Cittadini in movimento e l'incontro sul Piano rifiutidi Marilina Mucci Aspettavamo da tempo un incontro con l’Assessore provinciale all’Ambiente per discutere del Piano rifiuti della nostra provincia, incontro che oggi è finalmente arrivato.

Il Piano annunciato e definito ”completo” dal Conai nel seminario provinciale Sannio Sity, viene presentato dopo 6 mesi, mostra immediatamente la prima criticità nei dati ormai superati e non corrispondenti alla realtà (conferimenti in discarica, produzione del rifiuto in provincia, impiantistica presente ma ormai indisponibile) ma, soprattutto, si presenta come “una filosofia generale” (parole usate dal consulente Conai) della Provincia, privo cioè della parte più importante, quella industriale, con la fattibilità economico-finanziaria, che deve dimostrare nei fatti la reale applicabilità di tale “filosofia”.

Prima delle associazioni e dei comitati, il piano è stato presentato a comuni, sindacati ed associazioni di categoria. Abbiamo aspettato invano notizie ufficiali sulle reazioni degli amministratori locali e degli altri soggetti, a dimostrazione ulteriore del modo di intendere il rapporto con i cittadini da parte di enti preposti alla gestione del bene pubblico. E’ possibile che solo i comitati siano interessati ad a discutere di un tema così importante e delicato per il territorio e l’ambiente? Nessun amministratore sente il bisogno di informare i propri cittadini su quanto si sta decidendo su un tema così importante?

La lettura del Piano ci aveva lasciato delle perplessità che l’incontro di oggi ha lasciato tali.

Condividiamo e riconosciamo al piano la scelta contro l’incenerimento, l’importanza data alla RD raccolta differenziata, al riuso e recupero, che non sono distanti da ciò che auspichiamo, ma presenta molte criticità, a partire dall’analisi degli impianti esistenti, considerati sufficienti per il fabbisogno provinciale.

Se gli impianti sono quelli di Molinara, sito di compostaggio sotto sequestro, il CDR di Casalduni, da adeguare a TMB e compostaggio e comprensivo di un digestore anaerobico, la discarica di Sant’Arcangelo Trimonte, che presenta seri problemi di messa in sicurezza, ed altri impianti da verificare, come le isole ecologiche comunali, come si può realisticamente pensare di avviare la gestione del ciclo dei rifiuti tramite la Società provinciale SAMTE, da poco costituita, ed ancora non operativa, tra circa 6 mesi? Per non parlare delle criticità presentate da altri impianti dismessi, ma che continuano ad inquinare e a richiedere interventi urgenti che riducono ancor di più le disponibilità finanziarie della Provincia.

Persino la possibilità  ventilata dai comunicati, e ammessa nell’incontro con l’Assessore, che la Samte assorba i lavoratori dei Consorzi è per ora solo uno spot: senza il piano industriale non si può decidere il numero di lavoratori addetti agli impianti, se si occuperanno del trasporto, quali e quanti saranno i mezzi da utilizzare per il trasporto, nessun dato certo su cui ragionare serenamente insomma.

Un altro punto che ci sembrava poco chiaro era il ruolo dei comuni ed il loro margine di autonomia.

Un’efficace gestione, per noi, non può prescindere, da un lato, dal massimo coinvolgimento delle amministrazioni comunali e, dall’altro, dalla loro responsabilizzazione (e quindi di quella dei cittadini) e dalla possibilità da parte loro di gestire in autonomia tutte o parte delle attività relative al proprio territorio (raccolta “porta a porta” con personale proprio, realizzazione di impianti di compostaggio, scelta del soggetto cui conferire il materiale differenziato raccolto). Riteniamo che la scelta delle amministrazioni comunali debba essere dettata dalla convenienza economica relativa alle possibilità offerte dal mercato, e che non ci debba essere, invece, un obbligo di adesione alla filiera proposta dall’”azienda provinciale”.


D’altra parte, in attesa che il modello ipotizzato dal piano vada a regime, è inevitabile che i Comuni procedano autonomamente, e se avranno organizzato una gestione virtuosa, magari con bassi costi per i cittadini, perché tutto dovrebbe poi essere automaticamente e coattivamente “riassorbito” in un “calderone” provinciale che rischia di perpetuare l’inefficienza e gli sprechi dei consorzi?

Quale sarebbe l’interesse ad “investire” risorse ed energie in una gestione provvisoria virtuosa e non, invece, tirare a campare fino all’arrivo della società provinciale?

