Con questa nota la Cooperativa sociale “La fabbrica dei sogni” intende informare direttamente i cittadini di Amorosi di quanto è accaduto prima che altre informazioni intervengano a generare opinioni confuse o distorte.
E’ accaduto che il 28 febbraio si è conclusa un’esperienza di cooperazione e di inserimento lavorativo, un’esperienza durata più di dieci anni e senza precedenti in Valle Telesina, che ha dato i suoi frutti in termini di occupazione, stabilizzazione, autonomia ed inclusione sociale.
La Fabbrica dei sogni svolgeva dei servizi in convenzione col Comune di Amorosi che davano lavoro stabile e garantito a 5 soci lavoratori. A questi si era aggiunto in tempi più recenti un atro soggetto, non socio, come collaboratore esterno che era tale solo in attesa di perfezionare e stabilizzare la sua posizione lavorativa dopo la stipula del contratto triennale con il Comune. I servizi in corso erano stati infatti tutti confermati con l’aggiudicazione di due gare a trattativa privata di cui era stata data comunicazione il 27 maggio 2009.
Dopo una serie di proroghe, giunte quasi sempre a poche ore dalla scadenza e che hanno destato preoccupazione ed incertezza nei lavoratori, e dopo una serie di solleciti a perfezionare i contratti, il 28 gennaio, con l’ultima proroga, il responsabile dell’Area Tecnica del Comune di Amorosi comunicava anche la revoca dell’aggiudicazione senza peraltro notificare il relativo provvedimento; l’8 febbraio è pervenuta una scarna proposta di nuovo appalto relativo solo ad uno dei servizi in corso, per una durata di dieci mesi e, per giunta,con un corrispettivo inferiore a quello attuale già risalente al 2000. In questa proposta si chiedeva alla Cooperativa di svolgere il servizio di spazzamento stradale con le stesse modalità con cui era svolto, ad un prezzo inferiore ed impiegando solo 3 operatori; non veniva fornito nessun capitolato, nessuna bozza di contratto, nessun riferimento a delibere di indirizzo. Aveva anche il sapore di ultimatum concedendo solo 4 giorni per decidere a fronte di mesi e mesi di ritardi ed inadempienze amministrative: in mancanza di risposta nei termini indicati la proposta si sarebbe considerata rifiutata.
E gli altri servizi? E gli operatori in soprannumero? Queste erano le domande cui si è cercato di rispondere e lo si è fatto democraticamente, interpellando gli operatori coinvolti. Dei 5 uno ha manifestato la volontà di lasciare questa cooperativa per transitare, come gli era stato consigliato, in una cooperativa di recente costituzione che, a suo dire, sarebbe subentrata nella gestione dei servizi e contestualmente ha presentato domanda di recesso dalla qualità di socio; gli altri 4 lavoratori hanno manifestato invece la ferma volontà di rimanere soci della cooperativa nonostante le reiterate pressioni “salvifiche” verso alcuni di essi a seguire l’esempio del loro collega e di non voler accettare la discriminazione o l’esclusione di uno di loro. A loro modo hanno inteso opporre all’ultimatum un loro ultimatum: o tutti o nessuno. Non hanno esitato ad anteporre lo spirito di squadra e la solidarietà fra soci ad un eventuale tornaconto o interesse personale tutto da verificare. Questi giovani lavoratori, si badi bene, non sono dei ribelli, intendono solo salvaguardare dei diritti acquisiti; vorrebbero lavorare in pace guardando al domani con serenità, vorrebbero non doversi vergognare di vivere dove vivono. La recente frequentazione con ambienti cimiteriali induce ad una riflessione: c’è sempre un “Esposito Gennaro, netturbino” costretto suo malgrado ad impartire lezioni di stile a qualche “Nobile Marchese… ardimentoso eroe di mille imprese”.
A questo punto qualcuno potrà dire che non abbiamo più servizi perche abbiamo rifiutato quella proposta; in realtà quella proposta non l’abbiamo rifiutata ma, semplicemente, non l’abbiamo presa in considerazione, anzi l’abbiamo formalmente contestata sia nei contenuti sia nelle modalità con cui è stata formulata. È bene precisare che la cooperativa sarebbe stata disponibile anche a intraprendere nuove trattative a patto che non avessero come sbocco la precarizzazione del lavoro e la discriminazione di qualcuno.
