di Giovanni Pio Marenna. Ritrovassero il poco idilliaco poema sugli indirizzi di governo tra 500 anni e ne interpretassero il significato, alcuni potrebbero decifrarlo come un vero codice della resa sotto il quale Cerreto deve sottomettersi. Altri arriverebbero alla conclusione che trattasi probabilmente più di una favoletta scritta secondo le regole della torre di babele, buttando giù caoticamente delle parole sparse qua e là. Viene distillato ottimismo come fumo negli occhi. Ma svanito l’effetto allucinogeno delle chiacchiere, la vista non inganna. Dissolta l’illusione, ciò che resta davanti agli occhi è la cruda realtà. L’illusione predica, per esempio, speranza e fiducia per potenziare il settore della ceramica, la realtà contro cui si sbatte, invece, ci urla che è un po’ difficile avere speranza e fiducia se si tiene chiuso il museo della ceramica in orari e in giorni di festa in cui sono presenti dei turisti, se non si stimolano i ceramisti con attività organiche a questo potenziamento, se con tre musei presenti non viene programmata nemmeno un’attività una nella Giornata Internazionale dei Musei. Per non parlare della carenza in ricezione ed accoglienza dei turisti, dell’assenza di un ufficio informazioni permanente con personale competente, della mancanza di guide qualificate e specializzate per un turismo di qualità che, più che essere rilanciato, va a farsi benedire.
L’illusione ci propina i “si sono immaginati”, la realtà invece deve andare oltre l’immaginazione e occuparsi di azioni concrete che, al momento, nel piatto non si vedono ad occhio nudo. L’illusione ci spalma un ipocrita ottimismo a fiumi, la realtà ci travolge con l’alta marea. L’illusione accoglie perfino alcune proposte della minoranza (quella sul Parco Archeologico Naturalistico e su un sistema museale urbano), salvo poi girarsi e scoprire che, in realtà, manca la volontà di realizzare tutto questo e che si intende spostare di circa 10 metri la strada S. Anna-Cerreto Vecchio, causando uno sbancamento che non andrebbe esattamente nella direzione della tutela del territorio e della promozione delle bellezze naturali ed architettoniche, dei siti storici ed archeologici.
L’illusione ci raggira quando ci viene detto che il problema occupazione non esiste, la realtà ci dimostra non solo che è vivo e vegeto ma che non si vuole fare niente per risolverlo. A meno che non esistano veramente 500 aziende olivicole a Cerreto pronte ad assumere personale e non se n’era accorto nessuno (è riportata anche questa cifra da moltiplicazione dei pani nel romanzo sulle linee programmatiche). Le nove righe e mezzo di nebbia scritte nel programma evaporano in un attimo. Ora, è vero che non conta la quantità, ma la qualità. Ma dieci righe scarse per non dire nulla su occupazione e politiche giovanili è decisamente deprimente, dieci righe scarse per parlare di qualche spiraglio di ipotesi è come bluffare a poker senza portarsi in mano neanche una coppia. Si parla di tre cose: la casa albergo per anziani che occuperebbe un operatore ogni 4 persone, la comunità Itaca e il Pip artigianale. Degli ultimi due non sta specificato niente relativamente all’occupazione. Nel caso del Pip artigianale non è illustrato come dovrebbe essere realizzato. Per quanto riguarda la casa albergo di Madonna della Libera non si sa ancora di quanti posti letto disporrà la struttura, non si sa se c’è una garanzia concreta che queste occupazioni ci saranno o sono solo anche queste (come sempre) chimere, non si sa se la società privata che gestisce la casa albergo prevede che lavori un operatore cerretese ogni 4 persone nella sua struttura. Insomma una serie di capitoli che si aggiungono nel libro dei sogni. E vissero tutti infelici e scontenti.
E così mentre le illusioni finiscono di entrare in circolo, tra un assessore che s’indigna perché la minoranza la pensa diversamente da lui (ma guarda un po’ che sacrilegio!) e un altro che vuole essere invitato come oratore ai convegni altrimenti le proposte presentate perdono di efficacia (come se la validità di un’idea dipendesse dalla presenza di un assessore al tavolo dei relatori), continua a consumarsi questa farsa. E’ che alcune persone certi concetti, poiché non riescono proprio a capirli, non li accettano. Bisognerebbe fare come con i bambini delle elementari: LI-BER-TA’, DI-RIT-TI, DO-VE-RI.
Benvenuti nel deserto del reale. Dove non si vedono oasi ma miraggi, non acqua ma apparenze, non refrigeranti palme ma inganni. In un gioco di specchi dove è chi racconta frottole che finisce per primo col credere che siano verità. Chissà se tra 500 anni, dalla lettura di quel fumoso poema, intuirebbero anche questo. Tu chiamale, se vuoi, illusioni.
Giovanni Pio Marenna, consigliere comunale
del gruppo consiliare di minoranza “Da sempre per Cerreto