di Aldo Maturo. L’acre odore di zolfo ti prendeva piacevolmente alla gola appena mettevi piede nell’androne, lasciandoti alle spalle il caldo afoso dei viali assolati. Un breve slalom tra le grosse colonne ed eri davanti al bagnino, serioso, implacabile davanti al suo panchetto, pronto a placcare chiunque volesse aggirarlo senza biglietto, uno sguardo complice alla moglie o all’ avventizio “stagionale”.
Prima ancora di entrare era doveroso guardare dal “finestrone”. Ti facevi largo tra maturi bagnanti che vi soggiornavano incuriositi alla vista di tante donne con i primi bikini. Un’occhiata esperta tra una spalla e un gomito bastava a valutare se valeva la pena o meno di entrare. La ragazza vista la sera prima in pista, uno o più amici, un “pezzo” di compagnia, tutti motivi sufficienti per entrare. Ed allora un rapido dietro front fino al bagnino con cui contrattavi il numero della cabina dopo aver superato l’ostacolo del biglietto, contrabbandato chissà come,se non eri tra i fortunati possessori di tessera omaggio centellinata da Don Eduardo Minieri.
“Alla 18 ce ne sono 10”, “alla 24 ce ne sono 5 ma non sono di Telese”. Allora pur di entrare suggerivi il numero della cabina dov’era un amico visto dal finestrone. “No, non posso, sono già troppi”. Tira e molla e alla fine una soluzione si trovava.
Ti precedeva rassegnato e accaldato nel lungo corridoio circolare per guidarti verso la cabina e sbuffando approfittava del tragitto per farti la solita paternale giornaliera. Per non sentirlo accentuavi il toc toc degli zoccoli di legno che rimbombavano sul pavimento bagnato, mentre dalla piscina filtrava il vociare inconfondibile di gente festante, misto all’odore di zolfo ed ai continui splash di panciate destinate a vittime incolpevoli.
Ti apriva la porta come la si apre a un toro pronto alla corrida e ti ritrovavi in una cabina piena di mucchietti di pantaloncini e magliette. Intuivi che quelli poggiati in equilibrio instabile sull’unica sedia in listelli di legno appartenessero a chi era arrivato per prima. Contando gli zoccoli o gli infradito riuscivi a capire quanti erano quel giorno i tuoi coinquilini, poi ti sfilavi pantaloncino e maglietta appallottolandoli in un angolo asciutto. Spesso per non bagnarli l’unica alternativa era poggiarli sugli zoccoli o sul finestrotto sopra la porta esterna. Un ultimo sguardo sfuggente al piccolo specchio attaccato al muro ed aprivi la porta per immergerti nel sole che miscelava il bianco delle mura all’azzurro dell’acqua sorgiva. Prima un gradino poi l’altro, verso l’acqua gelida, attento a non scivolare, mentre lo sguardo – come un radar – ruotava alla ricerca di amici o prede.
Cara vecchia piscina, appuntamento fisso del mattino, luogo cult della vita balneare telesina.
Chi c’era non può dimenticare che a lei deve tanti amori e fantasie stagionali coltivate tra tuffi, panciate, baci rubati, plateali gavettoni, bagni memorabili al bagnino con cui si contrattava ogni volta l’ora dell’uscita, mentre lo zolfo imbiancava la pelle.
La piscina ha segnato la vita dei ragazzi degli anni ’60 ed è stata per decenni l’unico simbolo dell’estate telesina.
Lei ha perfettamente ragione, quanti bei ricordi e non solo per i ragazzi degli anni 60′ ma anche per quelli come me degli anni 80′, che venivo li fin da piccola per le vacanze estive dai miei nonni. Nonna, la ricordo ancora con il suo camice bianco che lavorava all’imbottigliamento (così diceva lei) e nonno che staccava i biglietti all’entrata, e con gli amici, cugini ci ritrovavamo li ai goccioloni, tra tuffi, gavettoni e ricordo ancora il bagnino che urlava bonariamente, ci divertivamo con poco, l’importante era stare insieme. Sà che le dico che i ricordi belli o brutti che siano, fanno parte del nostro passato ma ci aiutano ad affrontare il futuro.
