Ferdinando Sciarra uno dei primi cantanti telesinidi Riccardo Affinito Forse pochi ricordano che uno dei primi cantanti telesini, se non il primo, è stato Ferdinando Sciarra. Ferdinando ha vissuto a Telese negli anni 50 ed abitava “ncopp’ ‘a Seneta” in una stanza, credo, di proprietà di Domenico Macolino.

Uomo di media statura, piuttosto tarchiato, calvo, cantava prevalentemente nelle feste rionali, ma anche ai matrimoni che, a quei tempi, si festeggiavano in casa.

I suoi momenti di maggiore celebrità  erano quelli estivi, quando si organizzavano le feste di piazza; ed era allora che Ferdinando “ se vesteva ‘a cantante, paglietta ‘ncapa e sciarpa  ‘o cuollo” per proteggere la voce.

Predilegeva il repertorio classico Napoletano del tipo drammatico, che gli consentiva di accompagnare la sua possente voce, di tipo “tenore drammatico”, con gesti ed atteggiamenti teatrali che amplificavano la presa sul pubblico.

Benché il suo cavallo di battaglia fosse una vecchia canzone napoletana portata poi al successo dal grande Mario Merola, della quale riporto di seguito il testo completo, resterà per sempre impressa nella mia memoria una sua interpretazione di “ Quanno tramonta ‘o sole” durante una festa “ncopp’’o lavuớzzo”, una performance dalla bellezza irripetibile.

Se Ferdinando fosse ancora in vita, oggi avrebbe oltre 100 anni; ma, ovunque sia in questo momento, sappia che non l’abbiamo dimenticato.

‘o carcerato

1

Pagliariccia e cancelle,

chesta è  a vita ‘e chi ‘ncarcere sta,

pè na’ femmina bella,

aggia perzo pur’i’ ‘a libbertà.

Teng’’a mamma malata,

ca me chiamma e m’aspetta,

i’ che sto carcerato,

nun’a pozzo salvà

I’ stongo carcerato e mamma mòre,

voglio murì  puri’i’, primma ‘e stasera,

oje carceriere mio oje carceriere,

famme na’ carità,

famm’ i’ a vasà a mammà.

2

I’ nun sớ delinquente,

ma ll’onore nun m’hanna tuccà,

mamma mia nun me sente,

ma capisce pecché  stongo ccà.

Tutt’’e notte me sonno,

ca lle cerco perdono,

stớ preganno ‘a Madonna,

c’’a putesse salvà.

Finale

Oje carceriere mio, oje carceriere,

famme na’  carità,

famme i’  a  vasà a mammà.

I’ stongo carcerato e mamma mòre


E’ possibile ascoltare alcune interpretazioni di questa bellissima canzone da parte del grande Mario Merlola lanciando la ricerca  < ‘o carcerato  > su youtube.

Buon ascolto!

Riccardo Affinito 2064 letture al 31/12/2012

 

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2 Commenti

  1. Leggo con piacere immenso questi ricordi del CANTASTORIE, che per qualche misteriosa alchimia evocano “anche in me ” suoni e profumi buonissimi e lontanissimi.
    Ho vissuto a Telese dal 1967 a 1974 e (spero di non sbagliare persona ) ho avuto il privilegio di avere come Maestro di pallacanestro ( oggi basket) il sig. Affinito .
    Di una partita contro il Morcone , giocata a Morcone negli anni settanta circa, ricordo con precisione due cose: le nostre divise totalmente rosse e una vittoria esagerata nel punteggio contro la squadra di casa .
    Alla prossima volta
    Cosimo Spagnulo

  2. Caro Cosimo è un piacere incontrarti su Vivitelese dopo tanti anni. Maestro è una parola grossa, ma ricordi bene. Ero io l’allenatore di pallacanestro. Insieme a te, giocavano Antonio Pacelli, Antonio Stanzione, Claudio Saccone, Di Crosta, Martino che abitava verso Solopaca di cui non ricordo il cognome ecc.
    Trattavasi dei primi “Giochi della gioventù” svolti a Telese che ho avuto il privilegio di organizzare insieme a Tommaso Fasano, Pietro Leonardo con la supervisione di Vincenzo Vallone e di quel meraviglioso sportivo che era il maestro Eduardo Pacelli.
    Ero anche l’allenatore di pallacanestro della squadra femminile.
    Naturalmente mi farebbe sempre grande piacere se qualcuno dei miei “allievi” si ricordasse del suo vecchio allenatore.
    Spero di riincontrarti su Vivitelese
    Riccardo Affinito

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