di Giovanni Pio Marenna In un Palazzo del Genio gremito si è svolto il convegno “Riscopriamo Cerreto – Cerreto Vecchia…l’alternativa possibile” organizzato dall’Associazione politico-culturale “Da sempre per Cerreto”. La manifestazione, patrocinata dall’Ept di Benevento, partiva da due domande fondamentale: com’era Cerreto Vecchia e perché sarebbe un’alternativa possibile? Tali interrogativi sono apparsi ancora più significativi se si pensa alla possibilità di ulteriori trasformazioni del territorio, dettate dall’esigenza del presente e dagli interessi di una modernità non sempre rispettosa del passato. Dopo un breve excursus storico da parte del responsabile del Settore Cultura di “Da Sempre per Cerreto” Albina Ciarleglio, è intervenuto l’architetto Lorenzo Morone che da anni insegue come obiettivo quello di riscoprire e valorizzare la “Pompei medievale”. “Un convegno come base di partenza per approfondire e riportare alla luce Cerreto Vecchia – ha esordito Morone – è un mio sogno che si realizza. Ecco perché ho accettato volentieri di dare una mano all’associazione “Da sempre per Cerreto”. Auspico che a Cerreto tornino gli splendori culturali di un tempo, una crescita culturale che punti sul turismo di qualità, sulla promozione delle bellezze naturali ed architettoniche, dei siti storici ed archeologici, della gastronomia. Un glorioso paese come il nostro, con un patrimonio così articolato, non può essere a vocazione turistica una volta all’anno, ma sempre, tutti i giorni”. L’architetto Federico Cordella, collaboratore e ricercatore presso l’Università Federico II di Napoli e docente presso la Seconda Università di Napoli, ha illustrato nel dettaglio, con immagini aerofotogrammetriche, perizia interpretativa in base alle tracce rimaste e fotografie della Torre (originariamente normanna, poi con aggiunte angioine e, successivamente, rinascimentali), qual era la fisionomia di Cerreto Vecchia. “Cerreto ha un’amnesia, ha perso un pezzo della sua memoria e deve recuperarlo. Finora è come se fosse mancato il rapporto tra il presente e il passato, tra la città moderna e la città vecchia. Ecco perchè alcune informazioni sono andate perdute. E’ come se si fosse persa parte della propria identità. Le ricchezze che Cerreto ha sono tante, la Cerreto medievale è una di queste. Finora c’è stata una carenza nel tutelare questo sito archeologico. Un’idea sulla quale iniziare a ragionare, attraverso studi seri ed approfonditi, potrebbe essere quella di un Parco Archeologico Naturalistico”. Nella sua esaustiva e minuziosa relazione anche Cordella ha dedicato un breve passaggio al turismo che “non si costruisce solo in rare occasioni, ma deve essere strutturato, organico, organizzato nella ricezione ed accoglienza dei turisti, va creata una vera e propria filiera. Quando le idee valgono si può arrivare in alto. Guardate dov’è arrivata, per esempio, Giffoni Valle Piana? Da cittadina a vocazione agricola è ascesa alla ribalta a livello internazionale grazie al festival del cinema per ragazzi”. Ha concluso gli interventi sulla tematica Ilaria Melillo, responsabile del Settore Beni Culturali di “Da Sempre per Cerreto”, che ha avanzato delle proposte a nome dell’associazione politico-culturale, riprendendo anzitutto la proposta del Parco Archeologico Naturalistico. “Costituire un sistema museale urbano vuol dire anzitutto riordinare il patrimonio esistente e dar vita a nuove istituzioni come il Parco archeologico prospettato dal prof Cordella, cuore pulsante dell’attività di valorizzazione, e l’eventuale nascita di un Ecomuseo. Attualmente a Cerreto sono presenti tre musei (Museo della Ceramica, Museo d’Arte Sacra e Museo della Civiltà Contadina) che necessitano di una riorganizzazione partendo da:
- ristrutturazione delle sedi;
- individuazione di sedi idonee (vedi, per esempio, il Museo della Civiltà contadina allocato inadeguatamente nel Palazzo del Monte di Pietà!)
- riorganizzazione degli spazi espositivi tenendo conto delle normative specifiche di riferimento in merito all’allestimento (sussidi alla visita) e ad una fruizione allargata a persone con limitazioni motorie,sensoriali e cognitive;
- acquisizione di nuove collezioni;
- reclutamento di personale debitamente preparato che possa qualificare al meglio i servizi resi al pubblico;
- potenziamento dell’attività di comunicazione, attraverso l’ausilio di nuove tecnologie;
- potenziamento dell’attività didattica con laboratori didattici ed una serie di offerte di itinerari di visita che porti il visitatore ad una conoscenza approfondita del territorio.
- La gestione potrebbe, o meglio, dovrebbe essere affidata ad una cooperativa formata da giovani con conoscenze multidisciplinari e diverse competenze professionali che si occuperebbe di:
- recupero della ricerca sul territorio
- creazione di un centro unico di documentazione dei singoli musei
- organizzazione di eventi turistici e culturali
- analisi di fattibilità
- attività di promozione e marketing
- progetti di sviluppo turistico.
Le attività di promozione museale – ha spiegato Melillo – creerebbero indotto economico, turismo culturale e commerciale, valore aggiunto ed occupazione, coinvolgendo anche i settori produttivi e commerciali (vedi, per esempio, le aziende ricettive e punti vendita di artigianato locale). Diversi dunque sarebbero – ha riassunto la responsabile del Settore Beni Culturali di “Da Sempre per Cerreto” – i benefici per l’intero territorio: benefici finanziari, con l’aumento dei visitatori/turisti, benefici materiali, legati al miglioramento della qualità della vita, e benefici intangibili, che si concretizzano in un maggiore senso di appartenenza, in un più spiccato senso civico e nella più accentuata consapevolezza del valore della propria storia e del proprio ambiente”.
ASSOCIAZIONE POLITICO-CULTURALE “DA SEMPRE PER CERRETO”