Cusano. Sagra dei prodotti localidi Emidio Civitillo Coloro che vengono a Cusano Mutri in occasione di qualche “sagra”, lo fanno anche (se non soprattutto) per il desiderio di venire a contatto con un ambiente naturale attraente e rilassante, tutt’altro che monotono, che nello stesso tempo consente di evadere dalla stressante vita di tutti i giorni.

Le montagne, i paesaggi, i boschi, l’aria salubre (ben diversa da quella del traffico cittadino), l’assenza di rumori e, non ultima, l’acqua pura delle sorgenti, che molti si portavano a casa in appositi recipienti, costituiscono dei richiami ai quali difficilmente sanno resistere coloro che abitualmente vivono in luoghi dove tutte queste cose si potevano solo immaginare.

Naturalmente non si possono trascurare altri aspetti, come la gastronomia, le mostre mercato, le escursioni, le visite ai luoghi storici e gli intrattenimenti.

Cusano Mutri si estende per circa 6.000 ettari, con un’altimetria che va da un minimo di 257 m (ponte di Lavello), ai 400 m del centro abitato di Civitella Licinio, ai 450 m del centro abitato di Cusano Mutri, fino ai 1823 m del Monte Mutria, la terza cima del Matese, dopo il Monte Miletto (2.050 m) e il Monte Gallìnola (1.923 m), chiamato in dialetto cusanese “l’ǽs’r’ o Matés’”.

Nel 1861 gli abitanti erano 3.944, senza Civitella, e nel 1871, con Civitella, erano 4.769. Nel 1984 erano 4.485 e il 31 agosto 2001 se ne sono contati 4.399.


Dal DIZIONARIO DI TOPONAMASTICA (nomi geografici) – Edizione UTET – si legge tra l’altro che:………..Il toponimo “Cusano” riflette un nome di persona latino “Cusius”, con il suffisso aggettivale – anus – ad indicare appartenenza.


E ancora:… Chi interroga i Cusanesi ne ha per risposta che la loro patria derivi da Cossa del Sannio; e questo paese, incognito pel sito, e appena nominato da Tito Livio, se lo disputano in atavità Cusano Mutri, S. Agata dei Goti e anche Torrecuso, secondo il Mellusi. Già dicemmo che Cossa non poteva stare presso Torrecuso; ora diciamo che non intendiamo pronunziarci su Cusano; però la derivazione ci appare molto difficile.

A circa 5 chilometri (in linea d’aria) dal centro abitato di Cusano Mutri, sul monte “Civita di Pietraroja”, nei pressi del centro abitato di questo paesello montano che con i suoi 832 metri sul livello del mare è il tetto della provincia di Benevento, fu rinvenuto verso la fine degli anni ‘70 da un paleontologo dilettante veronese, Giovanni Todesco, il celeberrimo fossile di dinosauro “Scipionyx samniticus”, meglio noto come “Ciro”. Ma Todesco non lo riconobbe con certezza come dinosauro. Passarono gli anni e solo nel 1993 lo scopritore entrò in contatto col paleontologo Giorgio Teruzzi, del Museo di Scienze Naturali di Milano, che riconobbe lo strano animale pietrificato per quello che è: un fossile di dinosauro!

Dal mese di marzo 1998, con la sua presentazione al Museo di Storia Naturale di Milano, in contemporanea con uno studio pubblicato sulla rivista “Nature”, “Ciro” è diventato famoso in tutto il mondo.

Un cordiale saluto a tutti.

Emidio Civitillo

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