di Daniele Prece
Le chiamano in tanti modi: leggende metropolitane, miti moderni, leggende contemporanee. Le studiano in molti: antropologi, letterati, sociologi. Sono quei racconti che viaggiano col più antico dei sistemi di comunicazione, il passaparola (oggi soprattutto con internet) e che finiscono per rivelarsi regolarmente…falsi.
Eppure, alzi la mano l’automobilista che non ha creduto all’amico che gli suggeriva di appendere un cd allo specchietto retrovisore per “accecare” l’autovelox (variante “digitale” della lacca spruzzata sulla targa di alcuni anni fa…).
Si faccia avanti chi non ha mai iniziato la raccolta di biglietti del tram o gli scontrini fiscali per contribuire a donare una carrozzina a un disabile. Si presenti chi non ha mai visto sui marciapiedi o nei cortili delle bottiglie di plastica strategicamente posizionate vicino alle porte per allontanare cani e gatti.
Senza parlare poi delle continue catene di appelli via email che ormai quasi quotidianamente intasano le nostre caselle postali.
Se vi siete riconosciuti in qualcuno di questi esempi, se vi sembra che storie del genere vi siano già state raccontate e magari vi ricordate che al momento vi erano sembrate del tutto ragionevoli, non sorprendetevi.
Ho pensato quindi di riproporre questo argomento, già discusso alcuni anni fa sulle pagine di Vivitelese, raccogliendo in giro alcune delle leggende più famose e diffuse. A tutti è capitato di cadere vittima di qualche leggenda e una delle ragioni che rendono così interessante questo fenomeno è proprio la grande diffusione di questi racconti.
Il motivo è principalmente dovuto al fatto che l’ascoltatore ritrova in queste storie idee che già ha: suonano familiari e quindi plausibili. Una altra motivazione è che danno voce alle nostre paure più nascoste, ai rischi per ciò che capita nel mondo, nella società, quello che si sente in tv o si legge sui giornali.
Così accade che la storia della zingara, arrestata in un supermercato mentre cerca di rapire un bambino nascondendolo sotto la propria gonna, è un esempio concreto ed efficace di un pregiudizio sociale molto diffuso.
Troviamo credibile quando sentiamo di una banda di albanesi che si introduce nottetempo nelle case e dopo aver narcotizzato tutti nel letto con “potenti spray soporiferi”, fa razzia di ogni bene e, sprezzante del rischio, si intrattiene anche a mangiare, spazzolando ben bene credenza e frigorifero. Chi non l’ha mai sentita? Oppure quella dei negozi di cinesi, che sono in realtà una copertura per il traffico degli organi a discapito dei malcapitati clienti (questa si è sentita anche a Telese qualche tempo fa, ricordate?).
O ancora quelle storie che chiamano in causa l’infedeltà coniugale o la spregiudicatezza sessuale in genere, tipo la classica coppia rimasta “incastrata”, che corre all’ospedale e lei viene scoperta (guarda caso) proprio dal marito che lavora li al pronto soccorso? Ecco quindi che la malafede, l’ipocrisia umana, la diffidenza, prendono il sopravvento e permettono il proliferare di così tante assurdità.
Non vorrei sembrare insistente, ma anche la famosa frase di Mike Buongiorno “Ahi Ahi signora Longari…lei mi casca sull’uccello” sembrerebbe non essere mai stata pronunciata!
BONSAI KITTEN
I famosi gattini ornamentali, macabramente cresciuti nelle bottiglie, un vero classico delle leggende metropolitane! Ecco alcuni siti sull’argomento:
http://www.ding.net/bonsaikitten/
http://www.attivissimo.net/antibufala/bonsaikitten/bonsaikitten.htm
TELEFONINI PER POPCORN
Allarme per una serie di video in cui quattro cellulari messi vicini riescono a far esplodere chicchi di mais, cuocendoli tanto da trasformarli in popcorn. Chissà cosa fanno al vostro cervello!
http://www.youtube.com/watch?v=QEb6-wGcjtI
IL PANNO
Anni fa si sentiva in giro raccontare che il panno giallo, lasciato ripiegato in un certo modo sul cruscotto di un auto parcheggiata, costituiva un sicuro antifurto perchè indicava l’appartenenza o la protezione di un certo clan della malavita locale.
