di Aldo Maturo Donne della Campania è la vostra ora. La Corte Costituzionale zitta zitta ha dato torto un’altra volta al Presidente del Consiglio e ha deciso che il 28 e 29 marzo si vota con la legge elettorale voluta dalla Regione Campania. La sentenza è la n. 4 depositata il 14 gennaio scorso con la quale sono state respinte tutte le eccezioni proposte dal Governo contro quella legge rendendo così accessibili i 60 posti del Palazzo della Regione a un sempre maggior numero di signore.

L’art.4 della legge elettorale della Campania prevede infatti che l’elettore di questa regione alle prossime elezioni, per la prima volta nella storia, possa esprimere uno o due voti di preferenza per candidati compresi nella stessa lista ma nel caso esprima due preferenze, una deve riguardare un candidato di genere maschile e l’altra un candidato di genere femminile della stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza.

L’Avvocatura dello Stato, per conto del Governo, aveva fatto notare alla Corte che per l’art. 3 della Costituzione il sesso non ha alcuna rilevanza giuridica perché i cittadini sono uguali davanti alla legge senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Aveva evidenziato poi che tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizione di eguaglianza, indifferentemente dal sesso, tanto che la Repubblica da tempo promuove le pari opportunità tra uomini e donne. L’appartenenza all’uno o all’altro sesso, perciò, non può mai essere assunta come requisito di eleggibilità e candidabilità.

L’annullamento della seconda preferenza colpirebbe l’esercizio del diritto di voto dell’elettore che non abbia messo la crocetta su un candidato di sesso diverso dalla prima preferenza. Dove è finito, aveva aggiunto l’Avvocatura in un articolatissimo ricorso, il diritto costituzionalmente garantito di un voto personale, eguale, libero e segreto?

La Corte Costituzionale ha invece ritenuto che l’espressione della doppia preferenza è meramente facoltativa per l’elettore, il quale ben può esprimerne una sola, indirizzando la sua scelta verso un candidato dell’uno o dell’altro sesso. Ove decida di avvalersi della possibilità di esprimere una seconda preferenza, la scelta dovrà cadere su un candidato della stessa lista, ma di sesso diverso da quello del candidato oggetto della prima preferenza.

Se votasse due candidati dello stesso sesso, l’invalidità colpirebbe soltanto la seconda preferenza, ferma restando pertanto la scelta del primo nome indicato sulla scheda. La regola, secondo la Corte, non altera il risultato elettorale né il principio della libertà di voto, visto che la seconda preferenza è una facoltà aggiuntiva che l’elettore è libero di esercitare o di rifiutare. Con la prima preferenza può scegliere un candidato di sesso maschile o femminile e quindi non ci sono candidati avvantaggiati o sfavoriti perché entrambi hanno pari opportunità di essere scelti per primi.

La sentenza ha galvanizzato parecchi notabili campani e così ecco il fiorire, riportato da Repubblica, di aspiranti in rosa e di donne vissute fin’ora all’ombra del marito, pronte al riscatto: si candida la moglie di un famoso europarlamentare, la moglie del sindaco di un bel paesone vicino Napoli, la moglie di un ex assessore e consigliere di un partito di maggioranza, la figlia di un consigliere comunale di Napoli, la sorella dell’amministratore di un importante ente turismo, la moglie di un parlamentare di centro, la moglie di un deputato nonchè sindaco. Lei poverina non ha tempo per fare la campagna elettorale ma non c’è nessun problema. Si presenta col doppio cognome, il suo, poco conosciuto e quello del marito, molto più noto. Gli elettori capiranno così chi è. Voteranno il cognome di lui ed eleggeranno lei. A chi gli ha chiesto se la cosa non fosse strano il marito ha risposto più o meno: “Se c’è un lavoro da fare e uno fa il salumiere, non credo sia giusto privilegiare la salumeria degli altri”

L’elenco degli album di famiglia,in Campania, è destinato a lievitare. E l’Ansa ci fa sapere intanto che la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha aperto un’indagine conoscitiva su molti candidati alle prossime elezioni regionali in Campania e sui candidati al rinnovo di diverse amministrazioni locali, al fine di monitorare l’eventuale presenza nella competizione elettorale di uomini legati alla camorra.

E c’era chi pensava che dopo lo scandalo d’ ‘a munnezza si sarebbe voltata pagina.

Aldo Maturo 1363 letture al 31/12/2012

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