Su questa nostra sollecitazione, l’Assessore ci è parso blindato dietro la legge, contro cui molti comuni si stanno mobilitando, e chiuso a qualsiasi apertura ad una collaborazione con i comuni in vista di un obiettivo comune, così come ci risulta stia avvenendo a Salerno, per esempio. L’unica possibilità offerta dalla provincia di Benevento sembra essere l’entrata nella Samte di quei comuni che si trovano con aree attrezzate tali da essere inglobate nell’impiantistica presupposta dal Piano.

Noi siamo per la posizione del Sindaco di Camigliano (CE), Vincenzo Cenname, che difende il sistema virtuoso posto in essere nel suo comune, con risultati eccellenti, e non vuole “abdicare” rispetto alle sue competenze.

Ci risulta che molti sindaci si stiano opposti ad una legge anticostituzionale che toglie ai comuni delle funzioni previste dalla Costituzione. Ai nostri amministratori non interessa questa diminuzione di prerogative, oltre al problema di dove conferire i rifiuti prodotti nei loro comuni?

In provincia di Benevento, infatti, nessun sindaco ha espresso le sue opinioni ed osservazioni al piano! Questo, spiace dirlo, viste le criticità che a noi sono apparse subito evidenti, ci deve far dedurre che si stanno nascondendo ancora una volta dietro la comoda scusa della loro impossibilità di azione e che non si preoccupano minimamente di cosa accadrà tra 6 mesi.

A noi preoccupa molto la fase di transizione e ciò che accadrà negli anni necessari alla Società provinciale per arrivare ad operare a regime. Su questo l’incontro non ci ha affatto tranquillizzati, e ci preoccupa molto il silenzio dei vari attori coinvolti. L’Assessore ha dovuto ammettere che, anche se la Società parte a gennaio, molto probabilmente dovremo affrontare un lungo periodo, anni, di questa transizione, anche se il consulente Conai, ancora una volta, ha precisato che sapremo tutto, presto, leggendo il Piano industriale.

Le altre associazioni presenti hanno mostrato, come noi, di non essere affatto soddisfatte sia da un Piano ormai datato e non aggiornato malgrado il ritardo della presentazione, sia dalle poco precise risposte ricevute a domande sulle modalità di trasporto e trasferenza dei rifiuti, sugli impianti, sui lavoratori e sugli stessi dati dei rifiuti.

Anche il rappresentante del WWF faceva notare che non possiamo sottoscrivere l’adesione al Forum ambientale accettando questo Piano che lascia tante questione aperte, ma neanche su questo abbiamo ricevuto risposte esaurienti.

Abbiamo chiesto anche maggiore trasparenza sui dati relativi alla gestione dei rifiuti, ivi inclusi quelli relativi alla qualità e composizione dei rifiuti conferiti alla discarica di S. Arcangelo T., tuttora non disponibili sul sito dell’assessorato all’ambiente, e i contratti con soggetti privati e consorzi, e soprattutto gli ultimi contratti con la Daneco.

Abbiamo saputo che la Daneco, oltre a gestire la discarica di Sant’Arcangelo Trimonte e lo STIR di Casalduni, è stata incaricata anche della messa in sicurezza della discarica di San Bartolomeo. In piena emergenza, l’appalto alla Daneco fu imposto dal commissariato, adesso nessuno ci ha risposto sui motivi che hanno portato a protrarre tale rapporto, nonostante la pessima gestione della discarica di Sant’Arcangelo .

La Daneco sembra sia coinvolta nelle indagini relative alla gara per la realizzazione di inceneritori in Sicilia. Qual è la posizione della Provincia in proposito? E cosa prevede il contratto nei casi di aziende che commettano illeciti? Le risposte sono state vaghe, a parte la notizia che il contratto sia solo per 6 mesi.

Le positività di un piano che punta sulla riduzione a monte dei rifiuti, sul riciclo e recupero, sull’obiettivo Rifiuti zero e sull’assenza di incenerimento ci sembrano inficiati da una programmazione approssimativa e superficiale di impianti e dalla sottovalutazione delle varie problematiche che abbiamo segnalato. Un piano del genere necessitava del coinvolgimento attivo di tutti i soggetti coinvolti. E di capacità di ascolto e volontà di mettersi in discussione. Senza questo e senza trasparenza, si rischia di fare i soliti proclami di belle intenzioni destinate a rimanere tali.


Comitato civico san Salvatore

Comitato civico Guardia Sanframondi

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