AIDS AL CINEMA, IN SPIAGGIA E AL SUPERMERCATO
“Quando andate al cinema, attenti! Sul sedile potrebbe essere stata fissata una siringa infetta, puntata sulle vostre terga. Sedendovi al buio non potrete vederla, e quando l’avrete sentita sarà troppo tardi. Passate parola!”Questa storia non è altro che la l’ultima versione della vecchissima leggenda delle siringhe lasciate di notte sulla spiaggia dai tossicodipendenti: sempre, ovviamente, con l’ago rivolto verso l’alto. Il timore dei tossici e delle siringhe ha ispirato anche la storia dei limoni: non comprateli al supermercato, perché i tossicodipendenti li bucano con le siringhe per estrarne il succo.
PANE E LAMETTE
Uno squilibrato, introdottosi in un forno (non molto lontano da quello dove ci serviamo da sempre) durante la lavorazione del pane, ha gettato di nascosto nell’impasto pezzetti di vetro e lamette triturate. Della serie: dove colgo, colgo. Le tragiche conseguenze e le nostre reazioni sono facilmente prevedibili.
LADRI D’APPARTAMENTO
E’ opinione diffusa che gli zingari rapinano gli adulti, e le zingare rapiscono i bambini mettendoseli sotto le gonne. Loro invece intorno alle nostre case ci girerebbero spesso, nella speranza di rubacchiare qualcosa. Chi ci racconta questa storia ci domanda se per caso abbiamo notato dei segni strani, tracciati col gesso, sul portone di casa. Si tratta di messaggi in codice: due pallini, casa facile: due linee in croce, donna sola e anziana; tre linee ondulate, girare al largo….Segue poi la descrizione, tanto dettagliata quanto falsa, dei furti subiti da A e da B: furti certificati dal derubato stesso, o dall’amico poliziotto. Storie che fanno perdere il sonno, e prendere per un minaccioso segnale qualsiasi graffio presente sul muro accanto al nostro portone.
http://www.menphis75.com/images/foto_varie/SimboliZingari.jpg
ANTICHE LEGGENDE
Altrettanto superata è oggi la storia (diffusissima nel secondo dopoguerra prima in Francia, poi negli States, in Germania ed infine in Italia) della disgraziata ragazza che, dopo tanti sacrifici, si era potuta comperare delle calze di nylon trasparenti, (l’ultimo grido in fatto di moda). Diventato rapidamente il penultimo: togliendosele, la ragazza urlò per il dolore. La pioggia gliele aveva incollate alla pelle. All’apparire dei primi dadi da brodo della Liebig, negli anni cinquanta, si sentiva dire con in(e)sistenza che erano fatti con carne di serpente, di topo, o addirittura umana: e che contenessero delle droghe.
LENTI A CONTATTO
Fu invece verso la metà degli anni ’70 che, insieme alle primissime lenti a contatto, si diffuse velocemente la storia di quella signora alla quale, mentre assiste ad un’opera lirica – proprio nello stesso palco del ripetitore – vede improvvisamente che si appanna la vista. Non per la lacrimevole storia di Violetta, ma per un suo acuto. Che ha provocato l’esplosione delle lenti a contatto della spettatrice. Lenta a sparire fu anche la storia di quel fabbro che, terminato il lavoro, avrebbe cercato invano di togliersi le nuove lenti a contatto: l’elevata temperatura della fucina gliele aveva incollate agli occhi.
BAMBINI DROGATI
I narcotrafficanti hanno preso ormai di mira anche i bambini delle elementari. …..sotto scuola…li attirano..imbevendo di LSD, il noto allucinogeno, il retro delle decalcomanie e delle figurine di Topolino. I bambini leccano le figurine per incollarle sull’album, e si applicano le decalcomanie sulla pelle. In questo modo assumono la droga, e diventano dei tossici in erba: anzi, in acido.
COCA COLA
Racconti dello stesso tenore arrivarono pure da altre fonti: oltre a quelli che sanno che la Coca-Cola è frizzante e dissetante, ci sono anche quelli che conoscono le sue capacità di erodere il metallo. Che sia dissetante, lo hanno provato. Che sia corrosiva lo hanno invece solamente sentito dire, e lo ripetono agli altri: se si immerge nella Coca-Cola un chiodo, questo verrà lentamente “mangiato”. Se poi, invece di un chiodo, vi si mette della carne cruda, dopo poche ore la si troverà completamente “digerita”. Al suo interno poi, ci sarebbe una significativa quantità di cocaina. Infine se si beve la Coca Cola, prima di un rapporto sessuale, non si corre il rischio di una gravidanza indesiderata.