Un saluto
Angela
Tanti anni fa…quando c’erano i Comunisti, i Goccioloni erano per i “borghesi” i Comunisti andavano alla Pera…io ero da Pera… era una vera differenziazione socio culturale la scelta Pera o Goccioloni… oggi vado un pò qua un pò là …come tutti anche se, temo, sia diventata un pò troppo fredda per me quell’acqua, le ingiurie del tempo, non lasciarono indenne niente e nessuno. Lia Buono.
non è assolutamente vero, i miei ricordi sono diversi, certo non si riferiscono agli anni sessanta ma settanta / ottanta,
ma mai ho sentito nell’aria questa differenza, io sono sempre andata ai goccioloni perchè simbolo delle terme ,e le poche volte che sono andata alla pera non mi divertivo nello stesso modo, l’ubicazione, la panoramica era diversa, ma non diversi lo erano le persone. Non hi vissuto questa differenza politica anche se gli anni erano forti !!!!!
la differenziano socio culturale se ciò fosse stato vero e forse lo era a parere di rosalia, non alza i muri, ma crea dei semplici ostacoli, bastava non andare alla pera e sentirsi un comustica ” libero ” di andare dove voleva
grazie
…non capisco!!!! perchè in quest’articolo si parla al passato dei goccioloni??? non mi sembra che abbiano chiuso la piscina..forse l’unica cosa che non c’è più, fortunatamente, è quel classismo di cui parla Lia…per il resto , che io sappia, c’è ancora tutto…quell’odore, la finestrella, il bagnino…se oggi trasmettono altre sensazioni è perchè con il tempo siamo noi a cambiare…e non degli “oggetti” inanimati che necessito eventualmente solo di manutenzione…
Gentile amica,
i Goccioloni fanno parte del mio patrimonio giovanile e mi è piaciuto ricordarli a chi li ha vissuti come me con la stessa emozione con cui li conservo nel mio cassetto dei ricordi.
Non c’è alcuna valutazione o comparazione sul presente, anche perchè non lo conosco.
Cordialmente
Aldo Maturo
ho piacere di quello che ha scritto aldo, riviviamo le cose con felicità emozionandoci ancora delle piccole conquiste fatte nel corso della nostra vita. perchè sempre essere negativi !!!!! viviamoci i ricordi vicini o lontani, quelli dietro l’angolo o quelli lontani kilometri senza essere sempre troppo…..retorici!!!!
La verità non può essere assoluta quando si parla di ricordi così lontani,anche psicologicamente è lecito affermare che conta ciò che si è vissuto personalmente…io stavo in mezzo ai Comunisti ,allora, e tutto a quei tempi era Borghese o …Comunista, nella fattispecie i Goccioloni erano borghesi e la Pera di sinistra…significava una maggiore tolleranza ed apertura al diverso, atteso che era la piscina riservata a chi aveva problemi di salute…Non metto in dubbio che questo non sia il suo vissuto, è infatti il mio ed è ASSOLUTAMENTE VERO, come il mio nome!Lia Buono.
Temo che Bruno Gaeta…il mio Professore…che mi spiegò questa cosa non possa spiegarlo a Lei… Si è persa un Grande Comunista mia cara come si chiama?Antonella Sellardi…lei non c’era di sicuro… tra loro…Lia Buono
Sono ricordi anche i miei…i complessi e i disagi dei malati di pelle che si vedevano allontanati da chi per ignoranza non sapeva che certe “patologie” non erano infettive… sono ricordi anche questi, meno allegri forse, ma io mi divertivo lo stesso anche stando con loro che esponevano le loro piaghe al sole … o forse anche di più… eravamo ragazzi più semplici quelli della Pera…