logocomunitamontanatiternodi Angela Fetto Esatto. Proprio così. E’ questo il nome istituzionale che i paesi facenti parte delle Comunità Montane dei territori testè citati hanno assunto dopo “l’unione” ( N.d.R. con conseguente spostamento della sede direzionale da Cerreto Sannita a Castelpagano).

Si direbbe tranquillamente che l’unione delle forze abbia permesso di rafforzare gli interventi i quali, grazie alla cooperazione dei vari e numerosissimi comuni interessati, hanno permesso il controllo pressoché totale su un territorio estremamente vasto ed estremamente ricco a livello di risorse naturali tra cui spicca un patrimonio boschivo da tutelare non indifferente a livello di estensione; 17 infatti sono i comuni interessati e più precisamente: -in ordine alfabetico- Campolattaro, Castelpagano, Cerreto Sannita, Circello, Colle Sannita, Cusano Mutri, Faicchio, Guardia Sanframondi, Morcone, Pietraroja, Pontelandolfo, Reino, San Lorenzello, San Lupo, San Salvatore Telesino, Santa Croce del Sannio, Sassinoro ( fonte: wikipedia – http://it.wikipedia.org/wiki/Comunit%C3%A0_Montana_del_Titerno )

Eppure forse questo concetto di unione di forze e sinergie, ancora non è ben chiaro nella mente delle “alte sfere”, che stanno tendendo sempre di più ad  isolare i lavoratori ed i residenti della vecchia Comunità Montana del Titerno, da qualsiasivoglia iniziativa.

Altro lampante esempio di questa sorta di discriminazione lo potete ben visionare su questa pagina: http://www.ilsannita.it/20100704-26402-avviata-selezione-per-36-operai-con-mansioni-di-idraulico-forestale/ e qui http://www.provincia.benevento.it/DOCUMENTAZIONE/Avviso_cmat_07042010.doc

Dopo aver letto l’articolo mi sono chiesta (e sono aperta ad eventuali chiarimenti in proposito) come e perchè riservare esclusivamente dei posti di lavoro ai residenti dei soli comuni dell’Alto Tammaro; si è presa in considerazione la giustificante “motivi di compatibilità finanziaria e di reperibilità, vista la natura dei lavori” senza comunque minimamente considerare che in un periodo di crisi occupazionale come quello che si sta vivendo, l’Italia (e la Campania in primis)  è zeppa di lavoratori volenterosi disposti anche a sacrificarsi con lunghi   spostamenti e disagi; senza considerare la precedente “lettera aperta” degli attuali lavoratori della comunità montana – del Titerno-  che da mesi sono senza stipendio (postata nei mesi precedenti anche su Vivitelese).

Giustissima, quindi, la protesta che i lavoratori della Comunità Montana delle zone del Titerno stanno portando avanti, giustissime e lecite le loro domande, giustissimi i loro PERCHE’.

Ci si sta avviando verso il federalismo fiscale: siamo proprio sicuri che la nostra provincia e la nostra regione riescano a “responsabilizzarsi” in modo da potersi autogestire (economicamente parlando), quando anche nei “piccoli” esempi di autonomie degli enti locali (come appunto le comunità montane) si hanno continue sperequazioni economiche, cattive gestioni, difficoltà di reperimento delle informazioni (la Comunità Montana del Titerno  è una delle poche, se non l’unica in Italia, a NON avere un sito internet istituzionale funzionante ), o ancora iniziative anche ottime che si risolvono con i classici “buchi nell’acqua”?

Io ho forti dubbi in proposito.

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