di Fulvio Del Deo
Gli israeliani, ben allenati da sempre alle emergenze anche nel loro quotidiano, sono stati rapidi come nessuno al mondo nella realizzazione di quello che la CBS e Sky hanno giustamente definito la “Rolls Royce della medicina ad Haiti”.
40 chirurgi, 24 infermieri, medici, paramedici, attrezzature per raggi x, radiologi, una farmacia fornita di tonnellate di medicinali, una sala rianimazione, due sale operatorie, un’incubatrice, un reparto di pediatria e uno di maternità. In tutto 220 persone che, rapportate ai 7 milioni di abitanti del loro paese, sono davvero molte, soprattutto se si considera che la Cina (un miliardo e mezzo di abitanti) ha inviato solo 60 volontari.
Israele ha realilzzato il tutto, senza dilungarsi in formalità, mentre i potenti del mondo ancora apparivano disorientati da quella catastrofe immane e non sapevano da dove prendere il principio. Fortunatamente è lunghissimo l’elenco degli Stati che hanno offerto il loro sostegno ad Haiti, Stati ricchi e meno ricchi, ognuno si è mobilitato materialmente o ha offerto il proprio aiuto economico. L’Italia ha anche cancellato l’intero debito del paese caraibico. Unici a non muovere un dito, secondo quanto riporta la CBS Associated Press, sono i ricchissimi sceicchi del petrolio.
Commuove e allo stesso tempo riempie di orgoglio il lieto evento di domenica scorsa: il primo bambino messo al mondo nell’ospedale da campo israeliano, la mamma ha voluto chiamarlo Israel.
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