di Michele Palmieri Negli ultimi tempi è risaltato agli occhi dei cittadini, l’ennesimo flash-back connesso tra vecchio modo di fare politica e il nuovo, che si è proposto di risollevare le sorti del centro Telesino.
Da persona esterna ai fatti che ha vissuto per anni al di fuori del contesto cittadino mi ritrovo spiazzato dai suddetti botta e risposta che opposizione, maggioranza e comitati civici si lanciano a suon di comunicati e materiale affisso. Credo, che come me altri cittadini cerchino di darsi delle risposte alle innumerevoli domande che affliggono la nostra comunità. In primis il discorso dell’antica città sannitica di Telesia faro di civiltà della nostra pianura, patria di colui che fu capace di sconfiggere l’esercito romano (Caio Ponzio Telesino), non che poi città ricca, di passaggio che fece gola a saraceni normanni e svevi; sono anni che si cerca di recuperare l’anfiteatro ma una volta ripulito tutto torna all’incuria del tempo e sembra logico che dopo un po’, il lavoro precedentemente operato deve essere nuovamente effettuato; tornando ovviamente al punto di partenza. Ciò procura danni e lascia da parte anche la cinta muraria, le terme i mosaici, i resti di ville, di aree-necropoli ritrovate e poi sepolte ancora una volta. Il nostro è un comune che potrebbe offrire al turista ogni confort dal buon cibo, alle cure del corpo dall’arte notevole al divertimento dalle passeggiate immersi in scenari unici, all’accoglienza che ci rende tipici nella nostra valle. Da sempre San Salvatore è stato invidiato per la sua completezza e il work in progress che lo ha reso unico nel suo genere. Ora tutto questo sembra scomparso risucchiato da ogni dove in una lotta all’uomo in una caccia alla volpe che non conosce sconti e non risparmia né i vinti né i vincitori.
Risanare il debito pubblico è possibile in mille altri modi iniziando a risparmiare le parole i manifesti ma questo alcuni lo sanno già, infondo non sono un contabile ma un semplice studente.
Tanti anacronismi storici che puntano il dito sempre sui vecchi problemi, chi è al governo come allo stesso modo non c’è più deve capire che amministrare è ascoltare la voce del cittadino è camminare nelle strade del nostro paese a verificare l’autenticità non solo dei lavori svolti ma anche di ciò che c’è ancora da fare è promuovere a livello esponenziale con ciò che il nostro comune possiede il lavoro giovanile inserito all’ambito turistico. Non possiamo brancolare nel buio, continuare a guardarci le spalle, a dissanguarci in guerra civile di cui non si conoscono i fatti principali e fa notizia solo ciò che interessa a pochi oligarchici. Piange il cuore, vedere su Wikipedia che il nostro comune non è segnalato nonostante tutto che gli dovrebbe appartenere perché rubacchiato da altri comuni adiacenti. Non può essere deturpata una zona verde dove a poche decine di metri c’è un’oasi naturale il declino non può avvenire non deve avvenire per mezzo delle nostre stesse mani.
Un saggio diceva: che ogni angolo ha i suoi gradi ogni retta ha un punto d’inizio e di fine, che quindi tutto può essere non solo studiato ma anche che tutto se incasellato trova un senso logico. La storia non può essere un paradigma è vero la scrivono i vincitori, ma bisogna capire chi siano i vincitori. I paradossi sono come un campo minato e molto dipende dal significato che ad essi gli si attribuisce. Il passato va ripreso affinché non si commettano gli stessi errori, il genocidio che ci sta tagliando le gambe può essere evitato se ad interessarci è la crescita lo sviluppo del nostro comprensorio e non la smania di potere di fare di dire di presenziare o di occupare un posto al sole, e questo vale per ogni gruppo politico. Non possiamo rischiare di perdere l’identità e la prospettiva di un orizzonte oramai sempre meno delineato. Basta con il campanilismo che attanaglia e rende schiave le idee bisogna essere liberi di poter affrontare le avversità e le problematiche. Don Diana una volte scrisse: per amore della mia terra non tacerò! Io non voglio tacere mentre intorno a me tutto lentamente tenta di sfiorire, non voglio tacere mentre l’incuria divora ciò che per noi è simbolo d’orgoglio è passione è valore. Me ne frego delle manifestazioni delle accuse che vi fate a me interessa San Salvatore non il gettone di presenza. Mi chiedo perché strozzarci con le nostre stesse mani, perché non poter assumere la consapevolezza che uniti si può osare, si può far si che le idee si completino. Perché non sviluppare un protocollo d’intesa che garantisca alle strutture mai e dico mai utilizzate di essere fonte di reddito, attuare una politica che sia demagogicamente al servizio del cittadino. Berlinguer 25 anni fa osò dire: La democrazia è una conquista in atto. Essa va consolidata, va difesa da ogni stravolgimento e amputazione, da ogni tentativo di svuotamento o soppressione, ovunque essi si manifestino; cos’è la politica se non possibilità del cittadino di poter esprimere se stesso? Come si può far da parte il cuore e sparare all’impazzata senza curarsi che difronte c’è la folla che richiama al rispetto ad una voglia di rivincita rivalsa. Le carte in regola ci sono per fare il salto di qualità, allora basta, promettere e non mantenere basta, con assurde provocazioni o lontane speculazioni. San Salvatore ha bisogno di credere in qualcosa per non scomparire, ha bisogno di aggrapparsi a dei sogni che siano realizzabili, a bisogno di far breccia nel cuore di quei cittadini che si sentono traditi dalla loro stessa terra. Non è ipotizzabile poter dire Ti amo a qualcuno senza poi portare una prova d’amore e non chiedo altro, una prova d’amore per la nostra terra per chi generazioni addietro ha lottato per renderci ciò che siamo per poter camminare a testa alta nelle strade del mondo, di poter farci brillare gli occhi ogni volta che riconosciamo le sagome delle nostre colline, ogni volta che guardi, senti o parli di chi questo nome lo ha portato in alto. Abbiamo una piazza abbiamo delle idee delle proposte, INSIEME allora amalgamiamole facciamo si che dall’incontro, non da uno scontro nasca quel fiore della pace.
