben consapevoli però dell’importanza che l’utilizzo del sistema di controllo – l’iscrizione al quale è peraltro reso obbligatorio da un D.M. del 17/12/2009 per molte categorie e soggetti operanti nel settore dei rifiuti – venga efficacemente esteso a tutto il suolo nazionale per poter salvaguardare il nostro territorio anche da “sversamenti” provenienti dall’esterno della provincia.
Restando a disposizione per ogni eventuale chiarimento e ulteriore confronto o approfondimento, porgiamo i nostri più cordiali saluti.
Per comunicazioni
Francesco Pascale Maria Pia Cutillo Maria Mucci
Via Amorosi, 110 Via Pezza, 10 Via Vecchio Tratturo, 6
San Salvatore Telesino San Salvatore Telesino Guardia Sanframondi
Tel 3396575011 3332923228 3386942340
sono totalmente d’accordo con quanto esposto. Aggiungo solo una considerazione: manca una informazione adeguata ai cittadini sul perché della scelta della raccolta differenziata rispetto ad altre soluzioni. E’ importante per tutti il percorso dei rifiuti da problema irrisolto a risorsa economica del territorio in termini sia di nuovi posti di lavoro e nuove professionalità, che di produzione.