RAGGI UVA
All’uscita delle prime lampade abbronzanti, nei primi anni ‘60, si sarebbe fatto un gran parlare della disavventura occorsa a una futura sposina, che per acquistare un buon colorito si era esposta alle lampade abbronzanti da poco in circolazione. Poiché alla data delle nozze mancavano solo pochi giorni, aveva esagerato con i dosaggi. Dopo qualche tempo il marito si accorse che la mogliettina emanava uno strano odore. Allarmato, la portò dal medico. La diagnosi fu infausta: i raggi ultravioletti (e ultra-violenti) della lampada le avevano cotto l’intestino. “Dottore, mia moglie tornerà ad essere quella di prima?” “Una bistecca cotta non può tornare cruda”.
TELEFONO
All’inizio degli anni ’80, e’ giunta insistente la voce che sarebbe stato possibile ridurre il costo delle telefonate interurbane, avendo l’accortezza di “allungare” di una cifra il numero telefonico chiamato: per la precisione bastava aggiungere alla fine il complemento a dieci dell’ultima cifra (es. per risparmiare chiamando il numero 011-766976, comporre lo 011-7669764).
Una voce analoga venne raccolta già negli anni ’70: per non far addebitare la chiamata, al termine della conversazione sarebbe stato sufficiente attendere in linea che l’interlocutore riagganciasse, per poi comporre lo zero, avendo cura di far tornare indietro lentamente il disco. Pochi ci credevano, ma molti lo facevano, “non si sa mai…”.
TELEFONINI
Una delle più recenti leggende (ma ne seguiranno certamente delle altre) riguarda un big della nostra epoca: il telefonino. Secondo la voce -che viaggia anche attraverso gli stessi telefonini- le onde elettromagnetiche emesse da questi indispensabili accessori danneggiano il cervello, indebolendo fortemente la memoria. Che la gente ci creda, lo dimostra la grande diffusione dell’auricolare: con questo sistema si evita infatti un’eccessiva esposizione del tessuto cerebrale alle onde lesive.
AUTOSTOP
Un gruppo di amici di rientro da una festa di compleanno incontra sulla strada una bella autostoppista…tutti felici i quattro amici caricano l’avvenente signorina vestita di un candido pullover di cachemire ed iniziano a tempestare di domande la poveretta. Ottengono soltanto risposte evasive fino a quando decidono di offrirle un caffè ad un piccolo bar che riescono a trovare lungo la loro strada. La ragazza bevendo si sporca il maglione un po’ amareggiata chiede di essere riaccompagnata a casa perchè ha molta fretta. La comitiva si mette in macchina e di gran carriera si avvia vero l’indirizzo che la ragazza ha fornito. Stranamente però in prossimità della casa la ragazza scesa dalla macchina scompare misteriosamente. I quattro ragazzi incuriositi citofonano nell’ unica abitazione che trovano all’indirizzo indicato. Gli viene incontro una signora anziana che non capisce le loro domande sulla misteriosa ragazza. Dopo molte domande insistenti la signora confessa che quella ragazza era sua figlia, morta in un incidente stradale nei pressi della casa.
Prendo spunto da quanto scrive Daniele per segnalare due siti:
http://www.attivissimo.net/
http://www.malainformazione.it/
Il primo è utilissimo per difendersi dalle bufale che viaggiano in internet, e soprattutto per evitare di diventare inconsapevoli complici di chi mette circolazione notizie false.
Il secondo riguarda invece le bugie che vengono pubblicate sulla carta stampata e diffuse dai telegiornali, sia le “curiosità” e le notizie bislacche, sia quelle che vengono spacciate come informazione seria ma che seria non è.
A questi siti indicati da Fulvio aggiungo anche il Cicap, Il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale, che da anni combatte, con impegno e professionalità, i tanti ciarlatani e truffatori che imperversano un pò in ogni campo dello scibile umano, abusando dell’ingenuità e della buona fede di tanta gente. Degno di nota è il famoso appello che già dieci anni fa un autorevolissimo gruppo di scienziati lanciò a tal proposito:
“Trasmissioni radiotelevisive, notizie ed articoli sensazionalistici tendono spesso a presentare come autentici dei fatti che non sono stati adeguatamente controllati e che si sono poi rivelati frutto di errori, o di mistificazioni. Noi riteniamo che cio` sia profondamente diseducativo e contribuisca non solo ad incoraggiare la gia` diffusa tendenza all’irrazionalita`, ma anche a dare credibilita` ad individui che traggono profitto da questa situazione. Pensiamo, quindi, che sia oggi necessario lo sviluppo di un’informazione piu` responsabile, che esamini in modo piu` attento le informazioni relative a presunti fenomeni paranormali e che tenga anche conto degli studi critici che sono stati realizzati in questi anni.
Per questa ragione intendiamo promuovere la fondazione di un Comitato che stimoli un `azione adeguata in questo campo.”