Il sogno però di una persona sola rimane un sogno, quello di tante persone insieme invece può trasformarsi in realtà.
Ciao Michele, rispondo al tuo articolo sia come facente parte del comitato contro il “termovalorizzatore”, sia come persona che ha aderito a Cittadini in movimento (Laboratorio di cittadinanza attiva). I “comitati” che tu citi all’inizio del tuo scritto, sono fatti di persone, (troppo poche), che a titolo esclusivamente volontaristico si impegnano per approfondire problemi che di solito sono sotto gli occhi di tutti, su cui tutti in genere hanno una parola o un’opinione. I comitati di cui sopra sono apartitici (non portiamo acqua a nessun mulino) ma non apolitici, intendendo però per politica la tutela e l’impegno a favore del bene comune. Tra i beni comuni i comitati richiedono da sempre la salvaguardia del diritto a partecipare, come cittadini, a tutto ciò che riguarda la gestione della cosa pubblica, ritenendo che sia ben arrivata l’ora di passare da una democrazia rappresentativa a una forma di democrazia, appunto, partecipata. Per questo le persone dei comitati in questione, con notevole impiego di tempo, sempre ed esclusivamente a puro titolo volontario e senza ambire ad alcuna poltrona, cercano di andare a fondo, fin dove è possibile, alle questioni ritenute più urgenti, vanno a spulciare carte, le richiedono sul Comune, cercano di diffonderle e non tenersele nei cassetti, perché il nascondere non serve a nessuno. A tal fine ti invito ad andare a visitare il nostro blog, http://www.transizionesst.blogspot.com.
Le persone dei comitati utilizzano, tra le altre forme di impegno, la stessa via che hai utilizzato tu per far conoscere le tue idee: parlo dei mass media, e in questo caso dei giornali on line.
Qualche volta affiggiamo i manifesti, come l’ultimo sulla situazione della cava di Pugliano, che immagino avrai visto.
Io credo che a molti stia a cuore il nostro territorio, anzi, direi anche alla maggior parte. Il problema che giustamente hai sollevato tu, è che bisogna unire le forze e, aggiungo, uscire fuori da una sterile fase, (oramai troppo lunga e stantia, oltre che deresponsabilizzante) in cui molti si lamentano e tantissimi altri avrebbero belle energie da mettere in campo, ma all’atto pratico preferiscono stare a guardare e “stare a vedere cosa succede”. Dobbiamo trovare il modo appunto per uscire fuori dalle litigiosità ormai diventate noiose e passare a una fase di confronto dove possiamo anche avere posizioni diverse (è più che lecito), ma portate avanti con rispetto per l’altro, senza squalifiche. La società civile può avere mille risorse, il vero problema è che molti sembrano assuefatti a un modo di intendere il proprio contributo alla comunità come limitato al momento in cui si vota, e non anche- soprattutto- giorno per giorno, informandosi su ciò che accade, chiedendo spiegazioni, cercando di far capire che agli amministratori che i cittadini devono essere attori e non semplici fruitori di qualcosa che viene dato. Anche unendosi ad altri cittadini in una qualche forma di associazione, che per noi è stato il comitato civico, per un altro può essere un’altra cosa.
Condivido la frase che hai scelto alla fine del tuo articolo.
Il mio augurio è che tutti, amministratori, comitati, cittadini singoli o associazioni di qualsiasi tipo, prendiamo giorno per giorno a cuore il bene comune, nelle scelte quotidiane e anche nel mettere a disposizione le proprie professionalità per raggiungere non mete privatistiche ma solo ciò che è desiderabile e attuabile per l’intera comunità.
Carmela Longo
nessuno qui critica l’operato dei comitati civici anzi credo che siano fonte sostenibile di vivacità sia intellettuale che politica ed espressione di ogni libero cittadino…
viene messo provocatoriamente in mostra il modo di fare politica e la partecipazione attiva degli abitanti di san salv, non solo qnd c’ bisogno di farsi la guerra ma ora che bisogna fare il possibile per risollevare le nostre sorti..
attenzione non mi schiero in nessun gruppo
voglio solamente ravvivare il fuoco d’amor proprio x la nostra terra…
grazie comunque a chi si lascia toccare dalle mie parole.