Sugli aspetti amministrativi della vicenda non ci pronunciamo finché non avremo conoscenza degli atti che abbiamo ufficialmente richiesti. Non possiamo però tacere il rammarico nel vedere interrotti bruscamente dei processi di integrazione sociale che avevano alimentato fiducia e speranza in un futuro diverso e che, per realizzarsi, hanno bisogno di tempo, di prospettive ed anche di risorse adeguate. Né possiamo nascondere lo sconcerto per le modalità sciatte e sommarie con cui è stata condotta questa vicenda sul piano umano, modalità che hanno messo a nudo la fragilità di una visione arcaica ed anacronistica del potere e la pochezza di chi trama nell’ombra o alle spalle.
Certo, in giorni in cui i quotidiani e i notiziari traboccano di scandali di ogni tipo, una piccola storia di ordinaria sopraffazione non fa notizia, non lascia traccia; ci auguriamo che riesca almeno a destare degli interrogativi in qualche mente aperta e sgombra da pregiudizi.
In noi questa piccola storia lascia una traccia indelebile e non solo in negativo: in positivo ha generato il riconoscimento da parte di molti di un lavoro ben svolto, una chiara consapevolezza della propria dignità, una accresciuta solidarietà, una rinnovata coesione e nuove idee, progetti, futuro….
Ci salveremo tutti e ci salveremo da soli, come sempre.
Anzi, siamo già salvi!
Cooperativa Sociale La Fabbrica dei sogni
Si parla di politiche sociali, si parla di precariato, sono tutte belle parole dette…e dette da chi poi? Da militanti del partito della Rifondazione Comunista? Queste persone a che ora si alzano per andare a lavorare? Da quando lavorano? E poi non dite cose non vere; vi spacciate per quelli che tutelano i lavoratori e allora perchè invece di far riflettere queste persone prima delle loro scelte, non era il caso di dire loro ” Guardate che i tempi sono quelli che sono accettate questa nuova cooperativa purchè lavoriate…
Invece, dicono che sono stati strumentalizzati e da chi? Forse da Voi stessi visto che si è fatto di tutto per risolvere questa questione anche con un incontrando direttamente le persone interessate…ma a nullo è valso. Ed ora? E voi sareste persone che tutelate i diritti dei lavoratori…!
Sono un socio lavoratore della fabbrica dei sogni.
Sono stato contattato da un assessore amico al solo scopo di sconvolgere i rapporti umani e lavorativi che ho da molto tempo con la fabbrica dei sogni e passare nella nuova cooperativa il faro, cooperativa che nasce sotto le ali protettive dell’amministrazione comunale.
Mi chiedo “ma la giustizia dov’è? E’ mai possibile che in un paese civile possa mai succedere tutto ciò? E se andassi da un ente di controllo a raccontare questa storia che fine farebbe questo assessore amico?”.
Ma so darmi anche una risposta “la giustizia non c’è e siamo all’età dei feudi”.
Io mi sento un uomo libero e da nessuno mai sarò strumentalizzato.
caro vincenzo ti ricordo che io non sono sato contattato direttamente dai dirigenti della nuova coperativa, ma dal politico di turno cosa che mi sembra un poco strana e ho rifiutato la sua proposta.caro vincenzo ti ricordo che se fossi stato contattatato anche dai dirigenti della nuova coperativa la mia rispota sarebbe stata NO!!!! qesto per quanto mi riguarda.Per quanto riuarda il mio amico Gioncarlo M., che è qui vicino a me, mi dice che è stato contattato sia dalla nuova coperativa che dagli amministratori non riuscendo mai ha capire quale fosse la proposta e quindi ha rifiutatato.A questo punto caro vincenzo ti ricordo che i motivi per cui abbiamo rifiutato li abbiamo già elencati in un manifesto uscito il 7 marzo che tu probabilmente non hai letto .
caro vincenzo (se sei vincenzo) ho letto il tuo commento in riferimento a quello che è accaduto a me ed altri tre colleghi di lavoro e hai detto delle sciocchezzuole perche probabilmente non conosci i fatti soprattutto quando leggo che si è fatto di tutto per “risolvere la questione anche con un incontrando direttamente le persone interessate ma a nulla è valso”: questa è una bugia, la nostra storia, che è durata nove mesi, l’abbiamo affissa al muro agli inizia di marzo. forse tu non sei riuscito a leggerla perché i manifesti sono stati coperti dopo un giorno o due. potrai leggerne qui una parte con una piccola aggiunta (ti aiuto a capire che quello che doveva essere escluso sono io)
ecco il manifesto uscito il 7 marzo
NON ABBIAMO PAROLE
Firmato: i soci lavoratori della cooperativa sociale La Fabbrica dei Sogni, che hanno svolto alcuni servizi per anni in questo comune e che dal 1° marzo non lo fanno più. Siamo quelli
– che ci siamo sentiti citare spesso nei comizi durante l’ultima campagna elettorale, quando dicevano che la “dignità del lavoro non si tocca”
– che, anche dopo la campagna elettorale, ci siamo sentiti dire che non saremmo stati “toccati” e che avremmo continuato a lavorare in tranquillità (questa cosa ci stupiva e ci preoccupava insieme: immaginate se qualcuno vi ferma per strada e vi dice “non proccuparti non ti tocchiamo”!)
– che, a un certo punto, ci siamo sentiti dire, da alcuni amminstratori–amici, che le cose forse sarebbero cambiate un po’, e da altri, che qualcuno di noi comunque “parlava troppo” (francamente, ancora oggi non capiamo a cosa si riferissero, naturalmente nessuno di noi ha mai parlato troppo! In ogni caso, immaginate un po’ se qualcuno vi dice che parlate troppo)
– che avevamo capito che dovevamo fare spazio anche ad altri e l’avremmo fatto con molto piacere
– che pensiamo che quell’anche sopra sia una congiunzione di estrema importanza, perché aggiunge, include e non esclude
– che ci siamo sentiti dire (solo alcuni di noi), da alcuni amministratori–amici e non solo, che se volevamo continuare a lavorare dovevamo “passare” a un’altra cooperativa, una cooperativa nata dal nulla, di cui non conoscevamo niente e che allora non svolgeva alcun servizio (Strano, no? Immaginate, voi che già lavorate e vi piace il vostro lavoro, se qualcuno che non avete mai visto prima vuole per forza farvi un “colloquio di lavoro” senza alcuna garanzia seria)
– che abbiamo rifiutato perché non capivamo e soprattutto perché stavamo bene dove stiamo, lavoravamo bene e con soddisafazione
che abbiamo atteso per mesi, con ansia, che la nostra situazione lavorativa e la nostra vita riacquistassero serenità
– che ci siamo sentiti dire che avremmo finito di lavorare il 1° dicembre prima, poi dopo Natale, poi dopo la Befana, poi il 1° febbraio, poi il 15 febbraio …
– che dopo quasi 9 mesi di pene, preoccupazioni, apprensioni, chiacchiere, fastidi, pressioni, forzature, macchiette varie, quando qualcuno finalmente ha partorito una proposta per “salvarci”, ci siamo sentiti dire che se volevamo continuare a lavorare dovevamo spazzare soltanto, farlo come prima, però solo in tre persone, perché uno voleva andare “dall’altra parte” e un altro doveva essere escluso dai servizi
– che abbiamo detto NO primo perché non era una proposta, poi perché non volevamo che uno di noi fosse escluso (uno di cui non potevamo e non volevamo fare a meno), poi perché sarebbe stato difficile per noi lavorare bene e con tranquillità in un clima che sentiamo ostile e in cui ci sentiamo di troppo, non graditi a quelli che contano (e non solo), e anche perché noi crediamo veramente alla dignità del lavoro
– che diciamo GRAZIE a chi ha apprezzato i nostri servizi, il nostro lavoro, il nostro impegno, a chi ha capito che cosa è successo veramente e che pensa che meritavamo un trattamento più civile; mentre a chi ha fatto finta di non vedere e di non capire, a chi è stato indifferente, a chi è rimasto compiaciuto, diciamo CORAGGIO, la prossima volta riuscirete a riconoscere un’ingiustizia e una discriminazione, e magari riuscirete a indignarvi pure e a scongiurarle
– che auguriamo buon lavoro, un dignitoso lavoro, ai tanti compaesani e amici che ci sostituiranno nei servizi
AGGIUNGIAMO per l’occasione
siamo anche quelli che VI CHIEDIAMO PER CORTESIA DI NON SPECULARE Più SU QUESTA VICENDA, di non tornarci più, quello che è fatto è fatto, se ci avete tolto il lavoro non potete toglierci anche la ragione …